A OLTRESCRITTURA L'ILLUSIONISTA E PRESTIGIATORE VITO SVITO
Non
ponete limiti alla fantasia
e all'immaginazione,
basta lasciar vivere il bambino
che è dentro ognuno di noi
ed
il prestigio diventa poesia.
VitoSvito
L’irrazionalità
è la più grande fonte di benessere ancora non compresa dall'uomo, molti dei più
grandi di tutti i tempi: scrittori, poeti, artisti, musicisti ma anche
inventori, esploratori, insomma tutti i sognatori confidavano nell'irrazionale!
Perché solo credendo all'impossibile,
che si può giungere a ottenere ciò che si vuole e per farlo occorre guardare
OLTRE.
E c’è un artista, oggi in questo spazio, che
grazie al suo talento e il suo saper vedere oltre, sa far nascere nuova luce in
sguardi spesso spenti, stanchi, colpiti dalla malattia, dal dolore e lui con
garbo prepara la sua via verso l’impossibile. Una via magica la sua, che corre tra
le corsie dei reparti pediatrici e oncologici di Torino, ma non solo. E qui, che la bellezza della sua arte prende
vita e il dolore si rassegna al sorriso e lo stupore che magicamente sboccia sul
volto dei suoi piccoli spettatori. A Oltre Scrittura con grande piacere, ospito
il prestigiatore e illusionista Vito Svito.
INTERVISTA A CURA DI MONICA PASERO
Innanzitutto
ti ringrazio di essere qui, hai al tuo attivo dieci anni di carriera nel mondo
della magia e nell’intrattenimento e qui ti chiedo: da dove nasce questa tua
grande passione?
Tutto è iniziato come un semplice Hobby.
Quattordici anni fa, cominciai a lavorare in un’agenzia di management
artistico, dove uno dei soci era Marco Berry. È stato lui il primo artista che
accompagnai a un evento privato e per la prima volta, vidi da vicino un
illusionista in azione. Dopo di lui, ebbi la fortuna di lavorare con altri
artisti, tutti legati al mondo della magia, i quali al termine di
ogni spettacolo mi coinvolgevano in giochi di prestigio con le monete,
carte e corde aumentando così la mia voglia d’imparare. In seguito scoprì che a
Torino esistevano due delle più prestigiose scuole di Magia a livello
Europeo che sono il “Club Magico Bartolomeo Bosco” e il “Circolo
Amici della Magia“, mi iscrissi a quest’ultima, (a oggi frequento anche il “Club
Magico Bartolomeo Bosco”.) ritrovandomi, catapultato nel tempio magico e
da qui iniziai un percorso fatto di letture, conferenze,
incontri, apprendistato. E i miei primi giochi di magia, come pubblico o
vittime sacrificali, parenti e amici
.
Cosa
non deve mancare a un illusionista per rendere l’impossibile, possibile?
La capacità di cambiare
premesse, davanti a ogni tipo di problema. Con la magia impari che non esistono
problemi irrisolvibili. I problemi di principio esistono solo nella mente di
chi li crea e quando si presenta un problema, ognuno di noi dovrebbe viverlo
come una grande opportunità. Basta cambiare le premesse. Se hai questo pensiero
continuo, la vita ti cambia e ti permette di fare scelte apparentemente
difficili e trasformare il mondo intorno a te, positivamente. Alla fine di cosa
parliamo? Parliamo di fede, vista come fiducia. Ecco alla fine a un mago non
deve mancare la fiducia, perché avere fiducia, vuol dire pensare sempre
positivo
.
Ti
ho chiesto d’intervenire nel mio spazio per far conoscere meglio la tua
bellissima iniziativa “Magia in corsia”, racconta ai nostri lettori come nasce
questa idea che obbiettivi si pone e soprattutto cosa possiamo fare noi, nel
nostro piccolo, per aiutarla?
