A OLTRE SCRITTURA IL CANTAUTORE EDOARDO DE ANGELIS


Uno dei più noti cantautori italiani, nel corso della sua lunga carriera ha collaborato con molti tra i più grandi nomi della canzone d'autore italiana; è stato anche produttore e discografico, ed è entrato nella storia della musica leggera italiana come autore della celebre Lella, che è diventata un evergreen della canzone d'autore italiana (reincisa da moltissimi interpreti).

 



  “Le parole e la musica sono ingredienti

 dello stesso incantesimo

 solo se dosati bene creano Magia”

M.P

“Il mago non arriva da Parigi con la valigia piena di segreti non servono le luci di un teatro all’anima leggera dei poeti e gli uomini si lasciano incantare e vogliono guardarlo da vicino il mago ha gesti rapidi, eleganti, il cuore spensierato di un bambino…”Edoardo De Angelis (Nuovecanzoni)

Solo la magia del saper concepir la vita con leggerezza, tanto da lasciarla libera di volare oltre gli ostacoli, le paure; spingere il cuore sempre più in là del possibile può plasmare artisti del calibro di Edoardo De Angelis.

Un uomo che ha saputo cogliere le opportunità e con fatica e sacrificio crearne altre.

È impossibile in poche righe racchiudere la sua vita artistica. Lui è un viaggio nella musica italiana. Un’ icona del cantautorato. Un artista che ha saputo farsi amare e apprezzare a livello internazionale. Un professionista caparbio e sognatore.

Protagonista nel panorama musicale da oltre 50 anni. 

Dal lontano 1971 quando, insieme al suo amico Stelio, esordì con la canzone in dialetto romano “Lella” per lui si sono aperte le porte dei suoi sogni ed è stato un susseguirsi di esperienze umane e artistiche che lo hanno portato a collaborare con i più grandi nomi della musica Italiana. Quanti ricordi, quanti momenti indelebili ci potrebbe raccontare. In questo spazio cercherò di rispolverare con lui i suoi bei ricordi, le sue emozioni e conoscere i suoi progetti futuri perché l’estro, l’entusiasmo e l’amore per ciò che fa in lui è acceso più che mai!  Edoardo non è un uomo che sta fermo: lui agisce, propone, crea. Un uomo eclettico che spazia in diversi campi artistici; e forse è questo il motivo del suo grande successo che, in tutti questi anni, lo vede protagonista del panorama musicale italiano sia come autore sia come produttore musicale, e molto altro. Ho conosciuto Edoardo sui Canali social, di lui mi ha subito colpito la sua grande umiltà dote rara, insita solo nei Grandi artisti. E sono davvero onorata oggi di conoscerlo meglio qui con voi.

Si potrebbero scrivere pagine sulla sua carriera, lui è testimone di un passaggio epocale. I tempi le mode cambiano, vero, ma le capacità e il talento. se si posseggono realmente, resistono ed esistono! Ed Edoardo le ha. Mi piace questa frase che ho trovato sul suo sito: “Perché un uomo non è niente Se non porta nel suo cuore la ricchezza degli amici e le ragioni dell’amore” E ho proprio una domandina pronta …

 Innanzitutto ti ringrazio di essere qui, Lella è stata la tua prima canzone e ha fatto da apripista al tuo successo.  Come è nata?   

 

LELLA è nata da quella benedetta casualità che è, nella realtà, figlia inconsapevole di una serie di intrecci, letture, esperienze, incontri, ascolti. Se vogliamo trovare almeno un paio di “radici” sensibili, dobbiamo risalire alle atmosfere delle letture appassionate di Pasolini e Gadda, per quanto riguarda la storia e il testo… con l’aggiunta di un piccolo particolare, che non confesserò, legato a un’altra importante lettura, “Sonata a Kreutzer” di Tolstoj. Relativamente alla parte musicale… direi che ci sono riferimenti abbastanza precisi di ispirazione “Saigon bride” di Joan Baez. Ogni canzone nasce da un mondo che abbiamo dentro, affiora in pochi minuti, o ha una gestazione di anni. È come camminare su un filo, e non è detto che si arrivi sempre dall’altra parte, nel porto desiderato.

