Oltre scrittura segnala “Il commissario Vega – Indagine di sola andata” di Antonio Infuso
Vega non era un uomo propenso al rancore, ma quando odiava
lo faceva per bene, con il cuore. Attendeva un'occasione. E l'attendeva da tre
anni, sette mesi, sedici giorni e qualche ora.
SINTESI
I molti volti della vendetta, il labile confine tra bene e
male, la verità come valore negoziabile, la precaria bilancia della giustizia,
essenza e apparenza, l'omicidio gratuito o necessario, la regola del
contrappasso, il compromesso con il nemico. In una Torino pulsante, sensuale,
densa di colori, tra albe e tramonti, tra sole e pioggia, tra oscurità e luce,
il commissario Stefano Vega indaga insieme alla sua squadra. E più scaverà
nell'inchiesta e rovisterà nei misteri dell'omicidio di una donna dalle molte
sfaccettature – in cui sono coinvolti anche i servizi segreti – più
scandaglierà la sua anima di uomo cinico ma altruista e di poliziotto caparbio
ma disilluso. La menzogna è sempre una sconfitta per l'umanità. Vega rischierà
la vita, in una tumultuosa indagine di sola andata, per scoprire la verità. Ma
tenterà di cogliere anche un'opportunità.
SUNTO
Porta Palazzo, all'alba: il cadavere di una donna,
polpastrelli bruciati e corpo ripulito con la candeggina. Caso complicato per
il giovane commissario Montesi, da poco alla omicidi di Torino. In suo
aiuto viene chiamato l'esperto commissario Stefano Vega, “trasferito” ai casi
irrisolti. Vega non è uomo propenso al rancore, ma quando odia lo fa per
bene, con il cuore. Attende un'occasione. E l'attende da tre anni, sette mesi,
sedici giorni e qualche ora. Con la sua squadra – Irene Loi (donna gay di cui è invaghito),
Carmelo Lorusso (suo ex capopattuglia) e il giovane e belloccio Sergio Lama –
sfida la coltre di mistero che avvolge la morte di Lucia Grandi (ora il
cadavere ha un nome): una vita piena di segreti e amanti, con l'hobby per la
pittura.
La pista del delitto passionale non lo convince. Sulle
panchine di piazzetta Maria Teresa, al pianoforte di notte e tra kung fu e
taekwondo, Vega cerca risposte.
Grazie all'aiuto di un ispettore di Caserta, trova un legame
con l'omicidio di un'altra donna; poi nelle case dei genitori nota una
fotografia dei rispettivi nonni materni, Sandokan e Granata, ex
partigiani, autori anche di un libro sulle loro avventure.
Lorusso e Loi vengono feriti in un attentato rivendicato da
terroristi di sinistra; il collega di Caserta invece non esiste.
Anche il commissario rischia di essere ucciso ma viene
salvato da un camorrista che vive nel suo stesso palazzo; Vega elimina uno dei
tre attentatori – agenti dell'Aise, il servizio segreto militare – mentre gli
latri due finiscono in un centro veterinario.
Daniela Bertoneri dell'Aisi (servizio segreto del Ministero
dell'Interno), sua ex amante, lo informa che qualcuno, all'Aise, trama per
realizzare un nuovo ordine; in ballo ci sarebbe anche una questione personale
legata all'omicidio delle due donne.
Mentre Montesi “torchia” gli
ex-amanti della Grandi, lui – nell'ombra – segue altre piste: i quadri della
donna e il libro, introvabile, dei partigiani.
Nello studio della Grandi, Vega rinviene, in un vano nascosto, due quadri
firmati da Leonardo Da Vinci, entrambi raffiguranti la “Battaglia di
Anghiari”, e un involucro con il libro.
I quadri sembrano autentici.
Il libro narra di uno scontro tra partigiani e repubblichini
autori di una strage; i partigiani recuperarono un bottino, tra cui un quadro
molto antico; poi Sandokan e Granata fecero ingerire conegrina ad
Agostini, capo dei fascisti, e lo finirono con due colpi di fucile in testa.
Insieme a un ex-amante della Grandi, Randone, un hacker
sospettato del delitto, escogita un sistema di comunicazione mail non
tracciabile e cerca notizie su Agostini; ma l'Aisi ha posto il segreto di
Stato, invitando Vega a non insistere nelle ricerche.
