A OLTRE SCRITTURA LA BAMBOLAIA CINZIA FERRARI, INTERVISTA A CURA DI MONICA PASERO
Da lì, ogni volta che le sfide della Vita
Mi hanno chiusa dentro a un Labirinto
è arrivato un filo che
mi ha portata fuori
e quel filo immaginario
è quello che uso per cucire le mie bambole.
Cinzia Ferrari
V’è
un’energia nel nostro profondo che trova sempre la strada per trasformare il
nostro dolore, le nostre frustrazioni o mancanze in creazione e amore. Nasce così
il percorso di quest’artista che, oggi, ha scelto Oltre scrittura per
raccontarsi.
Un’artista davvero speciale! Ed è la
prima volta che mi capita di ospitare una “Bambolaia” che, con le sue mani,
plasma, crea “compagne di vita”, le bambole.
Tutte noi, nella nostra infanzia, ne abbiano posseduta una. La nostra
prima amica, confidente, compagna di sogni, di lacrime, di nuove emozioni e di
segreti mai svelati. La quale spesso
rimane con noi per sempre; a volte, invece, si dimentica crescendo; ma tutte
noi, oggi, se chiudiamo gli occhi, ci ricorderemo di una bambola, di un nome e
di un volto e sorrideremo, perché non importa, se non era una bambola di marca,
se era di pezza, se non era nuova. Lei rimarrà sempre la nostra prima
amica. Una figura importante che ci ha
tenuto compagnia, durante la nostra infanzia.
E, oggi, sono davvero felice e curiosa di conoscere quest’artista che
con amore; e si vede nelle sue creazioni che ce ne mette tanto! Crea piccole
creature, che io definirei magiche, per far sì che nessun bambino dimentichi
che tutto può animarsi! E nella fantasia, non si è mai davvero soli…
A Oltre scrittura, ho il grande
piacere di ospitare la Bambolaia Cinzia Ferrari.
Innanzi
tutto ti ringrazio di essere qui e parto subito col chiederti: questa tua
passione, come ho accennato nell'introduzione, nasce in un periodo delicato
della tua vita. Vuoi raccontare ai nostri lettori com'è nata?
Grazie a te, Monica, per ospitarmi in questo
tuo spazio. Le mie bambole mi sono arrivate, come dici tu, in un passaggio
“delicato”. Ero diventata mamma per la seconda volta, di una bambina nata prima
del tempo. Un mese di Terapia intensiva neonatale, la bimba più grande di
appena due anni. Un cambio di città repentino. Effettivamente sì, a riguardarla
da lontano, vedo una fase della vita complessa, ma ricca anche di doni. Ho
trovato dentro di me tante risorse inaspettate e, insieme ad altre cose, ho
cominciato a cucire bambole. E, da allora, non mi sono più fermata.
Per
realizzare le tue bambole, hai seguito corsi o sei un’autodidatta?
Non ho seguito alcun corso. Le mie bambole
sono di ispirazione Steineriana. Nelle lunghe ore di allattamento guardavo i
siti delle Bambolaie tedesche, russe e olandesi. Guardavo tutorial in lingue a
me sconosciute, ma bastavano le immagini. Quando ho deciso di provare, le mie
mani già sapevano che cosa fare.
Nel tuo sito e sulla tua pagina facebook; tu
porti avanti questa tua attività; realizzando video tutorial e corsi, veri e
propri, per diffondere quest’arte. Stai riscontrando interesse? E se sì, qual è
la fascia di età più appassionata?
Mi stupisco ogni giorno dell’interesse che si
genera intorno a un argomento così di nicchia. Il mio sito conta tremila utenti al mese e la mia pagina Facebook, ad oggi, ha superato i novemila follower. La mia cerchia è
esclusivamente femminile, un grande numero è costituito da donne appassionate
di lavori creativi, che hanno varcato la soglia della pensione ed hanno quindi
il tempo di dedicarsi a imparare questa meravigliosa arte. Il resto della Tribù
è costituito da due grandi gruppi: donne in attesa e mamme che vogliono offrire
ai loro bimbi il dono magnifico di un gioco fatto a posta per loro; donne che
stanno attraversando una grande trasformazione e utilizzano il lavoro sulla
bambola come strumento per entrare in contatto con se stesse: una speciale
forma di meditazione.
