A OLTRE SCRITTURA L'ARTISTA MICHELE DE TULLIO

Viviamo d’amore
 così ogni passo avrà luce sul nostro cammino…”

Uno spirito libero il suo, in fondo un po’ come l’arte che sprigiona la sua energia senza

costrizioni esterne. L’ospite di oggi inizia il suo cammino artistico in giovane età, affascinato dal colore e l’immaginario. A soli diciassette anni espone la sua prima personale. Ribelle con un’infanzia difficile alle spalle, trova nell’espressione artistica le sue radici, la sua forza che lo condurranno a scelte radicali, estraniandosi così da una società convenzionale e vivendo appieno le sue forti passioni per la pittura e la musica. Purtroppo la cruda realtà, di quegli anni, lo porterà a cambiare rotta intraprendendo strade più sicure e responsabili, ma il suo cammino muterà ancora portandolo a scoprire la parte più intima del suo spirito, anche qui la sua perenne evoluzione gli donerà nuove vie, arricchendo il suo bagaglio già di grande esperienza. A Oltre scrittura con immenso piacere ospito il cantautore e pittore, Michele De Tullio.  

Intervista a cura di Monica Pasero.


Ringraziandoti di essere qui parto subito col chiederti: ti definisci un uomo in cammino, io aggiungo in perenne evoluzione, hai una meta?

Sì, direi "una persona in cammino". Il sentiero su cui muovo i miei passi mi fa stare bene con le persone che frequento, che mi capita d'incontrare e con me stesso, per cui  penso che prometta e conduca a un’evoluzione (se con questo termine s'intende anelito verso la pienezza del proprio essere). Ecco io mi sento pienamente realizzato, ogni qualvolta mi ritrovo a "amare con conoscenza" (due parole che traduco con un solo termine, “Sapienza”).
La mia meta è "semplice", mi basta essere presente ora, mentre scrivo, qui dove sono, con sapienza. Mi occupo continuamente di questo, questo è il mio cammino: cercare di vivere in presenza con amore e conoscenza.

L’arte, il tuo bisogno di conoscenza, quanto ha influito nelle tue scelte di vita?

L'arte mi ha tirato per i capelli. Al principio degli anni settanta frequentavo le sale giochi più malfamate. Risse e scazzottate fra i ragazzi servivano a loro per essere "ben" considerati, e ai malavitosi per reclutare carne fresca per lo spaccio, rapine ed estorsioni. Per tutta la rabbia che mi portavo dentro, una di quelle sale diventò presto il mio ring, senza però che io lo volessi. Bastava rompere qualche naso e spaccare
qualche dente per non avere rivali. Mi chiamavano "il barese", un nome che diventò un lasciapassare anche per i miei amici. Furono due professori delle scuole medie con la considerazione che ebbero per quello che scrivevo e disegnavo a "depistare" un percorso che forse mi avrebbe condotto ben presto ad atti criminosi gravi. Cominciai a curare la mia scrittura, a disegnare e dipingere di più. Arrivò l'estate del settantuno, avevo dodici anni (per la storia che avevo alle spalle, l'età anagrafica è solo un riferimento relativo), andai a lavorare in campagna per comprarmi la chitarra e i colori a olio: iniziò il mio primo fervore artistico e con esso il mio primo tracciato che segnava la distanza dall'oscura vita precedente e quella fatta di colori e musica che timidamente mi si apriva davanti. Continuai a lavorare in una segheria per potermi comprare libri e riviste d'arte, così conobbi nuovi amici di viaggio: Raffaello, Leonardo, Michelangelo... e gli impressionisti. L'arte e la conoscenza mi hanno tirato per i capelli, mi hanno messo in catene: amo queste catene... io le detesto... le amo, mi tengono a freno e facendolo, mi liberano sempre più.

Nei tuoi quadri spicca la naturalezza delle cose semplici, mare, natura, paesaggi sono spesso arricchiti da tonalità di luce che rendono, ogni tua opera più che una
semplice tela, una finestra sul mondo?  Tra le tante tue opere, sono rimasta affascinata da “Il bacio”, vuoi raccontarci com’è nata questa tua creazione.    
 Guardare e scrutare ciò che ci circonda risveglia la nostra memoria emotiva dei colori, della luce, dei profumi... lo stesso ci accade con i suoni e con le parole ascoltate una per una. Quando nuove sensazioni si affacciano nel nostro sistema di decodifica delle emozioni e proviamo a esprimerle, allora troviamo riparo
nelle metafore, nelle analogie, nella simbologia...: è qui che s’incomincia ad avere l'ispirazione artistica, ad andare oltre il visibile, il conosciuto. Io osservo la natura e spesso dai suoi elementi traggo ispirazione e ciò non per dipingere un paesaggio (anche quando mi è commissionato), ma per rappresentare quello che non mi è ancora del tutto comprensibile. Alcune mie opere, anche quelle di una semplicità estrema (v. "Spazio blu" e "Il Bacio"),
le ho dipinte non perché mi piaceva la barchetta in mezzo a un bel mare o un isolotto con le sembianze di due innamorati. Al momento mi sembravano due temi del tutto banali, ma c'erano delle sensazioni per me indecifrabili e prepotenti che mi spingevano a dare loro forma.

