NASCE SIAMO DELFINI-IMPARIAMO L’AUTISMO, ASSOCIAZIONE FONDATA DA PAOLA NICOLETTI


La società dice che sono autistico. Dio dice che sono perfetto!

 Le parole negative portano vibrazioni negative. Parole positive portano vibrazioni positive.

Che cosa volete... che il vostro bambino sia marchiato con il nome di strano

 o come un talento?

Suzy Miller



Oggi nel mio spazio è venuta a trovarmi una scrittrice, commediografa, presentatrice e organizzatrice di eventi, ma oltre la sua grande passione per il teatro e la letteratura è anche una mamma che ha saputo affrontare le difficoltà con creatività e spirito d’iniziativa, esordisce come scrittrice con il libro: “Raccontami il mare che hai dentro”, Vivere con un figlio autistico,  e da qui apre una finestra sul suo quotidiano, sul suo cuore,  e ci porta a riflettere su le difficolta di molte famiglie, e chi non è coinvolto in prima persona non può davvero capire. 

Oggi parliamo di Autismo.

Cita il dizionario: “Autismo la perdita del contatto con la realtà e la corrispondente costruzione di una vita interiore propria, che viene anteposta alla realtà stessa: è frequente nella schizofrenia e in alcune psiconevrosi. Autismo infantile: disturbo che si manifesta nei primi anni di vita, caratterizzato dal mancato sviluppo di relazioni sociali e affettive, difficoltà nell'uso del linguaggio, apatia, ripetitività nei giochi e rigidità nei movimenti.”

Ma sinceramente nessun meglio di una madre che cresce insieme ad un figlio autistico può spiegare cosa davvero sia l’autismo e cosa necessitano questi ragazzi e le loro famiglie.

Per cui oggi diamo voce a Paola Nicoletti, mamma di Gabriele, che ha deciso di fondare insieme a tutta la sua famiglia un’associazione per aiutare le tante famiglie che come la sua convivono ogni giorno con l’autismo.


Innanzitutto ti ringrazio di essere qui, “Siamo Delfini - impariamo l’autismo” è il nome della tua Associazione. Quando questa idea ha avuto la forza di concretizzarsi, qual è stata la scintilla?

Ciao Monica, grazie per il tempo che hai deciso di dedicare a questa nostra iniziativa. Siamo Delfini è forse la naturale conseguenza di Raccontami il mare che hai dentro. Questo mio intimo cercare di comprendere lo sconosciuto mondo che vive all’interno delle persone con autismo, soprattutto non verbali, è diventato una reale esigenza da condividere, da qui “impariamo

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l’autismo”, quello delle emozioni, delle paure, del continuo tentativo di adattarsi ad un mondo non pronto. Anche Siamo Delfini prende vita da Raccontami il mare che hai dentro, dalla sua versione teatrale che abbiamo intitolato Noi Due - una storia d’amore. La sigla finale scelta dal regista è Delfini di Domenico e Massimo Modugno. Abbiamo sentito così vicino quel gridare: - sai che c’è non ce ne frega niente” mentre salivamo per mano con Gabriele per i saluti finali che ci siamo sentiti come Delfini liberi di saltare, di esprimersi in modo bizzarro e di essere mammiferi in un mondo di pesci.


Vuoi raccontare a nostri amici lettori quali sono le finalità di questa associazione?

Abbiamo posto l’attenzione su pochi punti per adesso, pur rimanendo aperti a qualsiasi nuovo progetto o iniziativa. Il perno intorno al quale ruotano tutti i nostri programmi è creare una cultura empirica dell’autismo. Vogliamo parlarne, raccontarlo, usare tutti gli strumenti di comunicazione per coinvolgere emotivamente le persone che incontreremo.  Desideriamo fornire quindi al mondo dei “pesci”, cioè alla società “normo tipica” gli strumenti per avvicinarsi ai “delfini”.

Chi ha figli con disabilità, che siano affetti da autismo o altre patologie, si interroga su cosa ne sarà dopo di loro. Il famoso e tanto analizzato “Dopo di Noi”.  Cosa si può fare, che non si è ancora fatto, per accogliere e aiutare questi ragazzi quando i loro cari purtroppo non ci saranno più?

Come ti dicevo noi come associazione non abbiamo risposte né a questa né a tante altre questioni, noi le risposte le cerchiamo nell’incontro, nel dialogo. Io come mamma mi sento di dire che l’unica soluzione sarebbe essere immortali. Che qualsiasi idea mi strazia e che il pensiero mi

sconvolge sempre di più col passare degli anni. Ad ogni nuovo “acciacco”, a Roma si chiamano così i disturbi degli anni che incalzano, mi nasce dentro una specie di fretta di smania di trovare la soluzione. Ma non l’ho ancora trovata. Insieme magari, qualcosa di buono nascerà. Mi piacerebbe continuassero a ricevere amore, ovunque sarà il loro futuro.

Come possiamo aiutare concretamente questa associazione?

In realtà è molto facile e alla portata di tutti. Sul sito diciamo che qualsiasi forma di aiuto è per noi importante. Per il lavoro che vogliamo fare servono idee, pensieri, professionalità, competenze, cuore e braccia. Chiunque può aiutarci. Vogliamo andare nelle scuole, nei centri anziani, avere spazi in eventi e manifestazioni, nelle radio, in televisione ovunque si possa parlare di autismo attraverso la scrittura, l’arte, il teatro, il cinema, la musica, lo sport. Per farlo abbiamo bisogno di qualsiasi sostegno, anche economico, lo sappiamo nulla si realizza senza risorse, ma ripeto ognuno da quello che sa, che può, che ha.

Cosa ti dà la forza di continuare a lottare in una società sempre più egoista e meno incline ad aiutare il prossimo?

Il fatto che non ci credo che sia così! Siamo sommersi da un mare di “fango” e sono stata educata nella descrizione, perché non c’è spazio per il bello, il buono, il giusto. I media ci mostrano solo il lato oscuro della vita, ma io credo che c’è tanto altro, magari da far riaffiorare proprio come dopo una troppo attuale inondazione, mettersi lì a ripulire lo strato in superficie per ritrovare la meraviglia. Ma forse il mio animo da poeta romantico ha preso il sopravvento.

“È giunto il momento di curare la società, non le persone affette da autismo”, così scrive Tina J. Richardson, è possibile?

La società va curata sempre come qualcosa di molto prezioso. E Siamo noi, adesso, che in questo minuscolo frammento di tempo esistiamo, che dobbiamo essere da sprone, da esempio da guida per quelli che verranno dopo di noi. Per quanto riguarda l’autismo, nel nostro piccolo diamo spunti per comprendere, strumenti per conoscere, esempi per avvicinarsi e scoprire che chiunque si incontri è una risorsa e le persone autistiche possono essere un’opportunità. Eliminiamo i muri, costruiamo ponti.

 

Ringraziando Paola Nicoletti per averci fatto scoprire qualcosa di più su questa bellissima iniziativa.

Ricordo agli amici romani e non, che  la presentazione ufficiale dell' Associazione "Siamo delfini -impariamo l'autismo" si terrà  Sabato 2 dicembre alle ore 18,00 presso il  Centro Congressi Salaria  - Facoltà di scienze politiche “ La Sapienza "in via Salaria 113. Roma

Per prenotare la vostra presenza cliccate qui

PER INFO: associazione@siamodelfini.it






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