Come ti ho risposto, in prima battuta, il
mio primo spettacolo sul palco ha cambiato quella che oggi è la mia vita professionale.Walter Rolfo, l’attuale presidente di
Masters of Magic (per intenderci l’associazione che ha portato i campionati
mondiali di magia in Italia), mi chiamò per chiedermi di esibirmi per uno
spettacolo di beneficenza a favore dei volontari dell’associazione “Aiutami a
non aver paura”, una Onlus creata da genitori che hanno vissuto il dramma di
ritrovarsi con un figlio malato di tumore e tutti insieme hanno scritto un
libro dal titolo omonimo all’ associazione. Dopo quello spettacolo mi è stato chiesto, se
avevo voglia di portare la mia magia nelle corsie di ospedale e il mio cuore ha
detto sì, istintivamente. Oggi, dopo dieci anni, quella scelta mi ha messo in
contatto con altre cinque Onlus con le quali collaboro attivamente, tutte
legate all’Oncologico/Neurochirurgico pediatrico. Lavorare in questa realtà, in
vicinanza con quella paura che si
trasforma in lotta e coraggio, ha trasformato nel tempo il mio essere
interiore. Entrare a contatto con quel mondo, girare di stanza in stanza e
prendere coscienza di come la malattia possa cambiare la vita di una persona,
in questo caso un bambino e un’ intera famiglia, è una cosa che ti svuota
l’anima ma al contempo la riempie continuamente, perché da quel coraggio impari
veramente il significato dell’essere un “Problem
Solver”. Con il tempo, ho sentito la necessità di condividere il mio stato
d’animo dopo i miei interventi in corsia di Ospedale e ho iniziato a scrivere,
aprendo un blog.Scrivere è una grande medicina. Ho
sempre pensato che la condivisione sia una delle più efficaci armi per aiutare
il prossimo a capire e me l’ha insegnato la lettura del libro “Aiutami a non
avere paura” che consiglio a tutti coloro che vivono il dramma della malattia
in ospedale, ma anche a tutti coloro che decidono di operare in questo
contesto.Dopo alcuni anni, vengo chiamato
dall’Abio Onlus di Torino che mi chiede di fare un corso di formazione per i
volontari di Ospedale e da lì, nasce il mio lavoro “Magia in corsia? Anche non
solo” dove il “non solo” sta a significare che non c’è bisogno di magie solo in
corsia ma anche nella vita quotidiana. Da lì parte un tour di conferenze e la
mia scrittura, le mie esperienze diventano un Blog Pubblico. Purtroppo
vicissitudini legate alla Normativa Facebook hanno bloccato il gruppo con più
di 500 iscritti che avevano iniziato a seguire i diversi post. Nessun problema,
oggi ne ho aperto una nuovo con già 200 iscritti che si chiama : MAGIA IN CORSIA
Oltre alle mie personali riflessioni sul
lavoro in corsia e nella vita quotidiana, posto tutto ciò che è inerente alla
vita sociale. Ultimamente sto postando alcune informazioni inerenti a delle
bellissime iniziative della C.P.D (Consulta per la disabilità) che proprio
alcuni giorni fa ha lanciato un’ applicazione
gratuita che aiuta i disabili a conoscere la città di Torino rendendola disponibile, gratuitamente e fruibile anche da persone
con difficoltà motorie, visive e uditive.Se volete aiutare a far
crescere la pagina Facebook e il blog basta iscriversi e seguirci e se avete
voglia, condividete le vostre esperienze, come le avete vissute, come vi hanno
fatto sentire, come le avete risolte o come hanno cambiato la vostra vita.La condivisione è una
grande arma di crescita e consapevolezza e ci aiuta a essere tutti meno
vulnerabili dalle vicissitudini che la vita ci presenta nel quotidiano.IL BLOG
L’illusionismo,
la magia non è solo spettacolo ma può davvero migliorare la vita dei piccoli
pazienti e questo è stato dimostrato
anche in recenti studi . Due parole a tal
proposito.
Con piacere. Partendo dal presupposto
che tutti sappiamo l’effetto benefico di un gesto d’amore, un bacio, un
abbraccio, un sorriso soprattutto nella malattia. Nell’ambito ospedaliero, da
poco, è stata fatta una tesi di laurea dalla studentessa di Scienze Infermieristiche Gaia Giletti con la collaborazione di Marco Aimone, Presidente del
“Circolo Amici della Magia” di Torino.Partendo dal concetto di saturazione
sensoriale che crea uno stato mentale atto a diminuire una significativa soglia
del dolore sono stati presi un campione di 24 bambini
suddivisi in due gruppi e durante le cure mediche un gruppo è stato affiancato
da Marco Aimone che li intratteneva, nell’altro gruppo no. É stata utilizzata
la scala delle manifestazioni emotive (Children’s
Emotional Scale) e i dati visualizzati hanno dimostrato che il gruppo
affiancato da Marco Aimone mostrava una soglia del dolore pari a 8, 3, mentre
il secondo gruppo una soglia più alta, apri a 16,25.Facciamo attenzione, però, a non
bloccare il lavoro del mago di corsia solo durante le cure mediche. A mio
parere non basta solo eseguire giochi di
prestigio per diminuire la soglia del dolore durante le cure. Ho imparato,
durante i miei vari interventi, che è necessario saper entrare con passi
felpati in uno spazio delicato, è necessario entrarci con rispetto, essere a
conoscenza che la nostra presenza potrebbe anche venire rifiutata sul momento e
noi dobbiamo rispettare quel diniego, perché fa parte dell’opportunità da parte
del paziente di fare una scelta in un contesto dove è costretto a subire una
serie di attività e cure mediche atte a portarlo alla guarigione.
