A OLTRE SCRITTURA L’ARTISTA FABIO STRINATI INTERVISTA A CURA DI MONICA PASERO

Nel travaglio
esistenziale nascono versi e un nuovo modo di
poetare”
L’artista
di oggi
plasma due grandi passioni nel suo animo che sono l’amore per il pianoforte e quello per la
poesia, ed è in questo ambito, devo dire, che
intraprende un cammino difficile, districandosi con bravura
in un percorso arduo per una
personalità così forte, come la sua, e nel contempo minata dal grande marasma emozionale che vive in lui e
si evidenzia nei suoi versi in cui emerge forte un’ anima complessa, dove
le sue liriche stridono, irrompono
su carta con spirito di innovazione,
quasi a voler condurre una nuova poetica, un’ era in cui le parole affermano vissuti, stati d’animo, dove
la poesia diviene personale evocazione dell’ essere. In tutto
questo si evidenzia la grande
l’originalità di questo artista
in cui le sue composizioni non
seguono correnti, ma imboccano un
cammino difficile ma innovativo. La forza dell’ autore sta proprio
nella sua unicità che lo conduce
comunque ad ottenere una propria
identità stilistica. A Oltre
Scrittura ho il piacere di ospitare
l’artista Fabio Strinati.
Da quanto leggo, hai iniziato ad appassionarti
al pianoforte nel periodo adolescenziale e qui ti chiedo: da dove nasce questo
interesse per la musica Classica un genere non sempre amato dai
giovanissimi.
È Proprio così. Ho iniziato ad
appassionarmi alla musica Classica praticamente appena ho messo l’orecchio su
questo mondo. A casa si respirava moltissima musica e così un giorno, venni in
possesso di una tastiera Roland e iniziai a suonarci sopra. Diciamo che l’amore
per il pianoforte e per la musica sbocciarono in maniera del tutto naturale. Io
adoro anche altri generi musicali; la musica attraverso i suoni è pura magia,ma
credo che la musica Classica sia quella che esprime a pieno i sentimenti
dell’essere umano. Ogni suono è come se vivesse in eterno.
Il tuo percorso artistico è stato tracciato e
formato grazie all’ aiuto di Fabrizio Ottaviucci pianista
di grande sensibilità , qual è stato il suo insegnamento a te più caro?
Il mio percorso è stato sempre in crescendo
grazie a Fabrizio Ottaviucci. Questo straordinario musicista è riuscito a
trasmettermi l’amore per il pianoforte, le sue reali capacità. Con Fabrizio
abbiamo un rapporto veramente speciale; le nostre lezioni erano uniche e
parlavamo di musica praticamente ogni secondo. Per lui il virtuosismo senza la
passione e il sentimento, non significava nulla. Una buona tecnica se non è
conciliata con l’anima, rimane solamente una buona tecnica e nulla più. Ma
quando è l’anima a suonare, allora lo strumento tira fuori le sue capacità
espressive a 360°.
Quanto
hai sacrificato della tua adolescenza per questa passione ?
Sinceramente non ho sacrificato
nulla della mia adolescenza, anzi, la mia passione mi ha portato ad apprezzare
l’adolescenza e mi ha aiutato anche a superare certi momenti particolari,
tipici di quella fase della vita così misteriosa e a tratti folle. La musica
per me rappresenta tutt’ora, una sorta di terapia, di medicinale naturale;
quando suono o compongo mi sento bene con me stesso e con tutto ciò che mi
circonda. La vita è fatta di scelte e io con tutta onestà penso di aver fatto
quelle giuste, poi, che la vita sia imprevedibile, è un dato di fatto. Ma in
ogni caso, la vita è bella.
Oltre a suonare e comporre, come ho già accennato, sei anche un poeta con una
personalità complessa e leggendo i tuoi
versi ho sentito un forte attrito tra te e le parole, quasi una sorta
di lotta interiore tra ciò che senti e ciò che poi scrivi, quasi tu volessi portare al lettore a
conoscere solo per vie traverse le tue emozioni nascondendole in concetti
inconsueti è così ?
Io con tutta sincerità, non credo di
essere un poeta ed è per questo che mi definisco “ un’anima appassionata della
penna “. Anche in questo caso vale la stessa cosa della musica; scrivo perchè
mi fa stare bene. La mia arte nasce, nel momento in cui mi trovo smarrito su
questo mondo e quando sento questo smarrimento suono, scrivo, e compongo. Da
ragazzino ascoltavo musica e leggevo un buon libro mentre ora sento questa
forte necessità. Ma la verità, è che sono sempre stato una persona timida,
quindi, attraverso la penna riesco ad esprimermi con più facilità senza
nascondermi troppo; dispiace per le parole, imprigionate in un foglio di
carta..
La poesia è un libero sfogo emotivo che
ci induce a elaborare un pensiero regalando alla carta l’essenza di esso, nelle
tue tante liriche ho l’ impressione che
la tua visione esistenziale sia pessimistica è così ?