Nel 2010 con l’Editrice Zona pubblichi il tuo libro + cd “Te la ricordi Lella”.  Di questa tua canzone cosa porti nel cuore?  

LELLA è stata, ed è, gioia e dolore. È stata, nel tempo, una corazza che mi ha imprigionato, impedendo ad altre canzoni, che pure amavo, di raggiungere il suo successo. Ogni album, ogni nuova canzone portata in radio, o in televisione dal Baudo o dal Minà di turno, era sempre seguita dalla stessa frase: “Però adesso ci fai riascoltare anche Lella, vero?” Cinquant’anni in promozione forzata. Ma anche una bella soddisfazione sapere che ogni giorno viene cantata e suonata un po’ ovunque...

Agli inizi della tua carriera incontri Francesco De Gregori, del quale diventi produttore artistico per i due album di esordio, Alice non lo sa e Francesco De Gregori. Due parole su questo grande artista. 



Mi viene attribuita la virtù di saper individuare con facilità il talento in chi lo possiede. Con Francesco è stato in realtà molto facile. La sua fragilità giovanile, in realtà solo apparente, era un carattere accattivante. Il nostro rapporto ha vissuto tutto il bene e tutto il male del mondo (per rubare una frase a Sergio Endrigo), e oggi, dopo cinquant’anni dal via, ha ritrovato pace, serenità e affetto.
 Il suo carattere, sempre definito difficile, con l’età si è molto addolcito. Credo che nel nostro mestiere Francesco sia ancora il più grande. Dev’essere per questo che lo chiamano Principe.

Nella tua lunga carriera c’è stato un momento che hai pensato prendere un’altra strada?

In realtà mi sono appassionato anche ad altri aspetti della creatività, dell’organizzazione. E quando non mi vengono idee sufficienti per la scrittura, imbratto tele con colori e altri materiali, come sabbia, legno, rame, vetro, limatura di ferro. Ma credo che scrivere canzoni e cantare sia per me una specie di vocazione, quindi irrinunciabile. Non ho mai pensato a soffocarla, no, mai.

Nel tuo percorso artistico hai seguito più la testa o il cuore?  

 Sempre il cuore, mai la testa. Solo un po’ di mestiere è sopraggiunto, con il tempo, per limare i versi, sistemare le note, andare incontro alle collaborazioni.

Tra le tue tantissime collaborazioni, con quale artista ti sei sentito più affine?

 Ammirazione e stima giganti per Milva, tenerezza e affetto per Mia Martini, smisurata considerazione per l’amica Tosca; De André il più sorprendente, De Gregori il più intelligente, certamente Endrigo il più vicino umanamente. Ma in generale ho sempre sviluppato buone sinergie affettive e professionali con tutte e tutti. Non ricordo eccezioni.

Nel dicembre 2022 hai inciso il tuo nuovo album Il Cantautore Necessario– Vol. 2°, condiviso con Michele Ascolese, con la produzione artistica e la partecipazione di Francesco De Gregori. Perché questo titolo?  


Per affermare e ribadire l’importanza della “categoria” nella nostra letteratura, nella nostra vita sentimentale, affettiva, sociale, politica. Prova a pensare cosa sarebbe stata la nostra esistenza se Modugno non fosse esistito, e non avesse quindi messo in atto quella rivoluzione che nel 1958 cambiò la nostra musica e la nostra cultura … la nostra vita
.

 

Il Cantautorato resisterà in un mondo sempre meno pronto all’ ascolto e alla riflessione?   

Questa è una bella domanda, e difficile. Gli ultimi grandi talenti, Silvestri, Bersani, Fabi, hanno già una bella età, e i giovani forse nemmeno li conoscono. Nelle nuove espressioni musicali, a mio avviso, l’ultimo grande esempio è quello di Caparezza… che quest’anno arriva a cinquanta. Come Brunori … Non so. Certo, la canzone d’autore ha seguito, informato, accompagnato i fermenti culturali … mi auguro che questo buio medioevo culturale, sociale e politico possa mutare da bruco a farfalla nel prossimo Rinascimento. Ma, per dirla con Guccini e i “suoi” Nomadi … noi non ci saremo.

Una tua considerazione sul panorama musicale attuale.  

