A OLTRE SCRITTURA L’ ARTISTA FILIPPO LO IACONO. INTERVISTA A CURA DI MONICA PASERO
L’azzurro.
Questo colore esercita sull’occhio un’azione
singolare
e quasi inesprimibile.
Esso è, nell’aspetto,
una contraddizione composta di eccitazione e
pace.
(Goethe)
(Goethe)
E nelle profondità di un’opera
che emerge la sua unicità. Non sarà mai né la perfezione tecnica o il soggetto
riportato a farlo, ma sarà quella sensazione che ci saprà donare ammirandola.
Nelle opere di questo
artista si percepisce una grande leggerezza d’animo. La scelta cromatica ne
consegue vere e proprie pennellate di
poesia. Osservandole si viene catturati dalla lucentezza e trasparenza che le pervade,
lasciandoci un senso di pace e quiete. Tonalità
pastello
esaltano la purezza in queste tele di grande bellezza
e ricercatezza artistica.
Cieli sfumati e profondità
marine aprono a paesaggi interiormente magici, dove si riscoprono scorci dell’amata
terra, passando a opere in cui il dettaglio e l’accuratezza pittorica riportano chiostri, palazzi e antichi borghi allo splendore originario,
regalandoci così attimi passati impressi ora per l’eterno. Grazie a lui possiamo vivere e vedere attraverso i suoi occhi e spirito le bellezze artistiche
e naturali del nostro bel Paese.
L’ospite di oggi unisce impressionismo e realismo pittorico
calibrandolo al suo animo e aggiungendo, a ogni sua opera, una pennellata di
innovazione, quel tocco istintivo, personale che rende “viva” l’arte. Ho
sentito forte intesa tra tecnica e spirito in queste tele che rinnovano ancor
una volta il grande talento artistico presente nel nostro Paese. A Oltre Scrittura ho il piacere di ospitare
l’artista Filippo Lo Iacono
Monica
Pasero
Ringraziandola per la cortese presenza le chiedo subito: fin
da piccolo ha respirato l’arte, grazie soprattutto alle innumerevoli attività
della sua famiglia e credo che questo sia stato un grande sprono per la sua
passione. Ricorda il primissimo disegno da lei eseguito?
Sento il bisogno di chiarire un aspetto che ha
contribuito alla mia crescita
artistica. Sin da bambino per motivi
vari tra cui la separazione dei
miei genitori, che all’epoca (
1965) era vista come scandalo, vivevo alternandomi tra la casa dei miei genitori e quella delle anziane zie. Due
mondi opposti. Lasciavo così la
contemporaneità, lo stile di vita moderno della mia famiglia per tornare
indietro, quasi di un secolo, in cui
vero trovavo tanto affetto, ma
anche tante privazioni: dovendo vivere in una casa, dove mancava la tv, il
frigorifero e la radio si accendeva solo per il notiziario. Un’istituzione
severa, ma ricca di sani valori, forse troppi! E qui tra sofferenza e piacere
scattava in me una forma di ribellione. Non ho dei ricordi
nitidi ma di certo viaggiavo già con la fantasia: ero affascinato dalla
stazione dei treni, dal porto delle navi che salpavano verso un nuovo
mondo. Sin da piccolo sognavo tanto,
costruivo giocattoli con materiali di riciclo. Amavo disegnare le case, le città,
le montagne, la neve, le stagioni, le castagne, la pioggia e gli alberi con le
loro espressioni. Vivo questi ricordi
con un po’ di tristezza e malinconia ma anche tanta poesia. Emozioni che mi
hanno segnato e reso migliore! Non
escludo che prima o poi scriverò un libro autobiografico.
Le sue opere si fondano
su due grandi correnti: impressionismo e realismo pittorico, in apparenza simili ma due mondi, oserei dire,
opposti: l’impressionismo seppur nasce dalla corrente realistica, porta in sé una concezione del reale rivisto
con occhi dell' anima, in questo caso le opere esaltano il lato bello della
vita: la natura, i fiori, le acque i riflessi. Tutto è armonioso, colorato più
celeste meno terreno! Nel realismo è invece presente la realtà nella sua
totalitaria immagine in cui la fantasia ne viene limitata. E qui le chiedo: se dovesse definire la sua
visione, il suo modo di porsi a guardare
il mondo, lo farebbe con gli occhi di un impressionista o di un realista?
Per indole, mi accosto e immagino qualcosa di
straordinario che ci richiama alla visione onirica, alle emozioni della vita,
attraverso elementi che rilasciano
energie, le quali cerco di immortalare tramite cromatismi forti e contrastanti
su tela per poi riconsegnarle al fruitore con effetto vibrazionale. Ma
avverto sensibilmente gli effetti del mondo reale che ci circonda, in
cui siamo immersi e non posso che
esserne contaminato nel bene e nel male!
Oggi la sofferenza si insinua in
tantissimi aspetti e questo inevitabilmente altera e turba la nostra esistenza,
motivo per cui l’uno non esclude
l’altro, ma parlando proprio di contaminazioni credo che l’orientamento sia tra
sogno e realtà nella prospettiva di un futuro propositivo.
Nei suoi quadri predominano le tonalità
pastello che portano ogni sua opera a
tingersi di delicatezza, quel tocco di poesia che, a mio avviso, fa sempre la differenza. Casualità o scelta stilistica?
