A OLTRE SCRITTURA LA SCRITTRICE ELISABETTA MATTIOLI



  I pensieri  messi per iscritto non sono nulla di più
che la traccia di un viandante nella sabbia:
 si vede bene che strada  ha preso,
ma per sapere che cosa ha visto
 durante il cammino bisogna far uso dei suoi occhi.
Arthur Schopenhauer 
 



Oggi nel mio spazio arriva una viaggiatrice, amo definire l’ospite di oggi una “viaggiatrice del mondo”, una giovane donna che porta con sè l’esperienza del viaggio, la sua innata solarità e una natura avventuriera e questo non può che essere uno sprone per la sua grandissima verve letteraria che, in questi anni, le ha permesso di produrre moltissime opere tra poesia narrativa;  una  scrittura  prolissa, energica, la sua, in cui si evidenzia grande  creatività e  passione.  L’ospite di oggi possiede una notevole  carica creativa che la porta a spaziare sia nella scrittura che nella fotografia. La sua capacita di adattarsi  nel mutare genere letterario rende questa artista una bella scoperta. Scrittrice, poetessa, fotografa, artista versatile e “vera”. A Oltre scrittura ho il grande piacere di ospitare la scrittrice Elisabetta Mattioli.

Elisabetta, noi ci conosciamo da tanti anni, tramite il Social, e in questo periodo la cosa che mi ha colpito di più di te è proprio il tuo distacco dal successo, seppur hai avuto tantissimi riconoscimenti e molte pubblicazioni non hai mai osannato questo tuo lato artistico ma sei rimasta semplice, continuando a creare nuove opere e questo trovo faccia di te una persona “bella” Sì, una bella persona!  E qui ti chiedo: quando è nata la tua passione per la scrittura? Rammenti il tuo primo racconto?

Il mio primo racconto (in assoluto) fu in occasione di un concorso, era una favola per bambini, molto breve si intitolava. “ Ale il delfino coraggioso.”
Provo una passione infinita per questi animali, nel corso dei miei numerosi viaggi, ho avuto l’immensa fortuna di nuotare assieme a loro, precisamente in Italia, nelle isole Sporadi a nord della Grecia e anche lungo la costa caraibica (a Cuba). È un’emozione che mi è rimasta dentro, imbrigliata nell’essenza, per il resto della vita e oltre. Qualche anno addietro, mi sono fatta  tatuare un delfino sulla spalla sinistra.
Da quanto leggo hai pubblicato  molte  opere legate all’ erotismo, qual è il segreto di scrivere un buon testo erotico, senza rischiare di cadere nel volgare o nello scontato?
Non esiste un segreto vero e proprio, tra i vari stili narrativi, l’erotico mi si addice maggiormente, lo sento davvero “appartenere all’essenza” mi emoziono sempre nel scriverlo.  La linea che demarca l’erotismo dalla pornografia è molto labile e caderci è abbastanza facile. Nei miei scritti creo una storia, i personaggi sono ispirati dal mondo reale, non sempre sono positivi, anche i protagonisti principali hanno una personalità con forti lati ombra. Il bene e il male sono presenti in egual misura, spesso si miscelano perfettamente tra loro, danno vita a una rete intricata d’emozione, passione ed eccitazione.
È  proprio questo che spero di riuscire a trasmettere al lettore: emozioni forti, intense e indimenticabili. E, se dopo aver “fagocitato” parola per parola, i miei cari lettori, finiscono in camera da letto, per me… è il TOP
Milan Kundera diceva:  “L'erotismo non è soltanto desiderio di un corpo, ma in egual misura anche desiderio di stima. Il partner che avete conquistato, che vi desidera e vi ama, rappresenta il vostro specchio, la misura di ciò che siete e di ciò che valete! ”tu cosa ne pensi?

Una persona nel corso della vita, può avere relazioni sentimentali basate sul coinvolgimento psicofisico, emotivo e sessuale oppure avere rapporti “solamente” sessuali. Ma in entrambi i casi l’aspetto emotivo è fondamentale, così come deve essere basilare la stima, anche se con quella persona trascorrerai semplicemente una notte.
Diverse sono le tue opere appunto che trattano l’argomento  “Eros “tra tutte hai piacere di citarcene una e raccontarci in sintesi di che narra?


