LETTO E RECENSITO Siamo tutti figli unici
Un romanzo di Giacomo Casaula
Guida Editori
Un linguaggio giovane, fresco, che s’immerge
però in un contesto dove la riflessione è d’obbligo.
L’autore ha una grande capacità comunicativa
sia nei passaggi più leggeri, in cui descrive dialoghi adolescenziali, sia in quelli
più impegnati dove rappresenta appieno gli stati d’animo dei suoi protagonisti.
Un testo di facile comprensione, una lettura
scorrevole e appassionante ma soprattutto costruttiva.
L’autore ci inoltra nelle vicende della
famiglia Ricci, ma non apre solo la porta alla loro quotidianità, si spinge
molto più a fondo. Un viaggio interiore dei singoli in cui scopriremo le loro
paure, debolezze, fragilità e sogni.
Una famiglia unita, amorevole, ma questo non
basterà a mantenere integri i loro equilibri. Ogni cuore, ogni anima vive la propria
evoluzione personale in fasi diverse della vita… Molti adolescenti, durante la
crescita, spingono a trovare la loro strada, e nemmeno l’amore genitoriale può impedire
questo passaggio forzato, in cui la ribellione prende il sopravvento sulla
ragione. Così avviene anche per Luca che, sopraffatto dalla propria esistenza,
fugge lontano. Come se bastasse cambiare stato, buttar via il cellulare,
abbondare gli affetti più cari per ricominciare. Luca dirotta così il suo
futuro, seguendo sogni confusi, ricercando quella felicità che appare trovarsi
lontana dal mondo fino ad ora conosciuto.
Cala la notte sulla famiglia Ricci: una parte
di loro muore. Non è un lutto, è molto di più! Ciò li porta a vivere in una
sorta di apatia, di confusione… Nulla è come prima. Nessuno comprende la scelta
di Luca: si è staccato da loro. Non è morto. Non è vivo…
Il fratello, Francesco, cresce così in un limbo
in cui tenta di vivere la sua vita e nel contempo ne ha profondamente paura. La
mancanza di Luca si fa sentire, una sorta di amore e odio che l’opprime. Così
si rifugia spesso tra le braccia della nonna, Viola, figura importante in
questa narrazione. Viola è una donna forte, intuitiva, sempre un passo avanti.
Ora rallentata dalla malattia: la sua mente vacilla, dimentica, si spegne, ma
sono gli occhi che parlano e quelle poche parole che ancor riesce a dire: “Va a
correre”, sembrano insensate eppur sono da sprono per il giovane ad andare avanti.
Tutto scorre lento. Il tempo si è fermato a quel giorno di 8 anni
prima. Ambra scrive una sorta di diario per sentirsi meno sola. Dopo la
scomparsa di Luca, suo figlio, non è più la stessa e con lei suo marito,
Riccardo. Sono assenti, vivono in conseguenza del quotidiano, quella luce nei
loro occhi è spenta: una parte di loro è fuggita via dal loro stesso amore,
senza dare spiegazioni. Vivono ponendosi mille domande che col passare del
tempo non producono altro che dolore… Ma un giorno qualcosa di inaspettato
succede: Luca ritorna.
Torna consapevole che il suo viaggio verso la felicità
era fasullo.
Dopo 8 anni il primo incontro è con Viola la
sua amata nonna. L’Alzheimer le ha spento ogni cosa, ma l’amore no, quello
s’avverte, e Luca fa in tempo a dirle addio.
Da qui la vita dei protagonisti viene segnata
dal ritorno di questo figlio, questo fratello. Ora la felicità fa ancora più
paura! Ora che sono di nuovo insieme è come se gli equilibri ritrovati,
faticosamente negli anni, si fossero di nuovo spezzati.
Luca è a casa!
Ad aiutare, a dare un senso alle mille emozioni
che travolgono i protagonisti di questa vicenda sarà proprio Viola e le sue cinque
lettere che verranno consegnate dopo la sua morte.
Viola aveva intuito il bisogno di lasciare un
messaggio, prima che fosse troppo tardi per lei, e in queste lettere la
saggezza, l’amore di questa donna per la sua famiglia saprà fare la differenza.
Ambra, Riccardo, Luca e Francesco leggeranno le
loro rispettive lettere. Viola lascia a tutti un messaggio che li aiuterà a
riflettere sugli errori fatti e le future azioni da compiere.
Ma c’è una quinta lettera rivolta “a chi verrà”,
e qui s’apre il futuro di questa famiglia che pian piano ricompone i pezzi,
riprende a vivere… il ritorno di Luca spezza quell’ incantesimo e il tempo
riprende a scorrere, la vita ritrova un senso…
Siamo tutti figli unici racconta il malessere
diviso in tre generazioni:
Adolescenza: Francesco e Luca, quando i primi
amori muoiono e la vita diventa faticosa, tutto è più grande di te! Ma non si
ha la forza di chiedere aiuto, si è arrabbiati, delusi e l’orgoglio, la rivalsa
spesso spingono a fuggire in mete sbagliate.
L’età matura, Ambra e Riccardo, con i ricordi
dei tempi passati, e quella spada di Damocle sulla testa che gli impedisce di
essere felici, colpevoli di non essere stati in grado di aiutare il proprio figlio.
Persi in dubbi e rimpianti. Apatici al loro presente e al loro reciproco amore.
La vecchiaia: ed infine Viola un personaggio
che Casaula delinea egregiamente e ci fa vivere nelle sue riflessioni: la
tristezza dell’inverno, ma anche la forza di quell’ età dove tutto sta per
finire, o forse solo iniziare.
Eppure c’è ancora il tempo di amare: una scintilla
di speranza accende il domani per chi verrà… e quella quinta lettera per chi l’avrà
scritta, Viola?
Lo sapremo leggendo questo romanzo, un susseguo
di emozioni, ricordi e ritorni che pian piano si incastreranno perfettamente,
uno con l’altro, regalando un mosaico bellissimo: tanti pezzi di cuore
distrutti da paure, delusioni, mancanze ma che si ritrovano, si uniscono e
regalano un finale ricco e inatteso.
Come scrive
Viola: “Il dolore serve!”.
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