A OLTRE SCRITTURA IGINIO CARVELLI
Il pensiero va al seme che si umilia
e si nasconde in una zolla di terra per esplodere
in una fioritura verso il ciel e diventare pianta, albero,frutto,ombra,ospitalità.
I. C.
Oggi, nel mio spazio,
ho il piacere di ospitare un uomo impegnato da sempre nel sociale. Il quale
attraverso la comunicazione e i suoi grandi valori ha lasciato un’impronta
forte e positiva,soprattutto concreta, a favore della sua splendida terra: la
Calabria.
Uomo di grandi
risorse, in cui si evidenzia la sua forte spiritualità e il suo grande senso di giustizia che
traspare anche nei suoi innumerevoli scritti. A Oltre scrittura il giornalista
nonché scrittore Iginio Carvelli.
La
sua esperienza nel campo della comunicazione è davvero vasta. leggendo la sua
biografia non posso che evidenziare la grande forza e perseveranza nelle sue
innumerevoli lotte e innovazioni a favore dei suoi conterranei. Viviamo oggi in
una società di parolieri dove la parola circuisce, ma la sostanza non giunge. A
suo avviso l’idealismo può ancora rivoluzionare questa società, c’è ancora
speranza per chi ci crede davvero?
L'idealismo
da solo non basta. E' una linfa necessaria per tenere vive le radici dei valori
umani e culturali, ma come le idee, ha bisogno
delle gambe per camminare. I processi del cambiamento si costruiscono con la
forza degli ideali capace di smuovere le incrostazioni della conservazione e di
fare avanzare il nuovo, mirato esclusivamente al bene comune. E’ possibile rivoluzionare
questa società e c’è motivo di bene sperare con un idealismo che si faccia azione, con
idee vive e sane e non con idee morte e
malate perché, e rubo un pensiero di
Sciascia : “UN’IDEA MORTA PRODUCE PIU’ FANATISMO DI UN’IDEA VIVA; ANZI SOLTANTO
QUELLA MORTA NE PRODUCE POICHE’ GLI STUPIDI, COME I CORVI, SENTONO SOLO LE COSE
MORTE “
La comunicazione, a quanto
leggo, vive con lei da sempre: per molti anni ha diretto il mensile “Kairos”
che si occupava appunto di cultura e attualità e qui le chiedo: dalla sua
esperienza di vita, la vera cultura passa tramite le cattedre e i letterati o
tramite la vita di tutti i giorni?
Il concetto di cultura ha mille facce , significati e definizioni perché si è modificato nel corso
dei secoli nelle varie tappe del cammino dell’umanità. Mi affascina il pensiero
antico che vede la cultura come educazione
dell’uomo alla vita umana. Poiché
il termine deriva dal latino colere che
significa coltivare, il pensiero va al seme che si umilia e si nasconde in una
zolla di terra per esplodere in una fioritura verso il cielo e diventare
pianta, albero, frutto,ombra, ospitalità. Sono tante le specie degli alberi
come sono tante le culture che rappresentano la ricchezza vera dell’umanità,
culture differenti da rispettare e
amare. Le cattedre e i letterati
rischiano a volte di essere querce che producono ghiande ,se dimenticano
le radici e vivono della gloria del
sapere, spoglia della centralità dell’uomo
che è soprattutto dignità e amore. Scrive San Paolo: puoi conoscere tutti i
misteri e tutta la scienza, parlare tutte le lingue, se non hai l’amore sei un
niente,un cembalo suonante. La vita di tutti i giorni è fatta di incontri, di
relazioni,di conoscenze,di tradizioni,di religiosità,di gente in cammino che
sono l’essenza della cultura cioè il seme che si fa albero. Ci sono i grandi
letterati ,ma non mancano i piccoli
scrittori di periferia che vivono in mezzo ai problemi della gente, spesso sfruttati
da editori stampatori che in nome della
cultura mirano a un profitto poco pulito. La scrittrice Marguerite Yourcenar
afferma che “Chi edifica biblioteche, costruisce granai contro l’inverno dello
spirito”. Ogni libro è un chicco di
grano, quindi un valore che si aggiunge
ai processi culturali che partono dal basso. Processi che andrebbero sostenuti
e apprezzati dalle politiche formative e
culturali.
