Semplicemente Ciao.

   
Ciao, io e te non ci incontreremo mai o forse un giorno ci vedremo per strada e tu eviterai il mio sguardo abbassando la testa, oppure giocherellando con  il cellulare o l ‘orologio farai finta di fare qualcos’altro di molto importante, ma non mi guarderai negli occhi, forse mi darai una breve occhiata per curiosità,soffermandoti a pensare quanto tu sia  fortunato a non essere come me. Può darsi pure  che dopo scuoterai la testa impietosendoti e farai un sorriso di circostanza a mia madre qui accanto a me  come per dire “Le sono vicino!”.

 Proseguirai per la tua  strada preso nei tuoi mille impegni. il mio ricordo svanirà prima che giri l’angolo. Di me non ti  resterà più nulla  solo quella spiacevole sensazione che si sente quando per sfortuna o  per caso ci s’imbatte nella realtà dei diversi. 
Per me sarà diverso, fermerò il mio cammino e tirando la camicia  di mia madre le chiederò chi sei?.
 Lei  mi dirà  che non lo sa, che sei un  signore che passava da quella strada, ma io non mi accontenterò e nella mia ossessione lo chiederò almeno altre cinquanta volte.  Fino a che  mia madre esasperata  ti  darà un nome, ma  poi  vorrò  sapere dove andavi e perché mi hai guardato, se poi non  mi hai  nemmeno salutato? Così insisterò per la prossima ora con mia madre, chiedendole il perché tu avessi agito così.
Alla  fine lei mi dirà che eri di fretta e che la prossima volta mi avresti salutato.
 Tornerò a casa con te in testa, pensando, ma dove doveva andare così di fretta per non potermi fare un saluto? Io in fondo ho mosso per ben due volte la testa nella sua direzione. Io l’ho salutato!
Certo non ho detto “Ciao” perché quello lo dico solo a chi conosco bene come  a mia sorella che saluto ogni volta che mi passa davanti o mia mamma o mio papà li saluto sempre, a volte s’arrabbiano perché dicono che basta una volta.
 Macché significa solo una volta? Appena li vedo davanti li saluto, li conosco e  li saluto,ma saluto anche gli estranei a mio modo, non sono maleducato, mamma me l’ha insegnato da piccolo che si deve sempre salutare per educazione.
 Finalmente a casa, prenderò il mio quaderno a quadretti e la mia penna nera  e farò un elenco di nomi dei mie compagni di scuola, mi piace fare gli elenchi, mi rilassa, mi mette in ordine le cose che si accumulano nella mia testa, ho bisogno di ordine per stare bene.
Scriverò  tutti i nomi dei miei compagni,  poi i miei professori,  poi mamma, papà, mia sorella ed  io ed infine nella lista  metterò anche  il tuo nome  
 Sicuramente mi rilasserò farò un gran sorriso , proseguendo la mia giornata. Penso che mi trasformerò,mi piace tanto mascherami. Nel mio armadio ho una scatola piena di costumi fin da quando ero piccolo, mamma li vorrebbe  buttare, ma io non voglio e li tengo tutti nella scatola.  Ogni giorno recito una parte, oggi mi vestirò da Davide” Sì!”  dirò  sorridendo. Indosserò la camicia quella della festa, prenderò in prestito la giacca di papà tanto lui non la usa mai. I jeans già c’è l’ho. Tu  li avevi più scuri, ma andranno bene pure questi credo.
 Disegnerò un  bel paio di baffi con il pennarello, sarò soddisfatto, Beh ! ho gli occhi nocciola io i tuoi erano verdi, ma non posso colorare gli occhi dirò a me stesso
Infine prenderò  il cellulare di mamma in mano,  e sarò  davvero uguale a te
 Ora potrò recitare  nella mia stanza con i  miei pupazzi che si trasformano in me e in  mamma che passeggiamo in centro come stamani.
Io  sono  te :”Davide” e  mi fermo e sorrido al pupazzo che impersona  me. Il pupazzo scuote la testa ,mi sta salutando io dico <<Ciao Abele!>>
 il pupazzo mi risponde:<< Ciao Davide!>> .

  Monica Pasero

Commenti

  1. La rileggo sempre molto volentieri perché mi tocca il cuore. Complimenti Monica

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