Lama, invece, viene minacciato dall'Aisi e costretto a
collaborare.
Vega ha poche vie d'uscita: se cercherà la verità troverà la
morte.
Una chimica (con cui Vega farà anche sesso) analizza i
frammenti dei due quadri: uno è recente e l'altro è di epoca rinascimentale!
Nello studio della Grandi sequestra otto tele, tra cui le
due “Battaglie”. Quadro e vendetta sono all'origine degli omicidi.
Da un informatore si fa prestare un jammer per
disturbare frequenze di cellulari e microspie.
Da un anziano boss del crimine ottiene documenti
falsi e consigli per “piazzare” il quadro.
Acquista una tela di dimensioni simili alla Battaglia:
progetta uno scambio e affida a Lama un promemoria con i compiti per i giorni successivi.
Si appresta a un viaggio di sola andata.
Randone, nel frattempo è scomparso, Loi non lo trova. Anche
Montesi, convinto della pista passionale, cerca Randone.
Vega viene contattato telefonicamente da Randone: l'uomo è
nascosto in un cascinale.
Vega avvisa Loi e decide di raggiungere Randone. Montesi lo
chiama: ha individuato l'utenza telefonica di Randone. Vanno insieme al
cascinale.
E' una trappola: Randone è prigioniero e Montesi è il capo
dell'operazione. E' il nipote di Agostini: la famiglia desidera da anni
vendetta e vuole tornare in possesso del quadro.
L'uomo intende sopprimere Loi, Lama e Vega incolpando
Randone, delitto Grandi compreso.
Mentre Montesi e il suo uomo cercano Loi e Lama, Vega riesce
a liberarsi; arriva Loi, ma il cascinale è impenetrabile e nessuno può uscire.
Loi “invia” dal camino del cascinale una pistola a Vega che
decide di aspettare Montesi.
Vega uccide Montesi ma un colpo, partito dall'arma di
quest'ultimo, ferisce Randone.
Il commissario lascia agonizzare Montesi. Quindi costringe
Loi a sparire.
Vega viene “sequestrato” dai servizi segreti, per quattro
giorni.
Gli propongono un accordo: Randone è l'assassino della
Grandi e di Montesi. Niente indagini sui tre agenti scomparsi, sul “giro dei
quadri”, sul perché Montesi sia stato ucciso con l'arma di Loi; pensione per
Lorusso, trasferimento per Loi (o dimissioni) e fine carriera per Vega,
Lama lo ha tradito, consegnando il quadro all'Aisi, in
cambio di denaro e di un incarico nei servizi. Randone invece è morto,
non si è ripreso dall'anestesia.
Vega chiede e ottiene una copia del video con la sua
versione; poi firma dimissioni e dichiarazione.
Quando torna a casa il quadro non c'è più.
Con il sistema ideato da Randone, contatta Lama. Il ragazzo
è a Gibilterra, ha usato i documenti falsi che gli aveva fornito Vega e ha
seguito alla lettera i compiti indicati nel promemoria. Ha venduto il quadro
originale per 60 milioni di Euro; all'Aisi aveva consegnato la “copia” dipinta
dalla Grandi.
Vega invita Loi a Cuba, dove presto andrà Lama con il
denaro.
Loi accetta ma ricorda a Vega che le piacciono solo le
donne.
Cartaceo: Euro 14 – ebook: euro 2,99 – pubblicato il 31 marzo 2015
Uscito il 31 marzo 2015, 3.000 copie vendute.
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BIOGRAFIA
Antonio Infuso. Giornalista, laurea al Dams/Cinema.
Attualmente lavora per l’ufficio stampa di un ente locale. Appassionato di
musica (dal rock, al blues fino al jazz) e amante dello sport (da praticante e
da spettatore). Nelle sue numerose e movimentate vite è stato barista,
scaricatore, speaker radiofonico, dj in discoteca, assistente in una
comunità psico-socio terapeutica, impiegato in un’azienda automobilistica,
animatore sportivo e critico cinematografico. “Il commissario Vega –
Indagine di sola andata” è il suo primo romanzo pubblicato.
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