Da sempre legato alla sua
splendida terra, decide di regalare a quei posti, precisamente alla sua amata
Scandale una delle sue opere dal titolo “Rughe di pietra”edita da Rubettino
Editore, con la quale vince nel 1996 il prestigioso premio “Il Pino d’oro-
giornalismo letterario”In questa sua raccolta, racconta la vita semplice di
quei luoghi e il suo divenire. Qual è il messaggio, principe, di questa sua
narrazione ?
La televisione ha spento il
focolare che una volta veicolava le
memorie non scritte di una determinata
comunità. Non si racconta più accanto al focolare e si perdono conoscenze che narrano i sudori dei padri. Le nuove generazioni si godono l’ombra di un albero e non si
domandano che ,tanto tempo fa, c’è stato un uomo che in quel posto ha piantato
un seme. Un uomo, che ha ricevuto le memorie dal racconto del nonno o dei
genitori, ha il dovere di tenerle in vita. Io
ho avvertito questo imperativo interiore e ho raccolto in “rughe di
pietra” piccole storie del mio paese, destinate altrimenti a un indecoroso
oblio. Il passato è un patrimonio che si consegna al presente per essere arricchito e costruire il futuro. Un messaggio che vale
per i padri e vale per i figli.
Le sue opere sono tutte di
grande valore sociale, toccano tematiche forti e sempre attuali. Nei suoi testi
spicca la necessità di condurre il lettore alla riflessione, al bisogno di
riportare nelle gente il senso della giustizia. Quale,secondo lei, tra le sue
opere ha espresso al meglio questo concetto ?
In
“donna d’onore”Stango editore, e in “La spina di rovo” Europa edizioni - ambientati in tempi e realtà dominati dalla
presenza di gruppi mafiosi, si evidenzia
l’urgenza di una crescita della cultura
della legalità. Un processo culturale
che inizi dalla famiglia, si
rafforzi nella scuola, si
Tra i tanti libri, da lei
pubblicati , ricordo: Danuta” edizioni lavoro Roma e “Donna d’onore” Stango
editore, dove protagonista indiscussa è la donna. Dall’ alto della sua maturità
le chiedo: secondo lei, a oggi, la donna cosa ha perso e cosa deve ancora
raggiungere nella sua evoluzione?
Ha perso il pudore di Lucia
Mondella, ma ha conquistato il coraggio di Aung San Suu Kyi e l’amore di Madre Teresa di Calcutta. Si fa
largo la valenza della mente e del cuore
della donna, al di là delle doti del corpo. L’impegno della donna
nella cultura,nella vita sociale,nelle istituzioni, si manifesta sempre di
più straordinario,esaltante,innovativo,
a volte rivoluzionario. Secondo il mio modesto parere, la donna non ha bisogno
delle concessioni dei maschi per cui non hanno senso le quote rosa. Le sue
sensibilità a volte sono uniche e in grado di frantumare mentalità e
arroganze legittimate dalle leggi.
Tra le sue opere, mi
soffermo su quella che mi ha incuriosito di più “Diario di un cane randagio”
edito da Falco Editore. Anch’ essa legata al bisogno di giustizia, ma questa
volta a rivendicarla è il mondo animale. Due parole su questa sua narrazione.
Ritengo elemento di civiltà il
dovere di tenere viva l’attenzione sui nostri amici animali. Il cane non è un problema, ma una soluzione e come
tale una risorsa. Gli animali hanno un ruolo di servizio all’uomo, “Signore” del
regno animale. Nella genesi leggiamo :”Facciamo l’uomo a nostra immagine,secondo
la nostra somiglianza e domini su tutti gli animali(dominare da dominus, signore!) La cronaca di tutti i
giorni ci dice che spesso l’uomo si
comporta non da signore , ma da
mascalzone. Il fenomeno dell’abbandono è diffuso e svela l’ipocrisia di chi
ama la fedeltà del suo cane e poi
l’abbandona. Sostengo che il cane non è
un oggetto ma un soggetto e come tale ha
i suoi diritti : essere rispettato,curato,accolto, amato. Anche per lui c’è una
giustizia da rispettare.
