A OLTRE SCRITTURA IL MAESTRO FERNANDO DE LUCA INTERVISTA A CURA DI MONICA PASERO
Il
tempo muta l’uomo
ma la passione
eternamente vive in lui
Monica
Pasero
Nel concetto di eterno, sicuramente vive la passione e quando brucia così forte in
un animo, non può che ritornare indomita vita
dopo vita, perché l’essenza di un sogno
non muore mai! L’ospite di oggi riporta con
grande forza ciò che è stato, che è, e sicuramente sarà. Nel
suo mondo di antichi suoni, ripercorre intimamente il suo vissuto, donando ai
giorni nostri musica eccelsa, in
cui le sonorità inneggiano alla purezza dell’arte, quella vera senza
sotterfugi. Arte di uomini che si aprivano
al mondo e ai suoi misteri e secolo
dopo secolo lo arricchivano con melodie dal valore inestimabile. Così, pizzicando
sui tasti del suo amato clavicembalo,
giunge
fra queste pagine, un artista dei giorni nostri che appare estrapolato
da un ritratto del Ghezzi.
A Oltre Scrittura
un grande compositore contemporaneo che ha fatto della sua passione il suo
viaggio terreno. Con grande piacere ospito il Maestro Fernando De Luca.
Ringraziandola di essere qui, parto
subito col chiederle: la sua passione per il cembalo nasce in tenerissima età. La mia curiosità è questa: come è
venuto a contatto con questa realtà, un po’ insolita devo dire per un bambino,
chi l’ha portata a conoscere questo particolare strumento?
Allora,
essendo nato a Roma città, per
antonomasia, culla del Barocco e
Barocca, essa stessa mi ha fatto percepire, fin dalla più tenera età, delle
sensazioni particolari verso questo momento storico importantissimo per la
nostra civiltà occidentale. Nato nei pressi di Piazza del Popolo all’Ospedale
di San Giacomo in Augusta il 19 di Febbraio del 1961, vissi alle pendici del Gianicolo, dove mio padre lavorava
presso il Pontificio Collegio americano del Nord.
Il
Gianicolo luogo sacro per i Romani ed Etruschi, lì vi era un tempio del Dio
Giano Bifronte. Dio della Pace e della Guerra, nonché luogo della divinità
Attis È stato nei secoli luogo di molti
avvenimenti, dove soggiornarono e vissero
e morirono importanti personaggi tra cui Carlo III di Borbone durante il
Sacco di Roma del 1527, colpito, si dice a suo vanto, da un colpo di Archibugio
tiratogli dal Benvenuto Cellini dai bastioni di Castel Santangelo. Il Borbone
morì il 6 Maggio 1527 nei pressi della
chiesa di Sant’Onofrio dove morì anche il 25 aprile 1595 Torquato Tasso sepolto nelle
sue cripte.
Ma
vissero anche due donne: Cristina di Svezia, esattamente nel versante est alle
pendici verso Trastevere in Palazzo Riario e Prudenza Gabrielli Capizucchi la
prima donna a essere ammessa in Arcadia con il nome di Elettra Citeria, essa ha
vissuto esattamente dove ora vi è il collegio Americano. Insomma il luogo dove
ho vissuto la mia infanzia e giovinezza, era intriso di Arte Cultura e tanta storia.
Dopo
questa lunga premessa arriviamo al perché il Cembalo è entrato a far parte della mia esistenza, il Collegio
aveva all’interno sia un grande Organo in chiesa “ che sentivo dalla mia casa quando
giocavo da bambino” e moltissimi pianoforti storici siti nel teatro del
Collegio. Ve n’ erano due: un Gaveau del 1875 e un Erbhar dei primi del 1900 e almeno altri cinque o sei non ricordo esattamente però.
