LETTO E RECENSITO: ANIME SPERSE, PINA LIGAS

 Anime Sperse

Pina Ligas

Iacobelli Editore

 


                      “Siamo tutti Anime Sperse,

desiderose di ritrovarci”

                       

 

Una lettura coinvolgente! Una capacità descrittiva potente! Una scrittura dettagliata in cui nulla viene meno. L’autrice con maestria descrive ogni passaggio rendendo il lettore partecipe e presente al contesto.

L’immaginario prende vita grazie al sapiente uso delle parole. Parole che ci trasportano in una storia emozionante e ricca di riflessioni profonde.

“Anime Sperse” regala un viaggio negli animi umani, proponendoci storie difficili ma in linea con la dura realtà di quei tempi e non solo…

 

L’autrice ci conduce nella città Sabauda, la Torino del 1862. Ci trasporta nelle vicende della nobile famiglia de Blanchard. Apparentemente potrebbe sembrare un romanzo storico in cui le beghe familiari si uniscono al periodo politico complicato, post unitario, che vede in tutto il Paese coinvolto in sommosse e conflitti socio-politici.

Ma scorrendo le pagine e inoltrandomi nella storia…posso dire che siamo di fronte ad uno scritto molto più potente! Che posa l’accento su quanto la diversità possa fare paura, soprattutto in contesti sociali in cui l’apparire è prioritario.  

E nella famiglia de Blanchard, in un giorno di tempesta, viene alla luce Costanza.

Subito si comprende che la piccola ha qualcosa che non va: quella gambetta di 4 cm in meno è l’artefice di tutto… Negli anni si cerca di sanare la bambina con erbe curative e rimodellando in modo grossolano e doloroso la gambetta offesa, ma nulla cambia: la situazione della piccola degenera e oltre la sua andatura claudicante, inizia a soffrire di attacchi epilettici.

Tutto ciò viene interpretato dalla Contessa Madre, Maria Sole, come una maledizione che ritorna da generazione in generazione, e non può fare a meno che ricordarle la sventurata sorella, affetta ai tempi dalla stessa “pazzia”, costretta a letto per il resto dei suoi giorni.

Ciò porta il conte Filippo de Blanchard, non sapendo come gestire la situazione e in qualche modo celare all’opinione pubblica la disgrazia che vive tra le sue mura, a decidere l’allontanamento della figlia da casa. La piccola Costanza si ritrova separata dalla famiglia in un ambiente lontano e sconosciuto, circondato da Suore e altre giovani con problematiche varie…

Costanza la protagonista ci ricorda tutte quelle persone non comprese, trattate come pazze, ai tempi in cui la medicina non era ancora giunta a fare una diagnosi certa, e avere una cura. Una bambina bisognosa di essere aiutata, ma vista da chi avrebbe dovuto amarla sopra ogni cosa come un impedimento per la serenità del resto della famiglia.

Costanza personifica l’abbandono. Una giovane lasciata al suo infausto destino senza il calore di una famiglia. E così, tra le fredde mura del convento, cresce avvolta dai demoni del passato e, ahimè, da altri in carne ossa. Ma la storia di Costanza, oltre a testimoniare quanto la vita possa togliere ed essere ingiusta, simboleggia anche quanto la vita possa mutare nel corso del tempo e donarci tutto il maltolto.

 

Suor Giacinta figura prorompente nella narrazione, personifica la frustrazione umana. Un passato difficile il suo. Trova riparo in una veste monastica ma che non  la rende degna di portarla. In lei gelosia e perfidia regnano e sono la comprova che la grazia di Dio non giunge da un abito talare ma da un cuore puro che troveremo invece in altri protagonisti di questa bellissima vicenda, dove ogni personaggio tira le fila unendo ogni pezzo alla sua giusta e non scontata conclusione…

 

Suor Angelica personifica la luce, quella parte di noi che viene in soccorso quando il mondo appare lasciarci e ci sprona a vivere, a ritrovare fiducia in noi stessi e nelle nostre capacità.

 

Matteo personifica l’amore per il prossimo, incondizionato e puro… un animo buono che segue il suo cammino di Fede.

 

In questo scritto, colmo di emozioni e vicende umane, la speranza scivola su ogni pagina e mantiene viva quella luce, anche quando appare impossibile un lieto fine.

 

“Anime Sperse” è un romanzo a tratti crudo, ma che sprigiona in ogni pagina quella forza di cambiare gli eventi, che spinge tutti i protagonisti a scorgere nuove vie per ritrovarsi.

Le “Anime Sperse” sono tutti coloro che si abbandonano a sé stessi, che non trovano la luce nei propri giorni… Ma una mano tesa, un sorriso, una carezza possono far molto come nel caso di Costanza e di tutte quelle creature speciali, ancor oggi spesso non comprese, ma che riservano in loro grandi doni celesti.

Quale dono celeste avrà riservato il Cielo alla giovane Costanza? A voi scoprirlo.

Libro consigliato!

 

Monica Pasero

 

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