OLTRE SCRITTURA SEGNALA: PRIMA DI ANDARE E ALTRI RACCONTI, LA NUOVA OPERA DI GIULIA CALFAPIETRO, LES FLANEURS EDIZIONI.
Giulia Calfapietro è una
riconosciuta poetessa e questa qualità, così tanto insita in lei da
rappresentare quasi la sua vera declinazione esistenziale, si riverbera
ampiamente anche nella produzione narrativa. In questa raccolta, sia nel
romanzo breve che nei racconti, la scrittura sembra infatti oltrepassare i
limiti della semplice prosa, rifiutando tuttavia di legarsi a generi letterari
predefiniti o teorici. Però assume, e questo va detto subito, la squisita
connotazione del sogno. Realizza sulla pagina forme surreali oppure astratte,
come se fossero pennellate di colore sapientemente e consapevolmente vergate
sul bianco della tela.
L’andamento delle vicende e
lo sviluppo delle scene si dipanano in contrappunto. Si intrecciano e si
diluiscono tra il passato remoto e l’imperfetto e, convivendo col presente,
conferiscono alla scrittura il senso della gioia pura di narrare. La dimensione
onirica che aleggia sull’intero libro è comunque stemperata da un realismo a
volte anche aspro, e altre volte invece struggente, mai però anodino. Mentre
sembra rappresentare, il sogno, la trabeazione che sormonta, rafforza e tiene
insieme le colonne doriche della realtà.
Il tono narrativo è
colloquiale, spesso confidenziale, simile a scampoli di una conversazione udita
attraverso gli usci delle case dove i protagonisti vivono, e dove le azioni
sono e si consumano. Vicende diverse nei vari racconti, che sono ricondotte
comunque a unità dal senso di movimento, e di ricerca della novità, che in
fondo sono il fine stesso del viaggiare. E così il raccontare vola sui fatti,
registra le impressioni raccolte nel corso di questo lungo andare tra le tante
vite, fino a restituire il retaggio di tutti gli incontri attraverso quelle che
sembrano le variopinte tessere di un mosaico, fatto di tante piccole immagini.
In realtà paradigmi in cui si sostanzia la visione stessa dell’esistere.
Si avverte fortemente la
percezione dell’incompiuto, o del non raggiunto. Del desiderio che impatta
sulla corazza dura della realtà, contraddicendo le attese, ma non si infrange,
non si distrugge piuttosto si rinnova. In una rappresentazione letteraria della
vita che sfiora il limite dell’assurdo senza mai oltrepassarlo.
L’afflato che anima il libro
è quasi crepuscolare, fuori dalla tentazione di tracciare falsi miti o proporre
falsi eroi. Il suo caleidoscopico mondo è quello delle piccole cose, sia nella
visione delle gioie più pure che del dolore più acuto. Su tutto si erge il tema
ricorsivo dell’infanzia, vista come età dell’oro a cui tornare con il pensiero
per rinnovarlo, fermo e incontaminato, così come incontra la realtà che lo
circonda. Tinta di quella incantevole sinestesia di cui alcune pagine sono
davvero capaci. Sensazioni che si sciolgono nell’intreccio con il verosimile e
lo trasformano in seduzione, in un richiamo potente che trascende la realtà
delle quotidiane vicende.
Sì, quello che Giulia crea è
anche una sorta di Dizionario fantastico capace di descrivere il mondo, il suo
mondo. Poiché il mondo di ciascuno altro non è che percezione della propria
mente. O sarebbe meglio dire della propria anima. Il libro trabocca dell’ansia
di vivere, persino quando nel paradosso descrive la morte. Per sottrazione
disegna la nostalgia finanche della malattia, della miseria, del rapporto
difficile ma sano coi veri significati della vita.
La lettura di questi racconti
offre il gusto di una esistenza semplice, salvifica nel segno concreto di
valori da contrapporre alla liquidità, che in un contesto sempre più lontano
dal senso più profondo di civiltà, rischia di trasformare tutti in solitari
robot più o meno telecomandati. Le memorie e le vicende, che qui assumono la
forma di prose brevi, quasi pagine di diario, restituiscono una visione del
mondo coltivata senza tristezza in mezzo ai rumori della città e allo scorrere
frenetico delle sue giornate. Sprigionano il profumo delle immagini, delle
parole, dei colori, dei suoni. I frammenti di storie spersi tra le pagine
apparentemente non sempre hanno tra loro un filo narrativo, se non nel cuore
del lettore stesso. Certamente però esiste un fil rouge, un intento
comunicativo. Rappresentato forse dall'emozione. Un'emozione semplice, genuina,
disarmante, che accarezza il cuore e la mente dissolvendo l’universale visione
dell’esistenza intesa come unica possibile versione delle cose.
Procedendo con la lettura,
però, ci si accorge che tutto questo è molto lontano da un consolatorio
qualunquismo di sentore utopistico. C’è invece una disposizione verso la realtà
che della stessa coglie prima di tutto il momento enigmatico. L’attimo che
sospende e livella ogni cosa aprendo la mente, nella sostanziale impossibilità
di dare sempre e soltanto una univoca interpretazione delle cose. Perché
l’umanità e la storia sono fenomenologia pura.
E questo nel libro avviene
attraverso il linguaggio, che scardina gli automatismi che ne segnano l’uso
ideologico, non solo nel mondo delle comunicazioni e delle informazioni, ma
anche in quello della letteratura. Invece di tendere allo stravolgimento della
sintassi ordinaria delle emozioni, Giulia percorre una via in apparenza più
semplice ma in realtà più ardua. Che non risiede in una lingua elitaria,
sfavillante, privilegiata, piuttosto nella effettiva capacità di sentire la
vita e nella propensione di chi legge ad accogliere le storie a mente aperta.
Un linguaggio che raggiunge l’intimo di ciascuno e al tempo stesso di tutti,
riuscendo insieme individuale e collettivo.
BIOGRAFIA AUTRICE
Giulia Calfapietro è nata ad Acquaviva delle Fonti (BA), dove vive ed insegna letteratura inglese presso il liceo linguistico don Lorenzo Milani. Sei anni fa decide di riprendere a studiare e si laurea in Letteratura, arte, musica e spettacolo. Presidente dell’associazione culturale sul territorio “A casa di Giacinto” ha avuto l’opportunità di collaborare con scrittori, musicisti e attori di ogni tipo. Amante della poesia ha pubblicato per la casa editrice Pagine diverse raccolte in versi fra le quali La voce di dentro, con la quale ha vinto il primo premio assoluto 2017 Citta di Milano – Emozioni poetiche. Per “Aletti” invece pubblica le sillogi Mitiracconto (2017) e Il cuore in saldo (2020) e si apre alla scrittura di racconti e romanzi brevi. Oggi scrive per il quindicinale pugliese La voce del Paese e fa parte della redazione letteraria della rivista poetica internazionale Le Muse. Ha da poco ultimato la traduzione e l’editing in lingua inglese del romanzo E Adesso Parlo di Maria Teresa Liuzzo ed. A.G.A.R. per la Clint Eastwood production (USA).
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