 Basta osservare quella barchetta: non ancorata e senza remi, non è in alto mare, la spiaggia è a vista... è ferma su un mare limpido e calmo. Nel suo insieme è uno stato d'animo, anzi esprime un desiderio, una necessità: solitudine (non isolamento) e libertà.Direi quindi una "finestra sull'anima" piuttosto che "sul mondo".
Questo vale per "Il Bacio". È un monumento all'amore, vicino alla costa, visitabile, circumnavigabile. L'idea mi è venuta
soffermandomi sulla bellezza dei faraglioni e in particolare quelli di Scopello in Sicilia.Fra le opere più complesse colgo l'occasione per citarne altre due che fanno parte dello  stesso mio Album antologico "... andare... Andare oltre": "Alla memoria di quelli che verranno" e "L'arrampicatore".

La cosa che noto nelle tue tele è la tua voglia di sperimentazione, le tecniche usate sono più di questa tua ecletticità, a cosa è dovuta ?

La sperimentazione è in genere per gli artisti un secondo canale. Nasce dal desiderio di ricerca per sviluppare al meglio la propria arte, ma è anche quello delle opere su commissione che non coincidono con il proprio percorso artistico o che accontentano il mercato. Per i pittori non sempre è controproducente quest'attività`, anzi arricchisce la tavolozza di colori che altrimenti non si sarebbero mai usati per le proprie opere e, com’è capitato a me, diventa un'opportunità per la sperimentazione di nuove tecniche pittoriche. È difficile comunque che un pittore non ci metta del suo anche in questi lavori, d'altronde capita pure che un artista riconosca meglio il proprio stile espressivo proprio cimentandosi in questo secondo canale. La risposta a questa domanda penso chiarisca anche l'impressione di ecletticità che si può avere se si guardano tutte insieme le mie opere. Sulla mia pagina Facebook ho cercato di rimediare pubblicandole in album diversi con titoli indicativi. Tuttavia il problema non l’ho ancora risolto poiché chi accede alla pagina principale, difficilmente segue questo percorso.Foto – Album – Scelta del tema
VEDI QUI


Oltre a essere un eccellente pittore, sei anche un valido e appassionato cantautore. In più di un’occasione, ascoltandoti, ho sentito freschezza, l’originalità e soprattutto la maturazione artistica necessaria che differenzia il vero cantautore dall’esibizionista di turno. Chi ti ha guidato nella tua crescita musicale? Hai un maestro o un musicista cui ti sei ispirato?

Sono un autodidatta. Dipingo, faccio sculture, scrivo, compongono e canto per ragioni a me non del tutto chiare. Mi chiamano artista e forse lo sono per mia sfortuna. Ho
qualcosa in me che mi perseguita da sempre, è una segreta tristezza, è un bambino che osserva turbato questo mondo, gli uomini e me, è un bambino estasiato dinanzi alla natura, allo spettacolo dell'universo ed è in piedi, fermo, in ascolto e vuole capire... Da
ragazzino qualcosa mi ha sempre spinto a voler rappresentare con ogni cosa quello che vivo, per cui anche le canzoni che compongo, scrivo e canto sono il frutto di una ricerca espressiva per raccontare al meglio, storie, riflessioni ed emozioni. La canzone che meglio esprime questo stato d’animo è “Un Bacio nell’aria”
Affinità le ho trovate con De Gregori, De André, Battiato, ma mi è sempre piaciuta anche la scrittura di Guccini. Mi porto dentro però quasi come sottofondo musicale le sonorità di Battisti. Tutti insieme mi aiutano a capire come si potrebbe impostare una nuova ispirazione, ma quando quest’ultima è forte tutto accade in un momento come è stato per la mia ultima scritta per un carissimo amico: “Sotto la stessa Luna” 


Nelle tue canzoni che ricordo sono composte, cantate e scritte da te, v’è un messaggio principe che vorresti far arrivare?

No, non c'è alcun messaggio, io mi racconto (anche attraverso storie di altri)... Il destino dei miei scritti, dei miei quadri e canzoni è nell'anima di chi li legge, li osserva e li ascolta.

Nella tua esperienza personale non è mancata la ricerca più alta dell’essere umano, il bisogno di spiritualità. Il tuo viaggio nei meandri di questo mistero senza tempo ha portato nella tua visione buoni frutti?

