A Oltre Scrittura l’artista Andrea Michele Vincenti. Intervista a cura di Monica Pasero
“Quando la
musica spinge all’eterno
Nascono
melodie senza tempo e spazio…”
Monica
Pasero
Melodie
profonde che aprono le porte alla parte meno terrena del nostro cammino.
Sonorità
che scatenano emozioni contrastanti passando da un’apparente inquietudine per
poi innalzarsi in moti dell’animo più dolci che si elevano alti oltre al
raziocinio, all'apparente vissuto.
Si
avverte forte, in queste note, la spiritualità dell’artista che plasma
sapientemente tecnica e consapevolezza portandoci ad uno stato di allerta, di
mutamento, di risveglio…
Melodie
che inducono alla riflessione, portano ad elevare lo spirito lasciandolo libero
d’esprimersi in noi; in certi suoi brani mi appar che esso danzi.
La
sua musica ha qualcosa di magico, qualcosa che va ben oltre alla classica
musica commerciale, questo artista non punta alla massa ma ad anime antiche,
forti, quelle che ancora avvertono la necessità di ritrovarsi.
I
suoi componimenti li definirei portali
magici tra il terreno e l’oltre, la musica diviene mezzo di unione tra i nostri
sensi conosciuti e non.
L’artista
di oggi propone melodie ancestrali che
riequilibrano spirito e mente portandoli
in linea con l’Universo.
Di
lui dice: ”Vivo per la musica, la poesia e l'Arte in generale e credo
fermamente che solo grazie a questi magnifici "strumenti"si possa
trovare un giusto punto di equilibrio per osservare la realtà e vivere in essa
pur rimanendo se stessi.”
A
Oltre Scrittura ho il grande piacere di ospitare il compositore, cantautore,
musicista, poeta e molto altro ancora, Andrea Michele Vincenti.
Innanzitutto
ti ringrazio di essere qui e parto subito con il chiederti: qual è stata la
molla che ti ha spinto a intraprendere questo percorso?
Credo che non sia una vera e propria scelta, piuttosto una propensione
d'essere che genera delle necessità e dei bisogni che solo il fare Arte può
appagare.
Ti
definisci un “cesellatore eclettico” vuoi spiegare ai nostri lettori il suo
significato e il perché.
Sicuramente
cesellatore perché fa comprendere al meglio la mia pignoleria, la ricerca del
suono e di una particolare atmosfera che mi può portare via anche mesi.
Eclettico
in quanto non amo essere racchiuso in un genere prestabilito a tenuta stagna,
ma mi piace spaziare di genere in genere ottenendo una sorta di cubismo
musicale che non vuole sottostare a delle regole prestabilite pur di piacere.
La tua carriera artistica è davvero ampia;
leggo che hai collaborato alla realizzazione di diverse colonne sonore per film
e telefilm, ti va di parlarcene?
Ho
realizzato le musiche per una serie televisiva andata in onda nel nord Italia,
mi sono occupato di colonne sonore per vari films firmando alcune di esse con
lo pseudonimo di “Euterpe”, molti di questi film sono stati distribuiti anche
nei Cinema.
Ho
sempre amato pensare alla musica per immagini ed il mio Maestro principale è
stato senza dubbio Vangelis, insieme a Jarre, Schlaks, Posit, Rondò Veneziano,
Rockets e tanti altri appartenenti alla scena new age, synthwave, ambient e
space music. Ma senza dimenticare la musica cosmica dei Pink Floyd!
Avverto
una parola “chiave” nel tuo percorso artistico e per me è la parola:
sperimentazione. Ti trovi concorde?
Assolutamente
si! Senza sperimentazione non è più Arte ma
artigianato industriale...
La
tua arte spazia dalle composizioni musicali a quelle letterarie, quanto è
importante per te il messaggio che si lascia in una canzone o in un testo
letterario?
Mi sento responsabile
di quello che posso comunicare, ogni artista dovrebbe pensare a cosa può
scatenare nel suo fruitore.
Cosa ne pensi dei
nuovi idoli di oggi? È giusto consacrare artisti che comunicano nei loro testi
messaggi eticamente sbagliati per le nuove generazioni?
Come ho già
detto, la responsabilità è il presupposto per fare Arte. La provocazione può
essere qualcosa di positivo che fa destare gli animi, al contrario il cattivo
gusto – spesso fatto passare per provocazione – è semplice inerzia neuronale ed
implicito esibizionismo di un vuoto esistenziale.
La
tua musica, come ho accennato nell’introduzione, mi porta pensare a un mondo
ancestrale appar composta appunto per volare alto, oltre alla materialità
dei nostri giorni. La definirei un portale
per riscoprirsi. È così?
Hai
messo a fuoco il fulcro del mio approccio compositivo!