Girando sul web, mi imbatto in questa suo frase: “Avrei due strade, la disperazione e la speranza, ossia il
buio e la luce. Sulla prima strada tutto è perduto, sulla seconda tutto è
possibile”(tratta da “Uguali ma diversi” edito da Rubettino Editore).Dove
mi trova pienamente d’accordo e qui le chiedo: nella sua lunga esperienza come
“Uomo” quanto la speranza le è stata alleata in questi anni ?
La vita di un uomo è segnata da
delusioni,sogni spezzati,affetti perduti,incomprensioni e sconfitte che lasciano cicatrici profonde che, a volte ,scoraggiano
a proseguire un cammino. Ogni uomo fin dalla culla conosce il pianto, a volte
cocente. E’ sempre vero che alla notte
segue il giorno con il calore di chi ti vuole bene, con la gioia di un figlio
che nasce,con l’arrivo di un’opportunità lavorativa, con la generosità di una
mano tesa,con la lotta per una società più giusta, con la fede che rafforza lo
spirito. In fondo a un tunnel c’è sempre una luce che si chiama speranza. “Non abbiate paura, non lasciatevi rubare la
speranza.” Sono parole di Papa Francesco. Se penso al mio passato, vedo le
tante cadute e quante volte mi sono
rialzato;sogni sfumati e sogni
realizzati, ingratitudini ricevute e
grazie su un sorriso innocente, una malattia e una guarigione, una
giovinezza che se ne va e un’età che avanza
serena verso il traguardo finale che è l’abbraccio nella
misericordia del Padre. In tanto cammino, la speranza mi è stata amica e non mi
ha mai tradito.
Un
consiglio per tutti i giovani che vogliono provare ad intraprendere questa
strada.
Un
ragazzo chiese a un vecchio seduto su una panchina: cosa devo fare per
diventare saggio ? Il vecchio rispose : leggi per interpretare i segni dei
tempi , fai tesoro del tuo pianto e non
fermare lo sguardo sul pattume ,ci sono tanti fiori intorno a te. Il ragazzo sorrise
incredulo: tu sei un idealista e allungò il passo. Non andare via, si lamentò
il vecchio, dovresti pagarmi per il consiglio che ti ho dato, ma in compenso
dammi una mano per sollevarmi da questa panchina. Ho perso le forze eppure ho
combattuto tante battaglie per un mondo diverso. Il ragazzo liberò la sua
ironia: Ci sei riuscito? Il vecchio
scrollò la testa e disse: No,perché combattevo con l’odio e il rancore
nel cuore, ma tu ci riuscirai se la tua arma sarà l’amore nutrito dalla verità.
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Iginio Carvelli
Intervista a cura di Monica Pasero
Bellissima intervista. Leggo molte verità nelle parole di Iginio Carvelli, come ad esempio quando afferma che è un dovere di tutti tenere in vita le memorie dei nostri padri trasmettendole a nostra volta ai figli, quando parla della necessità di educare all'amore e al rispetto per gli animali, quando dice di non abbandonare mai la speranza perché c'è sempre una luce alla fine di un tunnel. Il messaggio di speranza l'ho colto sempre nei suoi scritti ogni volta che ho avuto l'occasione e il piacere di leggerli, Complimenti alla dott.ssa Pasero per le interessanti domande e complimenti ad Iginio Carvelli per le altrettanto interessanti risposte. Carmen
RispondiEliminacondivido pienamente. La PASERO ha centrato in pieno tutti i contenuti e le risposte del poeta sono state molto interessanti. grazie. DOMENICO
RispondiEliminaRingrazio per il tempo che avete dedicato al mio blog e ringrazio sopratutto Iginio Carvelli per la sua disponibilità è uomo di grandi verità!
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