Sicché
sentendo l’Organo e conoscendo alcuni studenti “ Seminaristi Statunitensi” che suonavano sia l’Organo che il Pianoforte, mi
appassionai alla musica che a dire il vero sentivo dentro di me fin da
piccolissimo. Uno studente un giorno mi fece sentire dei Concerti grossi di Corelli per Archi ma…. Vi fu un suono che era
diverso dagl’altri ed era quello del Cembalo
che realizzava il Basso Continuo. Ecco diciamo che è stata questa sensazione
fortissima che percepii in quel mentre, avrò avuto sei sette anni e da allora mi interessai sempre di più al Cembalo e alla
musica. in particolare a scriverla più che a suonarla.
Il suo percorso di studi
inizia da giovanissimo, portandola negli anni a grandi successi personali. Un
cammino in ascesa il suo! C’è stato,
però, un momento in cui ha vacillato, pensando che forse non era la sua strada?
Diciamo
che l’alternanza di momenti di grande entusiasmo ed energia con quelli di
depressione e pessimismo estremo si succedono ciclicamente. Debbo dire che ogni
volta ne esco sempre più determinato e forte, sapesse quante persone hanno
cercato di ostacolarmi nei miei intenti e propositi, ma essendo io un Pesci
ascendente Toro… mi spezzo ma non mi piego e vado avanti Alea Iacta Est.
La musica è la mia
esistenza, senza di essa sarei già morto da tempo…
Lei cresce negli anni
sessanta. Gli anni della contestazione della libertà espressiva, del cambiamento,
in cui tutto si riappropriava di una nuova visione e se da una parte il mondo
spingeva all'innovazione, anche musicale,
le sue scelte invece portavano alla conservazione dei beni
musicali antichi e le chiedo: questo all’epoca influì nel rapporto con i suoi
coetanei?
Gli anni sessanta della contestazione pur
avendoli vissuti non li ho percepiti come tali, il Collegio dove vivevo con la
mia famiglia era isolata, una sorta di Enclave a Roma un’ isola felice, non a
caso li è nata l’ARCADIA. Diciamo
che il rapporto con i miei coetanei in campo musicale era assente, questo
perché la scuola basandosi su un sistema alla De Sanctis e Croce e riformato da
Gentile negli anni 30, con questa riforma della Scuola Gentile “ allievo
prediletto del Croce” aveva infine letteralmente
cassato la musica dall’insegnamento come materia di base, nell’antichità la
Musica era ben presente, e aveva una
forte posizione nel bagaglio culturale dell’individuo. Vedi Severino Boezio che
inserisce la Musica nel Quadrivium insieme
alla Matematica,Geometria e Astronomia, poi Quintiliano nell’arte della
Retorica paragona la Musica alla Grammatica e si potrebbe proseguire con altri
personaggi per cui la musica aveva
rilevanza tipo il Benvenuto Cellini che
oltre ad Archibugiare il Borbone era virtuoso di Cornetto Michelangiolo e
Insomma
la nostra cultura Musicale attuale ahimè è stata menomata da queste tre persone
che la ritenevano inutile e non un’arte degna di essere studiata, come la
letteratura, il teatro, la pittura e la scultura arti che privilegiano la vista e un apparire sotto
una forma ben precisa.
Diderot nella sua
“Lettera sui sordi-muti” (1751) domanda:
“Come mai delle tre arti imitatrici della natura, quella la cui
espressione è più arbitraria e meno precisa tuttavia parla con più forza alla
nostra natura? Forse che la musica
mostrando meno direttamente gli oggetti lascia più spazio alla nostra
immaginazione, oppure che avendo noi bisogno come di una scossa per
commuoverci, essa è più atta che non la pittura e la poesia a produrre in noi
questo effetto di tumulto? Cosa gli
risponderebbe?
DenisDiderot? l’autore del Nipote di Rameau… come tutti gli illuministi ha solo
nell’apparenza una luce rilevatrice, ma rileva solamente un buio ancora
difficile da togliere….la musica non ha passato o futuro … ma solo un presente,
ovvero nell’atto in cui viene,” dopo essere stata composta e forse quello è il suo unico vero
passato” a essere eseguita nello spazio
tempo del continuo divenire.