Qual
è il motivo che ti spinge a far conoscer quest’arte?
Da bambina, ho avuto la fortuna di
conoscere e sperimentare la bellezza e la potenza di un cerchio di donne che
lavorano insieme. Le mie nonne e le loro vicine, ogni giorno, creavano questo
spazio protetto, in cui (mentre le mani lavoravano) si lasciava spazio alla
condivisione, al racconto, al consiglio, alle risate e ai sospiri. Le osservavo
e le vedevo andar via più leggere. Dal mio punto di vista e dalle esperienze
che mi vengono raccontate, penso che questo
spazio circolare tra donne, se
sviluppato in modo armonioso e non giudicante, è un luogo di respiro e
rigenerazione. Io voglio ricreare questo cerchio accogliente e lo faccio con i
mezzi che ho a disposizione in questo momento: il web, i social ed anche i
laboratori dal vivo, ogni volta che ne ho l’occasione.
Oggi
i bambini hanno giocattoli costosi, tecnologici. Già nei primi anni della loro
vita possiedono giochi elettronici, dove la manualità e la fantasia spesso sono
davvero minate. Si sta perdendo un po’ la bellezza delle cose semplici. Una
bambola che non parla, non cammina, non canta può ancora soddisfare le esigenze
dei piccoli dell’era moderna? Dal canto mio, sono convinta che una bambola di
pezza; possa donare magie infinitamente più grandi di quelle tecnologiche! Un
tuo pensiero.
In un mondo di bambole che cantano,
ridono, camminano, ballano, si ammalano e guariscono, che cosa possono offrire
le mie bambole, così ferme e mute a un bambino di oggi? Me lo sono chiesta così
tante volte! Rimango stupita dal vedere quanto le mie figlie preferiscano le
bambole fatte da me e dai racconti delle
mamme e nonne che hanno fatto dono ai
loro bimbi di una bambola di pezza nata dalle loro mani. Queste bambole, così
calde, pesanti, che sembra che restituiscano lo sguardo, che profumano di casa,
non fanno fatica a diventare “le preferite”. Di maschi e femmine, senza
distinzioni. Una bambola “muta” fa parlare il bambino, gli lascia lo spazio
immenso di cui ha bisogno la sua immaginazione per correre e sgranchirsi per
bene le ali. Le bambole poi con la loro particolare espressione, appena accennata
e mai definita, possono portare il
bambino a riconoscere le diverse emozioni e farne esperienza. Nessuna
tecnologia, a mio avviso, può offrire tutta questa ricchezza.
Tutte
noi abbiamo avuto una bambola e mi farebbe piacere che tu ci raccontassi della
tua.
In realtà, non ho memoria di una bambola in
particolare. Avevo un orso che avevo chiamato Tappo. Ho avuto l’immensa fortuna
di crescere a contatto con la terra, con gli alberi e gli animali. Giocavo all'aperto con i miei cugini e mia sorella, ci arrampicavamo sugli alberi,
accudivamo i gatti randagi, inventavamo giochi pieni di regole astruse e
giocavamo a palla. Costruivamo rifugi segreti, ci travestivamo, dandoci dei
nomi inventati, scrivevamo lettere segrete che poi lasciavamo sui davanzali. I
miei ricordi di giochi sono legati a questo, più che a una bambola o un
giocattolo in particolare.
Tra
tutte le tue piccole creature; quale hai amato di più? E perché?
