A OLTRE SCRITTURA LIBERI PENSATORI CRESCONO L’ARTISTA ODILIA LIUZZI

 


La vera bellezza della vita risiede nei sentimenti che ci attraversano,

invisibili ma eterni, custodi silenziosi del nostro cammino.

Odilia Liuzzi

 

C’è una grande energia in questa artista, che riesce a evolversi nel tempo, poliedrica amante dell’arte nella sua massima espressione. Osservando le sue opere si avverte completezza. Rappresentano in toto le due parti dell’animo umano. Da una parte opere che riportano quel non so di fanciullesco dove i colori, i volti e la magia del trasformismo creano nuove identità. Ci ritroviamo catapultati in raffigurazioni poetiche che ci conducono nei meandri delle nostre fantasie, in luoghi estranei al dolore dove tutto è possibile, dove la psiche e cuore diventano leggeri e inviolati da ogni bruttura umana; e poi ad altre in cui la realtà emerge e ci porta a riflettere e, come un pugno nel petto, affiora tutta la crudezza della vita. 

Le immagini parlano, esprimono, non si può rimanere indifferenti innanzi alle sue opere; in ogni scatto percorre l’essere umano nelle sue molteplici sfaccettature, nelle sue opposte visioni che coesistono in tutti noi: “Terreni” o “Sognatori”.

L’artista sa emozionare con i suoi scatti.  Il simbolismo è la sua forza, dettagli che ci inducono ad apprezzare il suo estro, realizzando il suo intento. Oggi conosceremo meglio questa artista e il suo mondo variegato in cui vive tra scatti fotografici, letture, poetica e musica lirica e molto altro ancora.

Conosciamola meglio

Odilia Liuzzi nasce in Italia nel 1971. Già da piccola rivela una fortissima inclinazione artistica. Si laurea nel 1995. Attratta dalla magia dell’arte nelle sue molteplici forme, nel 2000 si avvicina rapidamente al mondo della fotografia dal quale ne rimane affascinata. Fotografa, scrittrice, docente di lingua italiana, tecnologia e inglese, ha conseguito vari premi letterari e fotografici a livello nazionale e internazionale. Ha esposto le sue opere fotografiche in mostre di arte contemporanea, personali e collettive, in molte città d’Italia.  Ottiene numerosi consensi di pubblico, partecipando a lavorando con giornali e siti web specializzati in questo campo. Più volte è stata segnalata nelle più importanti sfide in termini di fotografia digitale a livello internazionale. Diventa creatrice e direttrice del Concorso Nazionale di Poesia Un Battito d’Ali tra il 2006 e il 2008 nonché Pioniere della Cultura Europea dal 1996 e Operatrice Culturale della Presidenza C.D.A.P. Lavora per brevi periodi in teatro con gli attori e registi Leo Pantaleo e Federico Passariello jr. per la messa in scena di opere teatrali di spessore drammatico. Nel 1998 viene pubblicata e presentata ufficialmente al Palazzo della Cultura di Taranto, la sua prima silloge di poesie “ApPunti d’Ombre” Le sue liriche vengono analizzate e lette a studenti e docenti di Scuole Medie ed Istituti Superiori all’interno di Laboratori di Scrittura Creativa e declamate da noti attori italiani nell’ambito di serate d’arte e vernissage poetici.  Dal 2013 ha iniziato la sua attività anche come soprano primo, studia e interpreta brani specificamente lirici, contribuendo a mantenere viva la tradizione dell’opera italiana tra il grande pubblico. Attualmente sta lavorando anche con numerosi musei in Italia e all’estero per creare progetti fotografici ambientati in contesti storici.

Grazie di essere qui, il tuo percorso artistico è davvero ampio. Come nasce l’amore per la fotografia? Cosa raffigurava il tuo primissimo scatto?

Il mio amore per la fotografia è nato dall'osservazione della natura e dalla mia sensibilità verso le piccole cose. Il primissimo scatto raffigurava un bellissimo fiore rosso acceso che stava sul mio balcone. Provai a fotografarlo con una vecchia Canon analogica. Il risultato mi piacque così tanto che da quel momento non ho più smesso di scattare foto.


Le tue opere hanno qualcosa di magico, un fascino particolare che cattura al primo sguardo. Utilizzi più tecnica o talento?

Credo che tecnica e talento vadano di pari passo, lavorando insieme in perfetta sintonia. C’è una collaborazione equilibrata tra entrambe, ma sicuramente gran parte del merito va alla mia forte sensibilità. Ho una personalità PAS cioè sono una persona altamente sensibile e questo mi permette di cogliere sfumature che spesso sfuggono a un occhio meno attento, trasformandole in emozioni visive.

Le tue opere rappresentano bene l’animo umano: da una parte magico, giocoso, colorato, dall’altra tetro, cupo, doloroso, malinconico. In quale dei due stati dell’essere ti senti più affine?