I
problemi che si riscontrano sono innumerevoli perché la musica composta nel
passato deve essere fatta vivere in un presente che ha elementi semantici,
retorici, idiomatici e culturali di società diversissime da quando è stata
composta ed eseguita in quel ben determinato periodo storico.
La
Filologia, se usata con un intento di introspezione, può fare emergere quelle
lacune che il tempo ha creato nella sua azione di distruzione e oblazione.
In
questo caso l’interprete deve non solo avere una sensibilità fuori dal comune
ma una competenza a 360 gradi che lo deve spingere in profondità abissali dove
vi è poca luce se non il buio più assoluto.
In
questi ultimi anni la Filologia ha fatto enormi passi che ahimè si sono
scontrati con il solito fenomeno del Marketing musicale, dove alla fine anche
coloro che si sono affacciati come interpreti filologici hanno poi sposato una
più remunerativa carriera che è il contrario di quello che Diderot afferma
ovvero si basa più sull’apparire “
Istrionico Geniale Narcisistico “ dell’interprete a cui la nostra società e
anche quella del passato era ancorata, stride la rivoluzione sessantottina in
tutto questo.
Di bella musica
negli ultimi decenni ne abbiamo ascoltata davvero poca, forse la passione sta lasciando il posto a
una grande voglia di esibizionismo e pochi sacrifici, cosa ne pensa a tal
proposito?
Domanda
di difficile risposta, si potrebbe dire che la tecnologia, per cui noi oramai volenti o nolenti siamo
schiavi, ha reso la nostra natura algida
alle emozione, reticente o falsamente pronta al commuoversi secondo cliché
canonici di certi format televisivi tipo : “Amici, l’Isola dei Famosi, C’è
posta per te etc etc… spesso
molte persone mi chiedono che motivo c’è a suonare il Cembalo, strumento che
per molti musicisti a tastiera di oggi risulta imperfetto e privo di una
possibilità espressiva, quando oggi abbiamo i Pianoforti da Concerto a Gran
Coda tipo,Steinway, Il Fazioli o altri che i pianisti di oggi suonano con tanto
tripudio e ammirazione del pubblico.
Ecco
cosa rispondere a questi interlocutori unilaterali?
Come
mai il Cembalo che ha avuto una vita lunga nella storia Occidentale ha prodotto
Capolavori scritti da gente come Frescobaldi, Mayone, Trabaci, Valente,
Storace, Pasquini, Scarlatti, padre e figlio, Durante, Platti ,Marcello Giustini,
Galuppi, Pescetti, Rutini,Manfredini
e molti altri. Per quanto riguarda
l’Italia e, Chamboniers Louis Couperin, D’Anglebert, Le Roux,de La Guerre,
Marchand, Clerambault, François Couperin, Rameau Duplhy, Royer; Balbastre per
quanto riguarda la Francia.e la Germania
Froberger Buxtheude,Pachelbel, Khunau,Bhom Fischer Bach padre e figli,
Meichelbeck,Schobert Hassler etc….Mentre
oggi dì questo meraviglioso strumento a Gran coda da Concerto, non stimola più di tanto a creare
capolavori come hanno fatto nel passato?
Ecco
ho risposto con un'altra domanda che gli interlocutori unilaterali glissano
con il solito sorrisetto irridente e canzonatorio tipico a dirla alla Roche Foucauld
Che è prerogativa degli
spiriti mediocri criticare e condannare tutto ciò che è al di fuori della loro
comprensione.
L’arte è un dono e, su questo mio pensiero, mi
va di ricordare la sua diffusione completamente gratuita di pezzi dedicati al cembalo
nel periodo barocco, registrati da lei e ascoltabili tramite il sito “ Sala del Cembalo del caro Sassone” di cui
ricordo lei è uno dei fondatori. Due parole su questa scelta e soprattutto ne è
valuto la pena?
