OLTRESCRITTURA SEGNALA
SEI IL MIO
EROE DI DAVIDE CIFALÀ
DESCRIZIONE OPERA
Un gruppo
di quattordicenni con errori e problemi di vita decide di mettersi alla prova
in maniera particolare, diventando giocatori dell'Oikos Club, la squadra di
calcio più pazza dell'intera città di Catania. La storia difficile di Davide
Cifalà, dall'infanzia all'adolescenza, fino all'età adulta. Da calciatore
triste a karateka indomito. "Sei il mio eroe" un libro che racchiude
sogni, speranze, messaggi a persone che non ci sono più, fino ad arrivare alle
amicizie proibite con le pornostar Roberta Gemma e soprattutto Michelle
Ferrari, la mitica Michelle... Il libro mostra la solitudine di un artista, un
karateka malinconico alla ricerca del suo posto nel mondo.
"Sono già stato a questo punto. L'autoreclusione l'ho già conosciuta, molto prima della pandemia, anche se per ragioni diverse. Mi chiamo Davide Cifalà, ho trentaquattro anni e sono uno scrittore -karateka siciliano. Oggi sono conosciuto come uno che combatte, ma da adolescente ho avuto un'esperienza nel mondo del calcio che mi ha arricchito dentro e che racconto in questo romanzo che vorrei presentarvi. Quando avevo quattordici anni mi volevo suicidare. Ero molto piccolo ma ero già stufo di vivere. Avevo programmato un lento suicidio, avevo stabilito che ad uccidermi sarebbe stata l'anoressia. Vivevo in un quartiere popolare di Catania che si chiama Librino e vivevo una vita che mi stava stretta; giorno dopo giorno diventavo sempre più magro come un chiodo e nessuno intorno a me sembrava rendersi conto di ciò che mi stesse accadendo. Ero un appassionato di calcio che sognava di fuggire in una realtà migliore, diventando come Maradona, come Baggio, come Bobo Vieri. Poi un giorno conobbi colui che sarebbe diventato in seguito l'unico amico che abbia mai avuto, mister Orazio. Orazio non era solo l'allenatore della squadra del quartiere nella quale giocavo, l'Oikos Club (il colore delle magliette era verde come la speranza) ma è stato soprattutto un maestro di vita, che mi ha tolto dalla strada ed a poco a poco mi ha trasmesso quei valori di cui oggi faccio tesoro ovunque vada. Lui mi ha insegnato non solo il gioco del calcio, accogliendomi nell' Oikos Club la squadra più pazza della città di Catania, dove c' erano molti ragazzi difficili come me, ma soprattutto a credere in me stesso. Se non ci fosse stato lui, oggi non potrei raccontare questa storia..."
RECENSIONE DEL GIORNALISTA VINCENZO MARIO (TESTATA GIORNALISTICA V- NEWS) IL KARATEKA BURBERO E DANNATO DEL QUARTIERE LIBRINO
Lo sapete cos’è Librino?
Diciamocelo, è un posto di merda.
E lo era ancora di più negli anni
90, quando è iniziata questa storia.
C’è un gioco che faccio spesso durante le cene, quando parte la lamentela su qualche stortura dei nostri tempi. Immaginate che il buon Dio voglia farvi un regalo, e prima di nascere, anziché mandarvi allo sbaraglio in questo pazzo mondo, si prenda il disturbo di chiedevi dove e quando preferireste incarnarvi. Attenzione però, precisa l’Onnipotente. Potete scegliere l’anno ed il luogo, ma non la condizione sociale: potreste essere il figlio de Re o l’ultimo dei reietti.
Cosa scegliereste?
Pensateci bene. E pensate che a
parte una botta di culo eccezionale, ci sono statisticamente molte più
probabilità di nascere povero che di nascere figlio del Re.
Dove avreste le migliori chance di
sopravvivere, e di vivere una vita dignitosa pur nascendo poveri?
Io personalmente sceglierei senza
esitazione l’Europa del ventunesimo secolo. Ma è una mia idea, e naturalmente
ognuno avrà la sua.
Sono però abbastanza sicuro che
nessuno, se dotato di un minimo di sale in zucca, sceglierebbe mai Librino
negli anni 90.
Mai.
Case crollate, baracche malferme, roghi di immondizia, uomini, donne e ragazzi che si dividono tra eroina, crack e alcolismo. E poi delinquenza, prostituzione, violenza, i ragazzi che per sopravvivere devono affiliarsi ad una gang, e le gang quotidianamente si menano e di tanto in tanto si ammazzano tra loro. E poi la polizia, che anche lei mena. E spara.
La strada, la galera, la droga.
A fine anni novanta l’esercito ha
aperto un ospedale per curare gli oltre seicento feriti di arma da fuoco che
arrivavano da Librino ogni anno: più di due al giorno. In un solo quartiere.
E negli anni ‘90 era ancora peggio, non a caso Librino godeva della sinistra fama di “quartiere più pericoloso di Catania. Ed è proprio in questo ridente rione che nasce il protagonista della nostra storia, il piccolo Davide Cifalà, il 24 ottobre del 1987. Davide è venuto al mondo in una famiglia un po' così, come ce ne sono tante a Librino: papà pasticcere, un brav'uomo e lavoratore esemplare, la madre casalinga, donna ingenua ma forte, tutti e due completamente succubi di Daniele, il figlio maggiore, il primo dei loro due figli. Un ragazzo completamente squilibrato che li fa disperare e che Davide, più piccolo di lui di quattro anni, per questo odia. E così il piccolo Davide deve cavarsela da solo in quella giungla, con dentro quel disagio che gli consuma l’anima e col suo broncio perenne.
