L’uomo che piantava gli alberi di Jean Giono recensione


 “Perché  la personalità di un uomo riveli qualità veramente eccezionali, bisogna aver la fortuna di poter osservare la sua azione nel corso di lungi anni . Se tale azione è priva di ogni egoismo, se l’idea che la dirige è di una generosità senza pari, se con assoluta certezza non ha mai ricercato alcuna ricompensa e per di più ha lasciato sul mondo tracce visibili ci troviamo allora, senza rischio d’errore, di fronte a una personalità indimenticabile.”
 Jean Giono

Nei piccoli libri spesso vi sono grandi messaggi, in poche e ricche pagine l’autore ci conduce in una narrazione dai grandi significati  in cui l’essenza umana emerge  forte in tutta la sua interezza, portando innanzi a noi un esempio  di come la perseveranza, la fiducia nel cielo e in madre terra possano portare l’uomo a grandi cose.  L’esistenza  non dovrebbe essere mai  fine a se stessa, ma lasciare un solco, un’impronta al futuro.  In queste pagine  la ricchezza cambia prospettiva: un sacco  colmo di ghiande diviene oro prezioso  per  un uomo, il suo cammino solitario e il suo grande sogno: rimboscare terre ormai deserte. Le radici del suo cuore  la sua forza  s’inerpicheranno ovunque e con  perizia certosina, ogni suo giorno sarà dedicato al suo scopo…   
Potremmo paragonare queste terre aride all’animo umano spesso privo di fioritura,  colpito dall’ egoismo, dalla materialità, dimentico dei semi  a lui donati e poi la guida, la via  che in lui smuove l’anima, solca la sua terra  dormiente,  ridandone  vita rigogliosa  al cammino.
  Ambientato  in epoche  lontane, in anni di guerra e stenti, nasce questa narrazione ove  l’albero diviene simbolo di rinascita.  Un piccolo seme che solca il terreno e riporta vita  e fertilità non solo in quelle terre, ma anche nel cuore e negli animi di chi ha compreso il valore  della Terra e della  sua rinascita.
 Consigliatissimo.
 Monica Pasero


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