Posso dire con franchezza che inizio sempre un’opera con
il proposito di realizzare un’esecuzione magistrale, applicando tecniche,
rispettando regole e quant’altro. Dopo qualche ora, o più, di lavoro, sinceramente non me ne accorgo
neanche, comincio a lavorare in pienissima libertà, fuori da ogni schema.
La mia mano e testa si uniscono in
qualcosa di fortemente intimistico e a tratti vengono fuori pennellate
leggere, delicate, dalle tonalità
pastello contrastate da un deciso uso
materico del colore dai toni forti. Quasi in lotta tra loro. Confermo nelle mie
tele domina la luce e la tendenza al bello.
.
Tra le sue tante opere, vedo in
lavorazione una riproduzione di David le Sabine di Jacques-Louis ( opera
presente al Louvre) in cui si denota ciò
che avevo già colto: la sua grande accuratezza nei dettagli e qui le chiedo:
quanto gioca il fattore pazienza e
sicurezza di sé, in questo lavoro?
Sì, questo dipinto l’ho iniziato tanti anni fa, poi per
svariati motivi l’ho messo da
parte. Ora ho deciso di completarlo, è
un’opera che richiede tempo e tanta pazienza, sarei piuttosto cauto riguardo la
sicurezza in me stesso, penso che non si finisca mai di imparare, ma mi
piacciono le sfide. Questa è un’opera molto complessa: richiede tecnica, esercizio
ma sono incoraggiato dalla determinazione che costantemente è presente in ogni
mio lavoro e nei miei progetti.
L’arte visiva è un messaggio immediato, forse la miglior
forma di comunicazione dopo la musica
quanto è importante trasmettere per lei?
Credo sia davvero importante riuscire a trasmettere qualcosa, un
messaggio, un’ emozione. Qui potremmo
parlare di logiche e pensieri, spesso contrastanti, nelle correnti pittoriche
alle quali faccio riferimento, come il
realismo e l’impressionismo, ma che in qualche modo riesco a collegare a
fondere tra loro, prendendo e restituendo, cioè cogliendo l’intuizione e l’espressione di ciò che
voglio e trasformarla in emozione.
Nel suo percorso artistico sono
davvero tanti i riconoscimenti da lei
ricevuti, tra tutti ve n’è uno a lei
particolarmente caro?
I riconoscimenti fanno sicuramente piacere, segnano un
momento particolare del proprio percorso, valorizzando ulteriormente il lavoro
per il quale si è tanto creduto, ovviamente non posso non citare il Premio alla carriera consegnatomi ad
Ortigia nel 2015, ma sono convinto che il vero riconoscimento sono gli
apprezzamenti che ricevo ogni giorno,
leggendo i commenti di chi osserva le mie opere, il fruitore estasiato che
trova la serenità ne condivide la bellezza e si emoziona.
Se dovesse tornare all'epoca dei grandi Maestri
impressionisti cosa chiederebbe e quale opera vorrebbe fosse stata sua?
Sono molteplici le
grandi opere e i
grandi maestri che le hanno realizzate, facendo la storia dell’arte e
decisamente chiunque ami l’arte ed è dotato di alta sensibilità non può che
apprezzare e trovarne le giuste emozioni.
Sono molto affascinato dall’impressionismo francese, nello specifico
ricordo l’artista Claude
Monet con le sue opere: Lo stagno delle ninfee, Moorning in the Seine e Sol levante. Non da meno è la corrente di fine 800 in Italia con
artisti come Macchiaioli e il mio omonimo Francesco
lo Iacono. Forse non chiederei nulla, la risposta la troverei osservando e
studiando le loro opere.
Un grazie particolare per chi?
Dico grazie sicuramente alle care persone che nei vari
periodi della mia vita, hanno contribuito
a spronarmi, regalandomi quella giusta carica di energia per andare
avanti e credere nei miei progetti artistici, soprattutto quando le difficoltà
della vita rischiavano di travolgermi
Se dovesse definirsi con una sola
parola, quale sarebbe e perché?
“Vulcanico” Sì, perché credo di dover fare e dare tanto e
sento l’energia giusta, la voglia di esprimermi e realizzare nuovi progetti. Credo che in questo momento abbia
la forza necessaria, probabilmente questo per riscattare un po’ di anni
di inattività causati dagli impegni di lavoro che non mi consentivano di
dedicarmi ed esprimermi come volevo.
Ed eccomi giunta alla mia domanda di
rito e le chiedo: quanto è importante
nella sua vita il sogno?
Il
sogno è sempre presente nella mia vita! Vivo contemporaneamente in due mondi paralleli e li metto in relazione tra
loro. Attenuano le sofferenze, esaltano il piacere. Un gioco emozionale, la
ricerca di una nuova dimensione spesso presente nella mia sfera sensibile. Un
mistero che porta a scoprire le mie verità e capire chi sono veramente. Un’indagine
introspettiva che inconsciamente prende
forma attraverso la materialità dei colori sulle mie tele.
Ringraziando Filippo Lo Iacono per la sua interessante intervista ricordo a tutti la sua Pagina Facebook
Complimenti a Filippo Lo Iacono pero le sue opere.davvero molto belle ..A Mónica Pasero per questa interessantes intervista.
RispondiEliminaGrazie Kenia :)
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