Sicuramente le mie prime due bambole,
Giulia e Anita, nate per le mie bimbe. Piene di bozzi e imperfezioni, ma anche
di tanto, tanto amore, incertezze, trepidazioni e speranze.Una con i capelli
biondi, l’altra con i capelli color carota, un po’ spelacchiata. Pensavo che
sarebbero rimaste le mie uniche bimbe di lana e, invece, vado avanti senza
fermarmi da quasi otto anni ormai. È cominciato tutto insieme a loro.
Se dovessi definirti in una sola parola, quale
sarebbe e perché?
Per una chiacchierona come me,
definirsi in una sola parola è davvero un’impresa titanica. Se proprio dovessi scegliere, userei la
parola “Bambolaia”. Che poi, nel mio modo di vedere, fare le bambole, è molto
più che un’attività di artigianato. È, più che altro, uno strumento d’introspezione,
che mi ha aiutato a riconoscere le mie
ferite e i miei colori e, attraverso un ago metaforico, mi ha donato la
possibilità di “ricucire” le ferite e ricamare i miei pensieri con colori
luminosi.
Oltre
a questo tuo fantastico mestiere di “Bambolaia”, chi è Cinzia Ferrari nella
vita di tutti i giorni?
Nella vita di
tutti i giorni sono una donna che deve gestire un lavoro “normale” part-time,
due bambine e un grande progetto. Cerco di organizzarmi più che posso per farci
stare tutto nelle mie giornate. Mi piace la semplicità, i buoni libri, le cose
fatte in casa, camminare nei boschi, mi piace ascoltare le storie, il lusso del
tempo lento.
Com'è possibile farci realizzare una bambola da te?
Quali sono i costi?
In realtà, io
faccio pochissime bambole su commissione. Mi sembra di “privare” le persone per
cui lavoro di una bellissima opportunità che avrebbero per sé. Cucire una
bambola con un buon intento, facendo attenzione al percorso metaforico, come
insegno io nelle Guide che scrivo, conduce chi lavora in uno stato di benessere
emotivo e mentale. Mi piace che quante più persone possibile provino questa
cosa e la portino nella loro vita di tutti i giorni. E poi, farsi cucire una
bambola Waldorf è molto costoso. I materiali sono preziosi, ma la vera risorsa
da investire è il tempo. La fretta non fa bambole belle. Quindi, io suggerisco
sempre di provare a far nascere una bambola con le proprie mani. È molto più semplice di quel che sembra e, lo
vedo succedere ogni giorno, basta cominciare per non volersi fermare più. Ci
sarà un motivo, no?
E
giungo alla mia ultima domanda, di rito per Oltre scrittura, e ti chiedo:
quanto è importante nella tua vita sognare?
La dimensione del
sogno è sicuramente fondamentale nella mia vita, nelle mie giornate. Credo che
sia un grande allenamento a rimanere aperti alla meraviglia, all'immaginazione,
allo stupore. Il sogno ci fa vedere oltre, ci fa sperimentare prospettive
diverse. È importante, però, che i sogni rimangano vivi, respirino e vengano
portati nella concretezza della vita di ogni giorno. Che diventino obiettivi,
proponimenti, idee, azioni. Il sogno riposto in un cassetto, tirato fuori ogni
tanto per sospirarci un po’ sopra ed essere nuovamente riposto, non ha utilità,
perde il suo potere e la sua carica trasformativa. Quindi, dal mio punto di
vista, sognare sì, ma poi agire, anche
nel piccolo, e trasformare la realtà. È questa
la cosa più simile alla Magia che io
conosca ed è questo che cerco di fare con il mio lavoro di Bambolaia.
Ringraziando
Cinzia per questa bellissima intervista; ricordo la sua pagina FACEBOOK e il
suo SITO dove potrete conoscere meglio il mondo magico delle bambole.
Molto bella la tua storia, anche la mia è simile.ti seguirò auguri per tutto
RispondiEliminaBravissima Cinzia,con la tua dolcezza e semplicità hai raccontato la tua arte di Bambolaia e avrai fatto sicuramente sognare!!!
RispondiEliminaAnche io faccio bambole ma le tue sono meravigliose complimenti brava
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