La mia opera scritta nel 2015, l’Isola di Ortigia.
Irene, una ragazza che sente dentro di sé la necessità di vivere una vita vera, si trasferisce a Roma, studia all’università e lavora al contempo come cameriera in un ristorante il cui gestore non perde occasione per metterle le mani addosso.Ben presto Irene realizza il suo sogno e trova occupazione a New York City, dove riesce ad imporsi lavorativamente e dove conduce una vita sessuale disinibita, dividendosi tra Claudio, un uomo dal quale è irresistibilmente attratta, (presentato dal suo capo e amico James), e il suo ex – amante romano. Tra perdite e riconquiste, tra America e Italia, Irene si troverà a dover fare i conti con il proprio destino…I personaggi maschili principali sono tre: James, Claudio e Augusto, nessuno di loro, può lasciare indifferenti.Breve stralcio del romanzo: Irene si trovava tra le braccia di Claudio, e in quel momento il tempo sembrava essersi fermato per sempre, non faceva casi alle persone attorno a loro, il suo unico pensiero era guardare l’uomo fisso negli occhi, facendosi avvolgere dalla musica.
Tra le tue opere spuntano spesso anche racconti per bambini e libri dedicati a loro; tra tutti cito “Trullalero” edito dalla casa editrice Apollo. Due parole su questa tua opera.

Trullallero è stata una sfida “letteraria”, ho voluto cimentarmi con un testo dedicato all’infanzia, ma non solo, leggermente diverso rispetto alla normalità corrente. Difatti sono filastrocche che trattano argomenti diversi e i protagonisti principali sono quasi tutti animali. Per esempio:
Libertà
La papera gialla
non vuole vivere
dentro alla stalla
nel stagno vuole andare

e nell’acqua le piace stare
con le zampe larghe
vuole sempre sguazzare
e ama canticchiare
alla papera gialla
piace tanto nuotare
il suo padroncino
non desidera ascoltare
e dalla bella fattoria
se ne vuole andare
senza mai più tornare
il bambino piangerà
la mamma lo stringerà
ma un giorno capirà
che la papera gialla
in mezzo all’acqua
sempre felice lei sarà
Nel libro  troverete anche  alcune mie fotografie, immagini immortalate durante i miei viaggi.  Ho dedicato questo libro a Manuel piccolo e grande uomo.

Come già detto la tua penna è davvero prolissa e produce tantissimo!   Le tue pubblicazioni sono davvero tante, se non erro, siamo a quota undici pubblicazioni in formato e - book  più molte altre in cartaceo. Quale è il segreto di tanto entusiasmo e produttività?
Forse se calcoliamo i racconti singoli in e – book, sono molti di più…  Purtroppo mi annoio facilmente, ho bisogno di stimoli continui, non riesco a stare ferma con la mente e con il corpo. La mia ex – insegnante d’asilo nido mi ha sempre raccontato che inventavo storie ai miei compagni e avevo appena quattro anni. La prima poesia (o presunta tale) l’ho scritta quando ne avevo sette e alla stessa età ho partecipato al primo concorso letterario – figurativo. In quell’ occasione scrissi  un breve racconto con annesso un disegno. Vinsi la “contesa”, e andai a ritirare il premio assieme a mia nonna Adriana in un Hotel in provincia di Bologna. Mia nonna era molto più emozionata della sottoscritta…  Mentre a otto anni, nacque un terzo testo, narrava di una bambina che perdeva il padre, perché gravemente malato. L’insegnante ne rimase stupita e mi “spedì” dallo psicologo, quando mi chiese per quale motivo avevo trattato la morte gli  risposi che la morte fa parte della vita e noi dobbiamo accettarla! Sono le testuali parole d’allora le rammento alla perfezione. Sono terribilmente entusiasta, caotica, disordinata, passionale e inquieta per natura, sono affezionata alla mia essenza.

La tua bravura sia in narrativa che nell’ ambito poetico è stata spesso premiata in diversi concorsi letterari in questi anni. Tra tutti quale ti ha dato maggiormente soddisfazione e perché?
Tutti e nessuno, però tengo personalmente al Premio Nazionale Universum Academy Switzerland, non per la valenza internazionale ma è emozionante essere premiati, vicino al mare e respirare la salsedine. La cerimonia si svolge a Monte Silvano una località turistica dell’ Abruzzo.