Anche il rifiuto può diventare un momento di
consapevolezza importante. Non scordiamo infine che il nostro intervento aiuta
anche a restituire, di fatto, un potere al ruolo genitoriale che davanti a un
dolore, così forte, perde spesso di energia di fronte al proprio figlio. Noi
possiamo ristabilire un equilibrio tra le parti e questo crea uno stato di
serenità, molto importante, che aiuta a smuovere, nell’animo, nel cuore e nella
mente, un senso di fiducia, fondamentale per il seguito della cura.
Racconta ai nostri lettori un
episodio, un ricordo che ti è restato impresso nel cuore in questi anni in
corsia.
Di
cose ne sono accadute tante, tantissime e l’elenco è lungo e le sto
raccogliendo tutte in una raccolta che dovrebbe, spero, poi far parte di un libro. Un episodio che mi
ha fatto crescere, che mi ha reso più solido e mi ha dato una visione diversa della vita è stata una lettura di una testimonianza sul
libro “Aiutami a non aver paura”, la riporto così com'è: “…. Una volta uscita dai periodo di
lungodegenza, a distanza di un anno dall'ultimo ricovero, mia figlia mi ha fatto una domanda molto difficile da spiegare:
“Mamma perché Paperotto non ce l’ha fatta ed io sì?”Sono rimasta in silenzio, gelata dalla domanda. Lei ha continuato : “Lo so che tutti dite che lui è in cielo e ora non soffre più, però è stato qui solo nove anni”.Lontana da qualsiasi filosofia, ho trovato la risposta che mi è sembrata più giusta per lei, per una bambina che, come qualsiasi bambino, ha bisogno di risposte chiare e comprensibili:“ E se non fosse così? E se tutti noi vivessimo in cielo e scendessimo solo per un certo periodo qui sulla Terra e poi tornassimo su a continuare quel che abbiamo interrotto?”Questo racconto ha cambiato tutte le mie premesse, su quel che pensavo, fino allora della vita e della morte, al di là di un credo o di una fede o altro ancora. Questo racconto mi permette di vedere le persone per quel sono e in quel momento cerco di cogliere la loro essenza.
Se dovessi definirti in una sola
parola, quale sarebbe?
Aiuto!
Sensibile.
Sensibilmente
Svitato
Per la tua esperienza per il tuo
approccio con la vita ti chiedo: esiste la felicità?
La
felicità per me è svegliarsi la mattina, aprire gli occhi, sentire mio figlio
che sbraita perché in ritardo e l’altro che apre e chiude la porta del bagno,
mentre mia moglie la sento aprire la porta di casa per far uscire i cani mentre
al secondo piano arriva il profumo del caffè. Sì, la felicità è potersi
svegliare ogni giorno e ringraziare di avere un altro giorno da vivere per
poter donare qualche cosa di noi stessi al prossimo, con un sorriso, una
parola, una mano allungata, un gesto.
Un tuo personale messaggio a tutte quelle
famiglie che stanno lottando con i propri bambini.
La
mia frase, o meglio, quella di Les Brown, un coach motivazionale americano che
dice: “Mirate alla luna, anche se la mancherete vi troverete in mezzo alle
stelle!” che poi non è altro che una piena consapevolezza del fatto che non c’è
spina senza rosa.
Quanto è importante per te il sogno?
Sognare
a occhi aperti è come volare, ti fa sentire leggero. I sogni vanno inseguiti ma
spesso è difficile stargli dietro, la vita ti pone tanti ostacoli e a volte
pensi di non potercela fare. Altre volte vedi realizzarsi cose, alle quali non
avresti mai creduto fino in fondo e invece il tempo diventa testimone che se lo
puoi pensare, lo puoi fare. I
sogni a occhi chiusi invece sono tutta un’altra cosa, sono la parte inconscia
che vuole uscire fuori, ma il difficile è interpretarli. Da loro mi lascio solo
cullare
Ultimissima
domanda In un paese così in crisi, quale soluzione potresti dare da mago?
Questa estate ho portato in giro questo
spettacolo per testarlo e il 18 Aprile, per la Onlus Amici di Cinzia di
Candiolo, debutto a Torino nel teatro Sant'Anna con questo spettacololudico/magico/motivazionale: Quali sono gli effeti di questa crisi che tutto il
paese sta vivendo? Che riflesso ha sull'atteggiamento delle persone, sul loro
modo di relazionarsi con il prossimo? Com'è cambiato il nostro modo di
approcciare ai problemi quotidiani? Fiducia, attenzione, memoria, problemi e
soluzioni, il rapporto degli adulti con i loro figli, argomenti apparentemente
ostici ma che con leggerezza l'artista spiega utilizzando l'arte
prestidigitatoria e mentalistica. Uno spettacolo motivazionale e divertente
Ringraziando Vito per questa bellissima intervista ricordo dove poterlo seguire
LINK ONLUS
Commenti
Posta un commento