La parte critica della risposta era insita nella precedente. Aspetto, con (im)pazienza di scorgere una piccola lama di luce nel buio… e nel frattempo mi godo la voce di Tosca e gli ultimi lavori di Fossati, Battiato...

Domandona, la tua più bella canzone?  

La mia personale classifica cambia di giorno in giorno, anche in base alla tipologia di appartenenza. Sentimentali: Novalis, Un dolore più gentile, Abbracciami. D’impegno: La stella di Davide, Una Storia Americana, Un’altra medicina, Galileo, Il dolore del mondo. Sono troppe?

In collaborazione con la A. C. CulturArti realizzi l’iniziativa “Anche le statue parlano,” progetto culturale di inclusione per i più importanti distretti museali italiani, che ha inizio nel mese di ottobre 2021. Ti va di parlarcene?  

Un progetto fantastico, nato (forse) casualmente, che mi appassiona. Finanziato dalla Regione Friuli-Venezia Giulia e organizzato dalla Associazione Culturale CulturArti di Udine consiste in una serie di visite teatralizzate in diversi distretti museali, non solo italiani. Scrivo, a mio modo, le storie di statue, opere, personaggi, e due straordinari attori, Caterina Bernardi e Alessandro Maione si occupano della regìa e della interpretazione dei testi. Io lego i passaggi con alcune canzoni che attengono al percorso, alle storie. Sold out ormai a ogni replica, stiamo attraversando il terzo anno e scrivendo il quarto. Grande soddisfazione e grande successo. Sul mio canale You Tube sono disponibili anche i trailer relativi a un paio di Musei.


Il progetto è rivolto a tutti con un’attenzione particolare alle categorie più fragili (non vedenti e ipovedenti), in che modo?

Naturalmente queste categorie di persone sono svantaggiate nella fruizione dei Musei, Con la nostra iniziativa possono entrare in contatto con la storia delle opere, e, in alcuni casi possono anche toccarle mentre ascoltano le storie dagli attori e le mie canzoni.

 Se potessi viaggiare nel tempo e conoscere un personaggio storico chi sarebbe e cosa gli domanderesti?  

Altra bella e difficile domanda. Mi rifaccio a due delle mie canzoni predilette, e rispondo: Galileo e Ernesto Guevara. Al primo chiederei quale sia il prezzo da pagare per difendere le proprie idee fino in fondo. Al secondo chiederei qual è il punto in cui diventa necessario usare la violenza, il sangue, per affermare la libertà, ridare la voce a un popolo. Due quesiti solo apparentemente diversi ...

Descriviti in una sola parola?

Se mi consenti di usare il titolo di una canzone di Tosca, rispondo “Ho amato tutto”. Costretto a usare una sola parola, direi “Impegnato”.

L’ingrediente giusto per scrivere una canzone è?

Avere una prepotente curiosità che ti apra gli occhi sul mondo, sull’arte, sulle vite degli altri, la letteratura, la poesia, il cinema. Avere il dono dell’intelligenza, della misura, della pazienza. Leggere sempre, perché così si impara a scrivere. Riuscire a pensare mentre si viene travolti dalla passione. Fermarsi, se non si è pienamente convinti di fare qualcosa anche per gli altri.

 

“Perché un uomo non è niente Se non porta nel suo cuore la ricchezza degli amici e le ragioni dell’amore” è questo il vero successo per te?

 Certo. Essere e non avere è l’ausiliario giusto. La ricchezza vera, quella che ci accompagnerà oltre il confine, è la ricchezza dei sentimenti, degli affetti. La mano di un amico è il solo appiglio utile nella tempesta.


Ringraziando di cuore Edoardo De Angelis per avermi rilasciato questa intervista, ricordo agli amici il suo

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Foto inserite nell' articolo: Edoardo e Stelio - Cordino 1969 - Foto Peppe D'Arvia. Edoardo e Francesco De Gregori - Presentazione Alice non lo sa - 1973 - Foto Peppe D'Arvia.Servizio fotografico Mariacristina Di Giuseppe 2002 - 2004 .


Intervista a cura di Monica Pasero 

Commenti

  1. Edoardo non ha avuto il successo e la visibilita' di molti dei suoi colleghi con cui ha collaborato ma rimarra' con loro, un "caposaldo" della Canzone d'Autore,quella Autentica che parte dal cuore

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