Ecco capita a
pennello questa domanda, essendo questo il decennale del sito della SALA DEL
CEMBALO DEL CARO SASSONE oramai ascoltato in tutto il mondo, dall’Europa all’America
all’Asia e all’Africa e Oceania … insomma è in assoluto il posto dove si può
ascoltare gratuitamente fino ad oltre
230 ore di Musica per Cembalo da me
solo eseguita, avrei voluto avere la partecipazione di altri, dato che il
lavoro è immane, però quando l’ho
proposto ad alcuni miei colleghi, con una scusa o l’altra hanno dato un
diniego, forse per motivi più che altro legati alla parte retributiva dato che
è tutto fatto senza alcun scopo di lucro e solo al
fine di divulgazione e conoscenza di musica per Cembalo dei Secoli XVII
e XVIII anche di autori sconosciuti che il tempo, come al suo solito ha obliato
iniquamente. Vedi J.Sheeles o come
quello che sto registrando ora Jean Baptiste Parant 1730 1780 cembalista a
corte di Louis XV e Madame de Pompadure.
“Se dovessi cercare una parola
che sostituisce “Musica” potrei pensare soltanto a Venezia.” cita Friedrich Nietzsche e
credo, che la trovi d’accordo! Due parole su Venezia e la sua magia.
VENEZIA CHI
NON TI COGNOSCE NON T’APREZIA
ecco
con questa frase si potrebbe dire tutto, e già perché chi non conosce Venezia? Oh
oh in molti non la conoscono se non nell’apparire di una città nell’acqua, nel
mare sospesa in un romantico sogno di decadenza e morte….Niente
di più falso e intriso di luoghi comuni!!!Poi
il turismo contemporaneo, le grandi navi da crociera che imperversano sulla
Giudecca e il bacino di San Marco un orrore legato al più bieco consumismo
attuale, ora mi diranno che Venezia e i Veneziani sono commercianti e vivono
sul commercio…ecco appunto commercio di
Mercanzie Stoffe, Lampassi Merletti, Spezie e soprattutto di Idee ha citato
Nietzche?!? Ecco io cito Voltaire
essendo io spirto Illuministico…
“Andrò ad
attenderti a Venezia: è quello un paese giusto e libero dove non c’è niente da
temere, ne dagli Slavi, né dagli Arabi e nemmeno dagli inquisitori.A Venezia la
giustizia è patrimonio di tutti, come l’acqua dei suoi pozzi. Cosa
si evince da questo pensiero?!? Che
cosa è veramente Venezia e che è il turismo di oggi che la sta portando alla
sua lenta agonia e morte?VENEZIA
CHI NON TI COGNOSCE NON T’APREZIA….Questa
è la mia chiosa a questa domanda.
La sua presenza si impone forte
sul palco, non solo per le capacità e talento indiscusse, ma per la prestanza scenica che la porta, nel vero senso
della parola, a fare un tuffo nel passato.
Questa sua naturalezza nel porsi in costumi dell’ epoca, mi fa supporre che si senta molto a suo agio, forse più che nella
quotidianità, è possibile?
Abiti
d’epoca abiti storici non costumi!!!
anche
questo è un termine improprio che spesso la nostra epoca usa quando si sente forte di una sua presupposta
superiorità, non è polemica la mia, ma deformazione professionale a cui ora mai
son legato… il termine costume lo si deve usare per tutto quello che riguarda
un’ epoca, esempio il Calcio è uno sport che fa parte della nostra società e
per questo parte del nostro costume ,come il Combattimento nel Circo da parte
dei Gladiatori faceva parte del Costume della società Romana del’epoca
Imperiale.
Il
detto che l’abito non fa il Monaco è vero a metà, perché se non lo sai portare
e di conseguenza non ti sai muovere, l’abito diventa ridicolo e non più
comunicativo, soprattutto per quello che sta dentro di te.
Poi
vi è anche un fattore di gestualità movimento Aplomb, come direbbero i
Transalpini cugini.
