A Oltre Scrittura Cristina Pipoli,

 

A Oltre Scrittura

Cristina Pipoli,

educatrice con la passione per il giornalismo.

 

 

Aperta al dialogo, alla bellezza della natura, sensibile e dedita agli altri basti pensare che i suoi studi si sono indirizzati nel sociale: oggi è un’educatrice specializzata in formazione e gestione dei processi formativi. Ha conseguito vari Master ma come dice: “Nella mia vita le esperienze più belle le ho fatte sul campo”.

Legata alle sue origini, alla sua terra, è una donna che ama accogliere, condividere nuove esperienze. La sua indole la porta a viaggiare, a sperimentare e creare iniziative importanti.

Ha fondato una pagina Facebook: “Diario di bordo salentino” dove collabora e promuove tanti artisti e attività.

Crea progetti innovativi in cui sensibilizza tematiche importanti come la tutela dell'ambiente, la cultura e la sostenibilità. Se da un lato si occupa di disabilità dall'altro ama tanto scrivere e rapportarsi con persone più grandi e come dice: “avevano sempre qualcosa da insegnarmi”.

Pedagogia e giornalismo hanno sempre contornato la sua vita. 

Oggi in questa chiacchierata conosceremo meglio lei e i suoi progetti.

 

Innanzitutto grazie di essere qui, cosa ti ha spinto a diventare un’educatrice?

Mio padre: ho perso presto la figura del papà perché quando avevo 7 anni mio padre diventa un essere delicato di cui devo prendermi cura per lunghi 24 anni. Ho sperimentato presto la sofferenza, ho conosciuto tanti ambienti e ho visto tanta gente soffrire. Lo accompagnavo nei centri e conoscevo persone che anche se soffrivano avevano sempre il sorriso sulle labbra. Notavo una predisposizione nel creare gruppi o fare laboratori sia con lui che con i suoi compagni di viaggio, ricordo che le infermiere dicevano:"Questa ha la stoffa per essere una brava educatrice". Non so se sono brava ma so che il mondo della disabilità mi piace, infatti ho continuato e continuo ancora oggi ad occuparmene. La gente spesso ha paura del diverso o quando vede delle persone con un handicap forte, si spaventano, si sentono a disagio. Altri bullizzano e qui ci sarebbe tanto da scrivere meno male che piano piano molti magistrati hanno deciso di mettere il bullo in ambienti sociali dove deve fare qualcosa per chi è più debole di lui portandolo così a una rieducazione. 

 

Il mondo della disabilità è un mondo difficile da gestire, anche se non si è coinvolti personalmente, come si riesce ad equilibrare la parte professionale con quella emozionale, quando si lavora a stretto contatto con queste realtà?

 

Che bella domanda, avendo avuto in prima persona questa esperienza in famiglia questo è avvenuto nel tempo. No, non è facile specie se ci sono i casi gravissimi da gestire. Impari mano, mano o forse non impari mai. Credo che l'importante sia fare qualcosa con loro ogni giorno, anche solo un piccolo laboratorio che apporta benessere. Il benessere del paziente prima di tutto dicono i testi universitari poi tutto il resto vie da sé e con il tempo, ma fare qualcosa credo sia la base che ogni educatore professionale debba fare anche se il riscontro in alcuni contesti è veramente piccolo. Sono stata tanto criticata e sono stata tanto elogiata, anche pubblicamente. In entrambi i casi ci ho messo il massimo impegno e tanta passione, sono quel genere di persona che lavora con entusiasmo e non perché a fine mese deve arrivarmi lo stipendio. Mi piace il mio lavoro!

 Cosa ti manca della Puglia?

 L'estate, gli amici, il mare, le tradizioni, la pizzica, il rustico, i fiori, i muretti a secco, la biografia delle mie antenate. Del Piemonte invece amo le colline, le montagne, il verde che trovi ovunque, la legge e i contratti di lavoro, la precisione, la pedagogia sul campo, i panorami mozzafiato, il vino.

Hai un progetto che so che ti sta molto a cuore è “Diario di bordo, Femminismo Pedagogico”. Ti va di parlarcene?