Il
mio intento è proprio quello di portare l'ascoltatore ad una coscienza
superiore del Tutto, agendo a livello energetico e non più fisico, perché la
musica è vibrazione, invisibile ma più presente di ciò che vediamo; è un
canale, un portale vibrazionale attraverso cui raggiungere vette non terrene per
entrare in simbiosi con un sentire cosmico che ci illumina.
È uscito il tuo
nuovo album” Olden Golden Powder. “ Due parole su questa tua nuova opera.
Si tratta
di una raccolta che comprende registrazioni che vanno dal 2002 al 2018. Ho
selezionato con cura tra centinaia di brani quelli che potevano rappresentare
al meglio il mio essere, è stato un lavoro di mixaggio ed editing che è durato
più di un mese di totale immersione sonora in studio. Le cuffie erano divenute
naturali appendici delle mie orecchie!
Nel 2009 fondi il
Gruppo Artistico Indipendente Orfeus con relativa rivista ed annuario, un
collettivo eterogeneo e multiforme di artisti improntato su vari fronti
dell'Arte. Due parole su questo tuo
gruppo.
È nato
primariamente come omaggio all'Arte ed al talento della mia compagna di vita
Anna Liuzzi, ma anche per creare una luogo ideale – quasi fosse la Città Del
Sole di Tommaso Campanella - per chi – come me ed Anna – non ha Santi nel
Paradiso del mondo dell'Arte e non ha quindi le conoscenze “giuste” per poter
promuovere la propria Arte.
Si tratta di un'associazione che si occupa di videoproiezioni d'arte sulle facciate di
palazzi o altre opere d'architettura urbana. Molti
artisti di Orfeus hanno usufruito di questo servizio facendo proiettare le loro
poesie, i loro dipinti e disegni per le strade di Los Angeles, ed è stata
un'esperienza gratificante... Sarò eternamente riconoscente nei confronti dei
nostri partners d'oltreoceano!
Come
detto, oltre a quello musicale hai anche
un bel percorso letterario. Oggi hai al tuo attivo dieci pubblicazioni; tra le tue opere pubblicate a quale sei più
legato e perché?
Polvere
d'anima, oramai fuori catalogo... perché è una raccolta poetica davvero ben
fatta, ma anche Independent Art Group Orfeus 2013 in cui sono presenti liriche
di mio padre – che per la prima volta ha deciso di rendere pubbliche alcune sue
opere poetiche - ha fatto appena in
tempo a vedere la pubblicazione e a regalare copie con l'entusiasmo di chi è
fiero d'esser tra gli artisti del libro , purtroppo è venuto a mancare solo due
mesi dopo...Ma sono contento di avergli regalato questa soddisfazione
personale.
Quanto
del tuo vissuto c’è nei tuoi scritti e nella tua musica?
Più
che di vissuto parlerei di Essere, sono tutti pezzi del mio essere, sono sempre
io, uguale e diverso da me stesso. Panta rei.
Se dovessi definirti in una sola parola quale
sarebbe e perché?
Cosmico.
Perché mi sono sempre sentito figlio del cosmo più che della Terra.
Un
consiglio per tutti i giovani che vogliono intraprendere il tuo stesso
percorso.
Ascoltare
solo la voce della propria anima, mai quella dei detrattori e neppure quella
degli adulatori. Perché solo l'istinto primordiale è la voce divina che parla a
noi nel profondo del nostro spirito antico.
E
giungo alla mia ultima domanda di rito per Oltre Scrittura e ti chiedo: quanto
è importante nella tua vita il sogno?
Il
sogno è frutto dell'immaginazione e l'immaginazione ho sempre creduto fosse la
vera realtà, perché di reale non c'è che l'immaginazione e chi sogna è ben più
realista di chi vuol farti da Maestro.
Ringraziando
Andrea Michele Vincenti per avermi concesso questa bellissima intervista. Vi ricordo la sua Pagina INDEPENDENT ART GROUP ORFEUS E IL SUO GRUPPO
Bellissima intervista...e un grande artista da quello che ho letto ....complimenti a entrambi
RispondiEliminaGrazie :)
EliminaOnorato d'esser stato intervistato da un'Artista che stimo!
RispondiEliminaUn'intervista realizzata da un'Artista del calibro di Monica Pasero non può che essere un raro privilegio, un dono e un onore, per l'intervistato. Perchè solo il sentire di chi è dedito all'Arte per indole può compenetrarsi con l'essere di un altro artista giungendo sino alle radici emozionali ed entrando in simbiosi con il suo vissuto codificandone e rendendo leggibili ai più i caratteri primari della sua essenza, celata ma sempre presente nel suo operato, un filo conduttore reso visibile dalla sensibilità dell'intervistatrice.
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