Sono una persona pessimista non per
colpa mia. Vivo in un’ epoca molto complessa dove la velocità è il punto
centrale di questo muoversi verso un’involuzione. Pensiamo in maniera veloce,
mangiamo in modo veloce, e anche gli amori oggi nascono veloci e finiscono
veloci. Tutto è veloce. È chiaro che vedere in modo pessimistico non aiuta, ma
in ogni caso cerco di essere me stesso nel bene e nel male. Poi, anche la
tristezza aiuta; le mie poesie, per la maggior parte, sono poesie tristi, ma
non per questo non possono aprire spiragli di luce che filtra dentro gli animi
di una foresta scura. Come giustamente hai detto, la poesia è un libero sfogo
ma bisogna stare attenti; la poesia sa anche essere spietata quando se ne abusa
troppo.
La
tua prima silloge pubblicata ha
un titolo davvero particolare che cito: “Pensieri nello scrigno. Nelle
spighe di grano è il ritmo”, mi piace molto questo parte del titolo: Nelle spighe del grano è il ritmo, che mi
induce a pensare al ritmo della musica
ma anche quello della terra, della vita
e qui ti chiedo: che rapporto hai con Madre Terra?
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Il mio primo libro di poesia
raccoglie moltissimi miei pensieri in un determinato periodo della mia vita. Il
titolo, fa riferimento alla parte letteraria dell’opera mentre il sottotitolo
fa riferimento alla parte musicale. C’è questa fusione, che poi, è la stessa
fusione che c’è dentro la mia anima complessa. Anche la natura è molto
complessa nella sua totale semplicità. Si tratta di un libro vero; non c’è
nulla da scoprire, è tutto scritto in quel libro...come sono, chi sono, cosa
voglio. Per quanto riguarda il mio rapporto con Madre Terra posso solamente
dire : “ se ho scritto: Pensieri nello scrigno. Nelle spighe di grano è il
ritmo, il mio rapporto è di totale devozione e adorazione.
“Dal proprio nido
alla vita” è la tua terza opera pubblicata
e so che è stata ispirata dall’ opera “Miracolo a Piombino” dello scrittore Gordiano Lupi, cosa ti ha colpito così tanto, di questo libro, da realizzarne un poemetto ?
Dal proprio nido alla vita è un libro che
prende forma nel mese di settembre del 2016. Ricordo che leggendo Miracolo a
Piombino di Gordiano Lupi, la mia anima si ribellò, interpellò la penna, e
così, senza rigidità alcuna, nacque Dal proprio nido alla vita. Il tema della
fanciullezza, della giovinezza, dell’adolescenza mi hanno sempre spaventato, ma
leggendo Miracolo a Piombino capii che il
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Tra le tue tante liriche
riporto questa:
L’anima che invecchia tra gli alberi
dove un legno secco marcisce
è preda del suo spreco inciso
sulla pelle fustigata, estenua del presente,
scende sconosciuta fuliggine
che piano si nasconde.
E ti chiedo qual è il tuo rapporto con la tua anima la
tua spiritualità ?
Il rapporto con la mia anima è
veramente complesso, ma ci rispettiamo molto. Capita qualche volta che le
chiedo un consiglio e mi risponde due giorni dopo e viceversa. Siamo liberi di
vivere la nostra vita senza pestarci troppo i piedi.
Quando componi che sia musica o versi cosa sprigiona in
te la creazione?
La tristezza. Quando scrivo, quando
compongo, quando mi vengono in mente alcune armonie o melodie, è la tristezza a
farle esplodere. La tristezza è un’ emozione molto efficace mentre la felicità
e la gioia, sono emozioni molto ambigue. Tutto ciò che si mostra alla luce del
sole è pericoloso; meglio fidarsi della notte, del cupo, del malinconico.
Pensieri nello scrigno. Nelle spighe di grano è il ritmo,
Un’allodola ai bordi del pozzo. Dal Proprio Nido sono le tue tre sillogi
pubblicate in questi anni, quale tra
queste è quella che ti ha dato di più?
Sicuramente Dal proprio nido alla
vita. Si tratta di un’esperienza nuova per me e in termini di energia, mi ha
svuotato dentro permettendomi di ricaricare la mia anima a piccole dosi.
Progetti futuri ?
Io sono molto attaccato al presente che io
considero un luogo magico e misterioso e faccio fatica a guardare avanti. So
che a breve uscirà il mio quarto libro dal titolo “ Al di sopra di un uomo “ ma
per ora è tutto quello che so.
E giungo alla mia ultimissima domanda, di rito per il mio
blog, e ti chiedo: quanto è importante
per te il sogno ?
Il sogno è più importante sia della
poesia, sia della musica.
Ringraziando Fabio Strinati per
questa sua interessante intervista e ricordo agli amici la sua pagina facebook
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