E
qui si dovrebbero tenere lezioni di retorica, di sociologia e semantica per ben
comprendere cosa è un abito e cosa rappresenta e come lo rappresenta.
Il
sentirmi ad agio in un abito, non è l’abito che fa questo, ma la comprensione e
l’avere assimilato molti aspetti che riguardano quel contesto storico, e la
musica in questo è stato un fortissimo volano.
Oltre ad essere un compositore di
fama, stimato in molte parti del mondo lei è anche un insegnante di cembalo e musica antica al
Conservatorio di G. P. da
Palestrina" di Cagliari, e le
chiedo: tra i tanti insegnamenti avuti
nel suo cammino, c’è n’è uno in
particolare che oggi ricorda ed utilizza
per i suoi allievi?
François Couperin nel suo Art Toucher le
Clavecin 1716 17” tra l’altro questo è
il terzo centenario della sua pubblicazione:COME VI È
DIFFERENZA TRA GRAMMATICA E L’ARTE DEL BEN DECLAMARE, COSÌ VI È DIFFERENZA TRA
TEORIA E L’ARTE DEL BEN SUONARE.
Ecco spesso ripeto ai miei allievi questi due
insegnamenti elementari basici … ma che è bene reiterare, e forse lo faccio per
ricordarli anche me stesso come una sorta di mantra cosmico.
Tra i
tanti celebri compositori, da lei amati, se potesse davvero viaggiare
nel tempo e conoscerli, che curiosità si toglierebbe e perché?
sempre Carl Philipp Emanuel Bach e la Corte di Federico II di
Prussia a San Souci…
Deve sapere che vi è una storia che riguarda
questo figlio del grande Johann Sebastian Bach… fra i diversi figli che ebbe ve
ne fu uno che non seguì la strada paterna, no, ma fece il pittore nacque nel
1747 o 48 e si chiamava … JOHANNSEBASTIAN BACH…. Come il nonno.Fece il pittore e come gran parte dei pittori
poeti Tedeschi Francesi e Inglesi
Fece il Gran Tour in Italia…e sapete dove
venne? A ROMA!!! E vi mori nel 1778 dieci anni prima del padre, Carl Philip seppe
della morte del figlio due anni dopo…e da quel momento fino alla morte avvenuta
nel dicembre del 1788 cadde in un profondo stato di tristezza e melanconia…
Io anni fa scrissi una Commedia che parlava di
questo figlio a Roma, l’ambientai in un palazzo Romano sito in via Giulia
palazzo Sacchetti e chiamai la Commedia
composta di due soli atti e ambientata in un sol giorno anzi dal primo meriggio
alla prima serata di un 3 gennaio del 1774 e la chiamai la SALA DEL CEMBALO… Vi
sono all’interno personaggi veri e inventati” la storia è inventata sia ben
inteso” ma ha una sua natura morale spirituale e carnale …questo figlio di Carl
Philipp ora riposa nel cimitero Acattolico della Piramide Cestia a Porta San
Paolo a Roma dal 1778.
Per
giungere a questi livelli, quanto ha sacrificato della sua vita personale, se
tornasse indietro rifarebbe tutto?
Non parlo di sacrificio ma di esistenza di
vivere come il sangue che fluisce nelle nostre vene, l’aria che respiriamo, il
calore del sole che percepiamo con la nostra pelle, l’odore di un bosco che penetra nelle nostre narici …il fluire del suono di un
ruscello che è come quello che un cembalo, un buon cembalo, ben suonato ci dona….Se lo rifarei…non ho mai smesso di suonare da
quando ho memoria …immagini lei la conclusione e poi la ripresa del tutto…
E giungo
alla mia ultimissima domanda, di rito per Oltre Scrittura, quanto è importante
nella sua vita il sogno?
Quando Moriremo ci sveglieremo da questo sogno…
Ringraziando il Maestro De Luca per questa esaustiva
intervista, ricordo agli amici il suo sito
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