Elisabetta come ho scritto nell’introduzione io vedo in te una giovane di grande solarità e voglia di conoscere il mondo e i tuoi innumerevoli viaggi lo dimostrano. Tra le tue tante destinazioni quale ricordi con più affetto e perché?
Mia cara Monica, è praticamente impossibile rispondere alla tua domanda: ci vorrebbe un libro, se non due o forse tre. Proverò ad essere sintetica e con poche parole.

Seychelles: Il granito colorato che sfiora e bacia l’Oceano Indiano.
India: Spiritualità, modernità, cultura millenaria e morte, unite nello stesso abbraccio.
Madagascar: Un popolo con un sorriso magnifico e amore infinito.
Giordania e Israele: Due luoghi incredibili, senti davvero la mano di Dio.
Guatemala: Misticismo, antichità, gente sorridente e allegra, immersi in una giungla intricata, in quel luogo il tempo si è fermato

Brasile: Un mondo intero, una natura pazzesca, ambientazioni diversissime, unite in un solo luogo.
Salisburgo: Un clima infame, un freddo suino ma una città fiabesca, respiri davvero un mondo incantato che non esiste più.
E poi la mia Romagna il calore dell’estate, fin da quando sono bambina.   
Questi sono solo alcuni posti, li ho tutti incisi nella pelle dell’anima, ma non tutti mi hanno trasmesso le stesse emozioni.
Terzani citava :“Il senso della ricerca sta nel cammino fatto e non nella meta; il fine del viaggiare è il viaggiare stesso e non l’arrivare”. Tu cosa gli risponderesti?
Terzani ha perfettamente ragione, sono d’accordo! Non esiste un unico arrivo: è una ricerca infinita.



Dopo l’isola di Ortigia a breve uscirà la Violinista, un’ anticipazione per i nostri lettori.
La protagonista principale è ispirata ad una mia cara amica, Sabrina è una donna affermata sul lavoro ma infelice sentimentalmente, è stata tradita diverse volte. Durante una breve vacanza alle terme, conosce un uomo e ha un incontro sessuale con lui. Anche se dopo sparisce nel nulla, lei cambia stile di vita, da quel momento ha relazioni votate solo al piacere e si vota ai sensi, fino a quando il destino gioca la sua imprevedibile partita e glielo fa incontrare nuovamente e dopo il secondo incontro capita l’imprevisto e l’incredibile. Lei vive delle incredibili avventure, e tocca la morte varie volte, precipitando nel vortice del mistero e della passione, e… A questo punto, dovrete leggerlo!

 Un consiglio ai giovani autori che vogliono intraprendere questo percorso letterario, cosa fare e cosa non fare?
Beh, devono metterci, passione, creatività, sudore cerebrale e ancora tanta passione e non fermarsi al primo “no”. Anche se è difficile, devono mantenere molto alto l’entusiasmo. Ma soprattutto, non credersi mai arrivati, anche se raggiungono premi, riconoscimenti e medaglie. L’arte non è questo! Ma è la capacità d’emozionarsi ed emozionare. Non sono i pezzi di carta o i diplomi appesi alle pareti, anche se è piacevole riceverli.


 Oltre alla passione per la scrittura tu sei anche un’ottima fotografa il tuo scatto più bello qual è stato?
Mah, ne ho tanti… sicuramente sono quelli nel deserto, nella giungla, del mare e nelle Piramidi Maya e anche le foto che faccio alla mia Silvia. Per me, lei è come una sorella. Sono davvero troppi!
Chi è Elisabetta Mattioli nella vita di tutti i giorni?
Sono perfettamente lineare nella mia complessità, un vero caos emozionale, passionale, istintivo, creativo, folle, entusiasta, cattivello di tanto in tanto, e cervellotico! Sono entropica, come il titolo del mio secondo libro poetico: Entropia distratta.

E giungo alla mia ultimissima domanda di rito per Oltre Scrittura  e qui ti chiedo: quanto è importante nella tua vita sognare ?
Sognare, come canta Mengoni: è l’Essenziale! Oppure non crei nulla. I sogni sono la matrice e il carburante della realtà.
Ringraziando Elisabetta Mattioli per questa bellissima intervista allego il link dove troverete una buona parte dei suoi libri.


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Intervista a cura di Monica Pasero



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