A OLTRE SCRITTURA L'EDITORE DIEGO GUIDA
L’amore per i libri
e per
la propria terra
fanno da perno
al suo
grande impegno
e successo editoriale.
Quando le radici sono solide e l’amore per la propria terra
è alimentato di generazione in generazione, non possono che nascere uomini forti,
perennemente in prima linea per la salvaguardia e la valorizzazione delle
proprie origini. L’ospite di oggi arriva
da una lunga stirpe di editori e librai attiva nell’ambito culturale fin dagli
anni venti. L’amore per i libri e
per la propria terra, fanno da perno
al suo grande impegno. Tutto questo avviene nel cuore
della bella Napoli, dove è sita
questa valida realtà editoriale che porta una ventata di speranza alla
buona editoria italiana. È la prima volta che intervisto un editore e sono
decisamente orgogliosa di essere giunta a lui.
A Oltre scrittura con grande piacere ospito l’editore Diego Guida.
Ringraziandola di
essere qui le chiedo subito: la sua famiglia è attiva, nell’ambito letterario, dagli
anni venti e ha vissuto in prima persona il cambiamento culturale, passando dai
grandi nomi del passato, fino agli
“scrittori” dei giorni nostri.
Cosa si è rubato il progresso? Le migliorie editoriali, l’arrivo del digitale,
quanto davvero hanno aiutato il lettore e la buona scrittura?
Cosa si è rubato il progresso, mi domanda?, ma …si
è rubato di certo il piacere del vivere con i giusti tempi, con la
disponibilità all’ascolto, ed alla riflessione, sigh! La prorompente vitalità
innovativa ha intaccato innanzitutto l’organizzazione delle nostre giornate
che, oggi, ci vedono andare sempre di corsa, alla ricerca di…non si sa
esattamente cosa. Questa continua corsa, che altro non è che la manifestazione
di tanta insoddisfazione che pervade ognuno di noi, ci spinge a ricercare in
continuazione, ed a rifletter meno, dunque a non godere più tanto di momenti di
intimità, dei tipici momenti che sono dedicato alla lettura. Ma questo è il
progresso e noi non possiamo farci nulla, se non adeguarci, ed proporci con le
nostre idee e la nostra caparbietà, mantenendo vivo l’interesse per la
condivisione di idee e contenuti intellettuali.
Se dovesse definire lo “scrittore” come lo definirebbe?
Certamente è un pensatore. Un pensatore cui va il
merito di voler condividere i suoi pensieri e le sue fantasie, che sono il sale
della vita.
La sua casa editrice ha donato 32 mila libri a 202 carceri
italiane, cito le sue parole “È stato un onore per me, aver potuto
effettuare questa donazione. I libri, per definizione, sono porte aperte verso
la libertà, ed è proprio a Poggioreale come a Rebibbia, che potranno svolgere
con maggiore incisione il loro compito. L’augurio è che questi piccoli, ma
significativi testi, aprano la mente dei lettori e li invitino a credere di più
in se stessi e nella vita di fuori che li aspetta “ E qui la mia domanda: un
libro dovrebbe saper comunicare o almeno aprire nel lettore uno spunto di
riflessione o uno stimolo a migliorarsi. Quanto tutto questo, a oggi, conta
ancora nella scelta di un manoscritto?
Con l’operazione donazione alla carceri ho voluto
dare un segnale forte di attenzione verso il sociale e verso i temi più
difficili da trattare, e dunque ho immaginato che offrire chiavi positive per
la vita del dopo reclusione potesse essere
un modo per esprimere un segnale di speranza per un futuro migliore.
La scelta di pubblicare un manoscritto, poi,
dipenda anche da tanti altri fattori, purtroppo non solo dalla qualità dei
testi ricevuti. Io sostengo sempre che l’editore deve avere un occhio rivolto al
testo di qualità, ma con l’altro occhio deve assolutamente tener conto anche del
bilancio della sua impresa, perché gestire una casa editrice è anche saper
gestire un’azienda.
Leggendo il suo curriculum non posso che affermare che se
c’è qualcuno in grado di fare chiarezza sul mondo editoriale e dare qualche
spunto ai tanti scrittori e lettori, presenti, è proprio lei! Per cui le chiedo
un suo parere sulla situazione editoriale odierna ?
