Giorno 122 di Stefano Soli. Recensione a cura di Monica Pasero.

 


Alle origini eravamo ospiti di luoghi incontaminati, dove la natura, la sua bellezza e la generosità della Terra erano sacri. 

L’ evoluzione ha introdotto forme nuove di pensiero.  L’essere umano, con l’avvento del progresso, ha modificato irrimediabilmente l’equilibrio del Pianeta. Ne hanno beneficiato le popolazioni più ricche del mondo, che hanno violentato, spesso inconsapevolmente, la loro Terra “la loro casa” portandola al collasso, ad uno stato di non ritorno, tantoché l’ira, il fuoco sacro che arde nelle sue viscere ha reclamato il suo ruolo, il suo indiscusso dominio.  Togliendo ai suoi ospiti, ingrati, ciò che nei secoli avevano raggiunto. Riportandoli ad uno stato quasi primitivo.

Cosa succederebbe se ciò avvenisse realmente?  Se la natura reclamasse rispetto e si ribellasse all’ uomo al suo innato egoismo. Portandolo alla fine di un mondo, a lui conosciuto? Se tutto ciò fino ad ora realizzato, conquistato venisse spazzato via? Se il mondo in cui siamo cresciuti, spesso viziati, si accartocciasse su se stesso. Inghiottito dalle sue stesse viscere?

In questa narrazione l’autore ci descrive uno scenario apocalittico in cui i sopravvissuti dovranno accettare una nuova, e terribile realtà.

In un attimo la loro vita cambia.  Il mondo fino a pochi istanti prima conosciuto non esiste più! La distruzione invade ogni angolo: è l’inizio di una nuova umanità dove ogni individuo perde la sua identità e si ritrova a inventarsi un modo per sopravvivere.

L’umanità che l’autore descrive non è certo migliore di quella appena finita. Appare rabbiosa, animalesca. La mancanza di cibo, di agi, di quel mondo in cui tutto era semplice, raggiungibile, quasi scontato, da un bagno caldo a un letto pulito, un pasto; ora è solo più un vago ricordo, un miraggio.

La nuova realtà è fatta di saccheggi, di violenza. Vince il più forte, perisce il più debole.

La parte selvaggia nell’ uomo emerge senza scrupoli, portandolo ad uno stato brado come un animale braccato in cui l’unica via di fuga è uccidere per sopravvivere.

Ma voglio evidenziare i protagonisti di questo libro che fanno da collante all’ intera storia ed è grazie a loro che la lettura appassiona, la curiosità aumenta, spingendoci a conoscere le loro sorti fino all’ ultima pagina.

Tutto inizia in una giornata come tante, su un treno si ritrovano buona parte dei protagonisti di questa vicenda. Uomini e donne differenti sia per anima che pensiero.

Chiara e Riccardo, coniugi, una coppia di successo affiatata sia ella vita che nel lavoro.

Padre Antonello, un giovane sacerdote, in viaggio per raggiungere il suo mentore e comprendere se il suo cammino è quello giusto.

Paolo e Arianna due sconosciuti che si ritrovano seduti vicini, e tra loro c’è subito una buona sintonia che li porta a condividere riflessioni sugli accadimenti politici di quei giorni.

Luciano, figura dominante di questa narrazione, un barbone che vive di elemosina per scelta.

I protagonisti, pagina dopo pagina, sveleranno la loro vera natura: quella che subentra quando il senso di sopravvivenza è più forte dei valori e del buon cuore.

Tutto ha inizio così:

E poi accadde, senza preavviso. Una forza estranea si impossessò del locomotore e lo scagliò in aria, facendolo impennare e avvitarsi su se stesso. La motrice puntò verso l'alto, picchiò con violenza sul tetto della galleria e si intraversò, frenando la sua corsa. Dietro, i vagoni si accartocciavano fra loro, strusciavano sulle pareti di cemento, lanciando scintille. Pezzi di intonaco piovevano dalla galleria ferita, si udivano fragori e schianti. Ma il macchinista non poteva più sentire.

Da qui inizia il calvario dei superstiti.  I protagonisti si ritroveranno uniti alla ricerca di un rifugio e a poco a poco la storia si amplierà con nuovi personaggi che animeranno queste pagine; si sveleranno le reazioni dei protagonisti, e la parte più brutale prenderà il sopravvento.

Ad alleggerire la narrazione ci sarà un personaggio, una ragazzina, Mia, con qualche difficoltà di apprendimento, ma con tanta voglia di imparare… Mia troverà il vecchio diario della madre, scritto molti anni prima, dove anche lei come noi, conoscerà i protagonisti di questa storia. Le pagine con Mia sono le più delicate, forse per l’ingenuità del personaggio o forse perché in un libro così crudo l’autore ha scelto di ridimensionare la bruttezza umana con la limpidezza della diversità, dell’amore incondizionato di Mia che senza pudori, senza filtri è semplicemente lei nella sua essenza.  .

Questo libro rivela il peggio dell’essere umano, ma ci apre anche alla consapevolezza che né il successo, né la ricchezza, né gli studi, né la posizione sociale possono contare qualcosa in una situazione del genere.

La Terra riporta ordine, equilibrio, ci rimette tutti sullo stesso piano: ricchi con poveri stolti con colti …  La differenza la fa la tempra, il coraggio, l’anima, la voglia di combattere, di resistere e ricominciare.

Un testo ricco colpi di scena a non finire, suspense. Niente è scontato fino all’ ultima pagina. Ci sarebbe tanto ancora da scrivere su questa storia, ma è meglio che la leggiate… Concludo con questa mia personale riflessione:

Potrebbe accadere tutto ciò? Io mi auguro di no, ma nel frattempo alimentiamo meglio la nostra vita, forniamoli strumenti nuovi affinché gli equilibri non si spezzino e la Terra, la nostra casa, sia rispettata.

Una lettura che consiglio anche ai non amanti del genere, perché in questo libro di fantascienza c’è né davvero poca, ma si apre una pagina allarmante dell’umanità futura.

Un messaggio forte! Un monito non così fantascientifico purtroppo. In cui si manifesta ancora una volta il bisogno di cambiare al più presto, prima che sia troppo tardi, per il bene comune e delle generazioni future.

Monica Pasero

 

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Se volete conoscere meglio l’autore, leggete l’intervista cliccando qui

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