 Il progetto parla delle donne del passato (Maria Montessori, Renata Fonte, Franco Viola, Ilaria Alpi, Stanislwa Leszczynska, Felicia Bartolotta Impastato, Sophie Scholl, Elizabeth Janw Cochran e tante altre) e delle donne del presente (Rosaria Pallara, Daniela Casciaro, Loredana Casilli, Robera Gatani, Katrìn Jakobsdottir, Cinzia Carrisi, Anna Rita Ruggiero e tante altre che ho inserito e inserirò). Ognuna di loro si è impegnata nonostante le mille difficoltà a trasformare qualcosa di negativo, dovuto al periodo storico in cui vivevano in positivo. È nato come un messaggio di speranza il mio progetto un messaggio che vuole far capire che nella vita aldilà di quello che stai vivendo puoi fare tu la differenza. 

 Se dovessi viaggiare nel tempo e conoscere una donna del passato chi sarebbe e cosa gli chiederesti?

Non ti saprei dire un solo nome ma così di getto ti rispondo che intervisterei Maria Montessori perché fu definita dal Duce una rompiscatole, le chiederei lei come lo definirebbe. Renata Fonte, pagherei oro per riaverla nel territorio di Nardò le chiederei cosa l'ha spinta a dire di no in politica dato che oggi quasi nessuno lo fa e le chiederei se si è resa conto del paradiso che a prezzo della sua vita ha tutelato, il mio posto preferito è Porto Selvaggio sia per la sua bellezza naturalistica ma per aver pagato a caro prezzo il suo no il deturpamento di quel luogo. A Sophie Scholl chiederei di insegnarmi a fare comunicazione pulita senza paura nelle scuole, a Elizabeth Janw Cochran le chiederei di portarmi con lei per fare un'indagine sotto copertura e poi insegnarmi dopo aver in mano le prove come si fa una bella denuncia davanti alle ingiustizie.) Il professore Benincasa è un portavoce della cultura salentina, ti ha rilasciato un elogio consapevole che il suo lavoro di custodia delle tradizioni continuerà con te. Due parole su questo momento? Non ho parole, la carta scritta, la sua firma per me vale più di mille medaglie o coppe in oro. Non amo la platea, il pubblico per essere elogiata semmai il palco lo uso per mandare dei messaggi nel sociale. Certo ricevere un elogio davanti a pochi presenti in un campo da tennis e dirlo a fase conclusa mi ha fatto piacere. È bello essere apprezzati e stimati non posso dire che ciò non faccia piacere anzi!

 Sta per partire una collaborazione con “Casa Vacanze, Sara” la struttura si trova a Serrano un borgo della Grecia salentina. Di che si tratta?

Collaboro con Casa Vacanze Sara ormai da quattro anni. Quest’anno stiamo facendo scendere i turisti dal nord e da varie zone d’Italia per far vivere loro un’esperienza nel territorio salentino. Promuoviamo il turismo culturale, lento e sostenibile. Io e Sara insieme siamo una bomba, spesso il mondo è dominato da invidie e competizioni noi invece perseguiamo lo stesso fine e in modo naturale. La casa è la sua, Sara è un’imprenditrice yeah, io curo la comunicazione della sua struttura e dell’ospite che viene da fuori. Amo far scoprire tutto il territorio del Salento anche le tradizioni più antiche che si celano nel passato, nelle cose semplici e genuine. Volete godermi l’alba e il tramonto accanto a un mare mozzafiato? Volete assaggiare pomodori secchi, rustici, pasticciotti, le ricciole e poi sorseggiare un buon caffè con ghiaccio e latte di mandorla? Volete svegliarvi la mattina e sedervi su delle sedie in ferro battuto? Vi aspettiamo! Farete insieme a noi un’esperienza, un viaggio che è sia esteriore ma anche interiore! E poi… conoscere tutte quelle persone che hanno reso il Salento una terra conosciuta, che si sono impegnate per impedire che tutto venga accantonato o dimenticato. Vi aspetto e vi aspetta Sara nella sua casa piena di bella energia e di arte, perché la terrazza di Casa Vacanze Sara è anche un luogo di incontri culturali serali, dalla terrazza si possono ammirare anche le montagne dell’Albania mentre il sole tramonta. Viaggiate e fatelo con positività, speranza, etica, sostenibilità e tanta ricchezza interiore.

 

 

 

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