LIBRO OSPITE L’ULTIMO CANTO DEL BARDO DI RICCARDO NORI
L’ULTIMO CANTO DEL BARDO
DI RICCARDO NORI
Cenni
di storia reale risalente al 1282, di poco precedente allo Statuto di Rhuddlan, promulgato
nel castello omonimo, che sancì il Principato di Galles in favore dell’erede al
trono della corona inglese. A ciò si giunse dopo sanguinose lotte interne, con
personaggi più o meno noti, manipolati/corrotti dalla corona inglese, nella
persona di Edoardo I, allo scopo di creare scompiglio tra le fila di un popolo,
già diviso in contee in non buoni rapporti, aumentando così disordini e
separazioni.
Ythyr ap Owain, bardo presso i signori della piccola contea di Deheubarth,
al servizio di Dafydd ap Gruffydd,
signore del Principato di Gwynedd, da cui il Deheubarth dipende. All’inizio delle ostilità, lascia Levenez e Gwenn, moglie e figlia, in quelle che crede mani sicure. La
sconfitta dell’esercito di Dafydd porta, come tributo di fedeltà, al versamento
di altro sangue , tra cui anche quello di Levenez e Gwenn. Il ritrovamento dei
cadaveri seviziati e smembrati, a mò di sfregio, delle due donne della sua
vita, porterà Ythyr alla pazzia; una pazzia che costituirà la dolorosa spinta
per la composizione dell’ultimo canto del bardo, che conterrà parole di odio e
vendetta per chi ha commesso simili delitti… senza confini temporali.
In età contemporanea, quella che sembrava
un’amicizia a prova di bomba, tra quattro quasi quarantenni abruzzesi, comincia
a scricchiolare, soprattutto dopo la morte di uno di loro, di cui si scoprono gli
inquietanti effetti della sociopatia che ne domina le azioni. Della sua morte
risentono anche gli altri tre. Nel giro di pochi mesi muoiono tutti tranne il
più debole del gruppo, che sembra tornare preda di vecchi problemi di carattere
psichico, partendo da una strana forma di PTSD. Mentre i suoi amici muoiono,
tutti nel giorno in cui compiono gli anni, Michele sembra sprofondare sempre
più nei meandri della sua depressione. Tutto ha origine durante un viaggio dei
quattro nelle terre degli antichi celti: la verde Irlanda, di cui assaporeranno
cibo e cultura, compresi alcuni concerti e manifestazioni sportive, tra cui
un’amichevole di Hurling tra le contee di Cork e Tipperary; ed è proprio durante
questa vacanza che si palesa la vera indole di ognuno di loro. Lo scopo
principale del viaggio è quello di seguire le tracce del mitico musicista
irlandese Rory Gallagher, visitando i
luoghi culto a lui legati. Il gruppo affitta un’auto a Dublino e si dirige,
guidando attraverso le varie contee e godendo degli ameni paesaggi irlandesi,
verso Ballyshannon, dove assisteranno al Rory
Gallagher International Tribute Festival. Da qui ripartiranno alla volta di
Cork, per poi, dopo una sosta di alcuni giorni, compiere la parte finale del
viaggio, di nuovo verso Dublino. È proprio qui che ha inizio ciò che
sconvolgerà la loro vita: in preda a droga e alcool, i quattro uccidono una
ragazzina gallese, le origini della cui famiglia riconducono a quello che in famiglia viene conosciuto
come Ythyr Ysbryd Drwg, o spirito cattivo. Negli ultimi istanti prima
del sopraggiungere della morte, la ragazza invoca il suo antico avo, recitando
i versi di una filastrocca risalente al 1283 (l’ultimo canto del bardo).
Solo dopo dieci anni si avvera ciò che la
filastrocca precedeva, coinvolgendo in varia misura gli esecutori
dell’omicidio.
Molti flashback chiariranno gli eventi in
atto.
Ad essere coinvolti saranno l’inviato dal
Ministero Giacomo Marchetti, ed il suo collaboratore Vincenzo, a cui si unisce
Marzia, la donna di Giacomo, che affiancheranno gli esperti uomini dell’UACV
nel tentativo di districare la complicata vicenda.
Solo dopo innumerevoli rischi si riesce a
trovare il bandolo della matassa: è Michele l’esecutore degli omicidi che, così
come precedeva l’antica maledizione del bardo, in preda alla follia compie la
vendetta, di cui saranno vittima il fratello pusher della ragazza gallese, che
inizialmente mirava a ricattare gli esecutori dell’omicidio della sorella,
venuto in Italia insieme ad una delle vittime del suo spaccio; anche la sorella
di Michele, Antonella cadrà vittima della follia del fratello, così come la
psicologa che di lui si era occupata negli ultimi dieci anni, quella Siobhan che,
grazie alle sue origini irlandesi, aiuta Antonella e Marzia a fare luce sulla
vicenda nata dieci anni prima tra pinte di birra e Benzodiazepine, quelle che vengono definite droghe da stupro.
Quando la vicenda sembra orma impossibile da districare, Giacomo e Vincenzo
scoprono il segreto di Michele; in gioventù aveva subito trattamenti sia
farmacologici che terapeutici, volti a sopire la sua natura sociopatica: una
natura che gli eventi sembrano aver risvegliato.
Solo un fortunato evento permettere a Marzia
di uccidere Michele, confuso dall’abbigliamento bianco della donna che richiama
la veste tipica dei druidi, e dal
falcetto che impugna, il falcetto appartenuto a Ythyr in persona; un’esitazione
fatale che le permette di colpire con il falcetto stesso, simbolo di
purificazione, come annunciato nella stessa filastrocca, mentre Giacomo giace a
terra colpito quasi a morte dalla katana che Michele ha utilizzato sin dal
primo omicidio, e che ha fuorviato le forze dell’ordine che indagavano sul
caso.
Biografia autore
Riccardo
Nori compie i suoi studi presso l’Istituto Professionale di Stato per
l’Industria e l’Artigianato (IPSIA) di Teramo dove, grazie alla sua insegnante
di Italiano, la professoressa Carmen Cerroni, si appassiona alla lettura prima
e alla scrittura poi.
Si
inserisce nel mondo del lavoro, nei periodi estivi, già all’età di 14 anni,
cominciando come scaricatore ai mercati generali della frutta a Teramo, poi
come cameriere, proseguendo con brevi contratti in fabbriche locali, oltre
all’assistenza agli anziani, impiego compatibile con l’esperienza maturata
durante il servizio civile presso la Piccola Opera Charitas di Giulianova, un
centro per portatori di handicap.
Le
esperienze lavorative sono tante e varie, tra cui spiccano le mansioni come
Istruttore in palestra, grazie al diploma CONI-FIPCF.
Gli
hobby sono la lettura, lo sport, la musica.
Per
quanto riguarda le pubblicazioni, nel 2012 pubblica L’Arcaico Anatema, e
successivamente partecipa a raccolte con poesie e racconti.
Già
pronte nuove pubblicazioni.
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