“Bud Spencer” sarebbe stato il suo
soprannome in una novella del Verga. Uno
dei soprannomi che la strada gli aveva affibbiato, e neanche il più difficile
da portarsi dietro. Soprannome che nasceva dalla sua stazza, 181 cm d'altezza a
soli quattordici anni per ben 89 kg, dal suo essere rissoso, ed introverso
Ha un animo gentile e sensibile e un atteggiamento taciturno; in fondo sono gli altri a dargli fastidio per primi, ogni volta che lui picchia. Ora, chi ha un minimo di esperienza delle cose del mondo, può ben capire come essere una Fatina a Librino, senza nessuno in famiglia a guardarti le spalle, equivaleva ad una condanna: un ragazzo povero e cicciottello con la testa grossa, la voce in falsetto e il soprannome di Bud Spencer non poteva che essere la vittima preferita dei bulli, che a Librino di certo non mancavano.
La vita di
Davide andava così: nessun aiuto né tantomeno amore a casa. E Librino è un
posto brutale, dove le speranze sono destinate a crollare. Un giorno qualcosa
si rompe nella testa di Davide. Così, quel disagio che lo logora dentro fino a
consumargli l’anima, comincia a diventare evidente. Comincia a perdere peso,
come se ogni chilo perso rappresentasse una parte di sé che a poco a poco
moriva, e scivola a quattordici anni nell' anoressia, arrivando a pesare solo
49 kg. Tenta di rinascere attraverso i calcio.
Ha tutto per essere uno di quelli che mollano, ma Davide non molla. L'
esperienza nel calcio è da dimenticare,
ma si rivela fondamentale per creare poi a vent'anni quella seconda vita
che nascerà, la vita da campione di
karate che diventerà esempio per tutti e che lo trasformerà così in una sorta
di supereroe proveniente dalla vita reale, soprattutto nella sua Sicilia ed a
Napoli, dove colpirà l' immaginario collettivo nel 2015, quando presenterà il
suo secondo libro, parzialmente autobiografico " Sei il mio eroe ",
nel quale parla della sua profonda amicizia con Michelle Ferrari, ragazza
problematica divenuta una star di LA 7.
In " Libero da ogni limite " invece, Davide ci racconta quanto
difficile è stato arrivare dov'è adesso, quanta tristezza ha dovuto
attraversare in quel periodaccio, quando ha dovuto affrontare l’avversario più
difficile di tutti, più duro di qualsiasi avversario: quella bestiaccia
chiamata anoressia. Davide Cifalà, che
aveva un animo gentile, e per dieci anni ha dovuto assorbire tutta la bruttezza
del mondo. E poi di colpo l’ha buttata fuori “.
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Cosa sono
stato realmente?
Un Golden Boy irripetibile, o un atleta che era in realtà, molto meno di quanto voleva sembrare? Ora che non gareggio più da un po’ di anni, capisco che forse sono stato tutte e due le cose insieme…Sono stato il simbolo di un quartiere periferico di Catania, fatto di degrado e sporcizia, del riscatto, del primo sensibile e tangibile cambiamento per la gente meno fortunata, che ispirandosi ed identificandosi in me, usciva dai ghetti, pur essendo all’epoca, un ragazzo irruento, per niente simpatico, che cominciò con le arti marziali ad un’ età in cui di solito si è già cinture nere ( 19 anni ).Ma ancora oggi, qualcuno accusa il mio Maestro, Giulio Ragusa, di essersi concentrato su di me, solo con lo scopo di creare un karateka straordinario, senza però farmi progredire come persona, considerando tutti i mostri che covavo all’epoca.
Probabilmente,
c’è del vero anche in questa tesi. Il mio maestro di Karate Giulio in compenso,
mi diede lo stile (Wado Ryu), lo stile che aveva reso campioni prima di me,
molti dei suoi allievi, che nelle mani di un ragazzo irruento quale ero,
diventò un’arma di distruzione.
La storia
di un ragazzo, come me, che pativa una drammatica situazione in famiglia, che
arrivò addirittura secondo alla sua gara d’esordio di Karate, dopo soltanto un
anno di gavetta ed addestramento (partendo da zero).
Biografia autore
Nato a
Catania nel 1987, Davide Cifalà comincia sin da giovanissimo a lenire la
propria vena malinconica e autodistruttiva, scrivendo. Intraprende svariati mestieri:
fa il giornalaio, il pasticcere… Dopo un passato nel mondo del calcio, diventa
dai diciannove anni in poi, un karateka agonista. Tutto comincia nel 2011,
quando pubblica in e-book " Libero da ogni limite ", il suo diario
personale (cominciato all’età di quattordici anni) trasformato infine in un
romanzo. Ma il vero successo arriva nel 2014, anno in cui viene a mancare suo
nonno, uno dei suoi pochissimi amici, quando sconvolgerà il mondo con il libro
"Sei il mio eroe ". Si trasforma in un vero e proprio mito. Nel 2020
firma un contratto con " Delta 3 " e nel pieno della prima pandemia pubblica
il suo terzo libro, la Graphic novel: " Ritornai a volare. " E nel
dicembre 2021 esce il suo quarto e finora ultimo lavoro " Gianluca Branco-
Il ring della vita. "
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