Mi sento affine a entrambi. L’essenza dell’animo umano è la dualità. C’è luce e ombra in ognuno di noi. Attraverso le mie opere cerco di esprimere entrambe le sfaccettature, perché è solo nell’accettazione di questa complessità che troviamo la nostra autenticità.

Operatrice Culturale della Presidenza C.D.A.P. Hai lavorato in teatro con gli attori e registi Leo Pantaleo e Federico Passariello jr. per la messa in scena di opere teatrali di spessore drammatico. Un ricordo che porti nel cuore di quel periodo.

Il ricordo più vivido è l’intensità dei momenti dietro le quinte, la concentrazione prima di salire sul palco e la magia che si crea quando le luci si abbassano e lo spettacolo prende vita. Una delle esperienze più belle è stata imparare ad interpretare dei ruoli drammatici. Il mio maestro di teatro mi ha insegnato ad entrare completamente nei panni del personaggio, non solo a livello mentale ma anche fisico, esternando con i gesti del corpo e del viso le emozioni che dovevo esprimere. Questo mi è piaciuto molto, perché mi ha permesso di riuscire a diventare un’altra persona e interpretare qualcuno che non sono io, rendendolo reale e intenso.

Poliedrica, ti districhi in diversi campi artistici, ma in quale trovi la tua massima espressione?

La mia massima espressione la trovo in un equilibrio perfetto tra fotografia e poesia, perché per me vanno di pari passo. Nasco, innanzitutto, come poetessa: ho iniziato a scrivere poesie a 13 anni, e la poesia è stata la mia prima forma di espressione. Successivamente è arrivata la fotografia, che mi ha aiutato a dare una dimensione visiva al mio mondo interiore e a esprimermi ancora meglio. Oggi, posso dire che raggiungo la mia massima espressione artistica sia nella fotografia che nella poesia, in una forma di equilibrio e collaborazione tra le due arti.

L’arte è un’espressione dell’anima che ci permette di identificarci, esprimerci dal profondo. Qual è il tuo rapporto con la spiritualità?

Il mio rapporto con la spiritualità è molto profondo e intimo. Credo che ci sia una connessione invisibile tra tutto ciò che ci circonda e che l’arte sia un mezzo per cogliere quella verità che sfugge agli occhi ma parla al cuore. Ogni opera che creo è come una preghiera silenziosa, un dialogo tra la mia anima e l’universo.

Dal 2013 hai iniziato la tua attività anche come soprano primo. Studi e interpreti brani specificamente lirici, quali delle opere da te interpretate senti più affine alla tua persona?

Tra le opere che mi piace tantissimo interpretare ci sono tutte quelle di Giuseppe Verdi, ma in modo particolare amo moltissimo cantare il *Requiem* di Fauré. Penso che sia sempre un’esperienza molto toccante perché la musica è estremamente emozionante ed è anche molto affine alla mia sensibilità religiosa. Sicuramente, quindi, sia le opere di Giuseppe Verdi che il *Requiem* di Fauré sono quelle che mi lasciano più emozioni nell’animo e che porto sempre con me.

Le tue liriche sono state analizzate e lette a studenti e docenti di Scuole Medie ed Istituti Superiori all’interno di Laboratori di Scrittura Creativa. Che effetto ti fa sapere che i tuoi testi vengono in qualche modo analizzati per carpirne il senso più profondo?

È un’emozione indescrivibile. Sapere che le mie parole possono toccare le vite di giovani studenti, diventare fonte di riflessione e ispirazione, mi rende immensamente grata. È come se una parte di me viaggiasse con loro, accompagnandoli nei loro percorsi personali.

Se potessi viaggiare nel tempo e scattare una fotografia a chi la faresti e perché?

Mi piacerebbe moltissimo fotografare i miei genitori quando erano fidanzati. Hanno avuto una storia d’amore bellissima, si sono amati per tantissimi anni, per una vita intera. La loro è stata una storia romantica, pulita e tenera. Vorrei poter tornare indietro nel tempo e catturare quei momenti nei loro primi mesi e anni di fidanzamento, per raccontare attraverso le immagini la purezza e l’intensità del loro legame.

Progetti Futuri?

Ho in cantiere diverse mostre fotografiche sia in Italia che all’estero e un progetto di cui ancora non posso parlare, ma che sarà davvero molto speciale. Sicuramente, tra i miei obiettivi futuri, c’è quello di esplorare, sperimentare e integrare le più recenti innovazioni digitali e tecnologiche. Essendo anche un’insegnante di tecnologia e informatica, sono profondamente affascinata dalle moderne tecniche fotografiche, dal mondo Apple e da tutte le strumentazioni avanzate che offrono nuove possibilità creative. Per me, le tecnologie innovative sono mezzi che non sostituiscono la mia mente e il mio estro ma li completano, ampliando le potenzialità espressive e aprendo nuove strade alle mie visioni artistiche.


Ringraziando Odilia Liuzzi per avermi rilasciato questa intervista. Vi invito a seguire i suoi canali Facebook  e Instagram



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