Per rispondere correttamente a questa domanda
avremmo bisogno di tanto, tanto tempo e
spazio. In Italia sono troppo poche le iniziative per la promozione della
lettura e del libro. La nostra associazione di categoria, l’AIE-Associazione
Italiana Editori, si spende tantissimo per questo, ma dalle Istituzioni torna
un modestissimo riscontro, eppure la ricchezza culturale di un paese è
strettamente correlata alla ricchezze del suo PIL – prodotto interno lordo, ma
questo pare essere uno dei temi meno interessanti per la politica italiana,
sigh! Eppoi anche i recenti stravolgimenti nel nostro settore: la fusione tra
Pde (il distributore) e la Feltrinelli, poi fusasi nelle Messaggere (altro
grande distributore), la fusione tra la Rizzoli e al Mondadori, insomma un
mercato che non fattura 3 miliardi di euro (meno del solo marchio Nutella…) che
resta nelle mani di pochi, e questa non è di certo cosa buona…
Vista la sua grande esperienza,
le chiedo un consiglio per me e tutti gli emergenti che si affacciano al mondo editoriale,
cosa dobbiamo evitare e perché ?
Evitare di cadere tra le grinfie degli
approfittatori. Ma soprattutto, evitare di ritenersi gli autori del secolo che
vanno assolutamente pubblicati perché autori di testi straordinari. Basti
ricordare che finanche Alberto Moravia pubblicò il suo primo libro con una
tipografia, senza editori, sostenendo tutti i costi relativi. Non per questo
non è stato, poi, in grado di farsi conoscere nel mondo letterario italiano ed
internazionale.
Il talento, secondo
lei, conta ancora qualcosa nel 2015 o ormai e un’utopia di noi poveri emergenti
?
Il talento è sempre una ricchezza e non deve andar
sprecato, ci mancherebbe! Nulla è utopia, se fortemente voluto, questo mi ha
insegnato la vita, fino ad oggi.
Tra i tanti autori pubblicati, negli anni dalla sua casa
editrice, ve n’è uno in particolar modo che le va di ricordare ?
Certamente il recentissimo volumetto pubblicato
con il quotidiano napoletano Il Mattino, esattamente in 48 ore ed in 110 mila
copie. La scomparsa del musicista e cantante Pino Daniele: era stata tanto
improvvisa da sconvolgere tutta Napoli e noi,
a scrivere subito, senza dormire per 2 notti, abbiamo realizzato un
lavoro con i giornalisti Titta Fiore e Federico Vacalebre per ricordare Pino al
meglio e subito.
Ma questo è il racconto di un recente volume
realizzato con la passione e con l’urgenza di lasciare un segno, la produzione
della Guida affonda, le sue radici nella pubblicazione di volumi di Filosofia,
Storia e Scienze umane, come non ricordare, ad esempio l’edizione critica di
Luigi Firpo all’Utopia di Thomas Moro?, oppure la realizzazione i 3 volumi
delle lezioni di Storia delle religioni di Hegel con cui nello scorso 2013
abbiamo anche vinto il premio per la traduzione voluto dal Ministero per i Beni
Culturali in uno con il Ministero per gli Affari Esteri? E che dire de “La
scomparsa” di George Pererc, un racconto di 500 pagine scritto SENZA MAI utilizzare la lettera “e”
dell’alfabeto, oppure dell’italianissima storia dell’Europa di Giuseppe
Galasso?, o anche….
Oltre a essere un grande professionista, chi è Diego Guida
nella vita di tutti i giorni?
Sono un padre di due bimbi, un marito come tanti,
ed un appassionato di viaggi, di cinema e di…lettura
Ultimissima domanda, di rito per il mio blog, quanto è
importante il sogno nella sua vita?
Senza sogni…che
vita avremmo?
Ringraziandola per questa interessante intervista, ricordo agli amici del blog il sito della GUIDA EDITORI
Ringraziandola per questa interessante intervista, ricordo agli amici del blog il sito della GUIDA EDITORI
Intervista a cura di Monica Pasero.
Splendido.
RispondiEliminaGrazie Antonio di seguirmi!
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