A diciannove anni avevo un lavoro e una ragazza, lasciai l'uno e l'altra per iniziare a inoltrarmi in quella dimensione della vita umana che fino allora avevo trascurato: la spiritualità. Compresi che meritava tutta la mia attenzione e la mia disponibilità. Non avevo ancora assaporato le sue delizie, non mi ero affacciato nemmeno alla sua porta d'ingresso, così stretta: bocca di fuoco, senza se e senza ma  che si apre ogni volta che si rinasce nell'amore, ogni volta che in mezzo al dolore e all'abbandono l'urlo diventa il silenzio eterno dell'universo.

Per dieci anni ho vagato tra conventi, monasteri, eremi... luoghi abbandonati al silenzio. Ripresi gli studi allentando la mia produzione artistica fino ad abbandonarla del tutto. Mi rimase solo la scrittura delle mie meditazioni.
Mi chiedi, se la visione che si ha perseguendo una ricerca spirituale mi "ha portato buoni frutti". La dedizione quotidiana di una persona a una  vita che profumi di amore silenzioso, umile, paziente, conduce ad assaporare frutti incomparabili, tesori inestimabili. Non c'è nulla su questa terra che può portarti a vedere quello cui conduce una vita spirituale... è un'amante ineguagliabile. Si possono vivere momenti di eternità che durano attimi; essi possono innescare cambiamenti nella persona immutabili per tutta la sua esistenza.

Sì, i frutti (quelli che ritengo buoni per me) ci sono stati e i sapori permangono. Mi preme però evidenziare che la bellezza e la libertà di una ricerca spirituale è nella spinta senza scopo: cercare non per ottenere, intraprendere il viaggio non per raggiungere una meta.
“Dipingere non per realizzare un quadro, scrivere e comporre non per creare una canzone, ritirarsi dal mondo non per cercare il senso della vita... è a seguire uno stimolo interiore incomprensibile che trova la sua realizzazione un pittore, un cantautore, un pellegrino itinerante... Chi ce l'ha, non sarà mai in grado di liberarsene: resterà, a volte, assopito, ad aspettare come un dolce, amaro tormento. Questa ricerca però richiede verifiche: è attraverso la scomparsa dei propri vizi, della propria ira, invidia, impazienza, della propria ansia, pigrizia e dei propri rancori, è attraverso la scomparsa delle illusioni che si diviene consapevoli della forza e consistenza della propria ricerca spirituale che in fondo è un cammino di libertà" (dal “Breviario di chi cerca liberamente” di Michele De Tullio).

 Oltre a queste tue grandi passioni, percorri la carriera dell’insegnamento e qui ti chiedo: l’educazione artistica, all’interno di un percorso scolastico, potrebbe rendere i giovani più consapevoli e costruire in loro passioni sane?

Ora, presumo, che quello che ho raccontato della mia vita sia una risposta esaustiva a questa domanda: l'arte e la sua storia può diventare per i ragazzi una finestra da aprire sul cielo...

Tra le tue canzoni mi sono imbattuta nel tuo singolo“Cari ragazzi”.  Credo che sia un inno d’amore che rende giustizia e valore al vero insegnante due parole a tal proposito .

A fine quinquennio scolastico desideravo fare un regalo ai miei alunni, ho ripensato a tutto il lavoro svolto insieme e allo spirito di fondo che l’ha guidato. Ho preso degli appunti, sono diventati una canzone. Intanto che pensavo al regalo da fare mi sono reso conto che quella canzone era proprio ciò che desideravo lasciare ai miei ragazzi. Regalare per sempre un momento di consapevolezza dei tesori che possiamo godere e di cui siamo tutti responsabili: la terra, l'acqua, l'aria... l'Amore da scoprire.    

Musicista, pittore ma nelle tue parole anche tanta poesia dove cogli la tua ispirazione?
Nel giardino del mio silenzio… guardo e ascolto, ascolto e guardo tutto quello che mi accade intorno.
Tutto il resto viene da sé e francamente non so come mai, poi, devo prendere una penna o un pennello o una chitarra... per scrivere, dipingere, suonare...

 Che cos’è l’arte per Michele  De Tullio?

Lasciarsi andare quando la Musa ispira (anche questo è un cammino di libertà).

Quanto il sogno fa parte del tuo disegno esistenziale?
Da piccolo nessuno mi raccontava favole perché non le sapevano, nessuno mi confidava i propri sogni perché neanche quelli erano in grado di poter avere. Sono cresciuto così e ancora oggi non sono per nulla propenso ad averli. Poiché, come ho già scritto, non ho una meta, direi proprio che tutto ciò mi aiuta a rendere concreto un mio desiderio: essere presente e sereno ora è in ogni momento con sapienza (ed è già una gran bella occupazione).



Ringraziando Michele de Tullio  ricordo le sue pagine



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