Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare di Luis Sepùlveda recensione a cura di Monica Pasero
“Vola
solo chi osa farlo”
La vita è un incontro di situazioni e persone
che sono destinate al nostro cammino e concatenate, affinché tutto si compia … Proprio
come avviene in questa delicata storia di solidarietà tra specie animali, in cui
vediamo protagonista una gabbianella e una banda alquanto bizzarra di gatti di
Porto, che si troveranno complici per portare a termine una “ grande promessa”.
Prendi un gatto grosso, grosso, affidagli un
uovo e digli che dovrà insegnargli a” Volare”.
“È terribile è terribile!” direbbe Diderot (
uno dei protagonisti di questa narrazione) e concordo con lui: un bel dilemma!
Come fai a chiedere ad un gatto di covare un uovo e poi insegnare a volare al
piccolo nascituro?
La natura gli imporrebbe quasi di mangiarselo
il pulcino. Ma nella fantasia, si sa, non ci sono barriere, né ragione che tenga e tutto può davvero accadere e così Zorba, gatto ingombrante e con un grande cuore,
si occuperà del piccolo uovo ricevuto da una gabbiana morente, giunta dalle acque inquinate del Mar del Nord, che come ultimo atto d’amore donerà la vita.
Zorba farà una promessa alla sfortunata Gabbiana, ignaro del grande impegno appena ricevuto. In suo soccorso giungerà il
suo branco, perché gli amici non si lasciano mai soli nel momento del bisogno.
Questa è la storia di una grande amicizia che
annulla ogni differenza, in cui solo i sentimenti creano equilibrio; un’amicizia
che va oltre gli schemi a noi noti e porta ancora una volta a riflettere sul fatto che spesso le barriere, le regole preposte in questo mondo, dal cuore non sono mai
state davvero contemplate.
L’autore è riuscito a realizzare una storia
di grande bellezza e simpatia; ogni passaggio vi farà senza dubbio scappare un
sorriso. Idealizzare questo strano gruppo di amici, tutti alquanto singolari;
ogni personaggio mi ricorda una peculiarità umana; dal Colonello, capo del
branco, il solito despota che alla fine non combina nulla. Al Segretario che
volente o nolente è lui il braccio e la mente dell’operazione. E poi che dire di Diderot il gatto che legge
le enciclopedie e cerca ogni risposta in un libro.
I personaggi di questa narrazione sono
davvero tanti e tutti descritti magnificamente; l’autore umanizza ogni animale
come se volesse far comprendere meglio il messaggio e l’esempio che essi
portano in questa storia.
La lettura è semplice, spontanea e arriva il
cuore, spedita come una carezza decisa che scuote le nostre spesso dormienti
coscienze; un testo forse nato per i più giovani ma credo di grande bellezza
per ogni età.
Ma torniamo alla domanda che tutti ci poniamo:
ma come fa un gatto ad insegnare a volare ad una gabbianella? E dopo tanti insuccessi Zorba giunge alla
conclusione che solo un essere umano potrebbe aiutare la piccola amica a volare;
ma chi tra i tanti umani di Amburgo potrebbe conoscere la soluzione a questo
enigma? E qui il sapiente autore decide per un poeta; perché in fondo solo chi vola con l’anima
potrebbe insegnare a volare… Ci riuscirà?
Se c’è una cosa in cui l’uomo sorprende sempre è la sua capacità di scrivere storie
così belle e piene d’ amore da poter pensare che se riscrivesse
il suo mondo e utilizzasse lo stesso sentimento, in cui descrive i suoi
personaggi e le azioni, renderebbe questo
Pianeta un vero paradiso, purtroppo si sa che le belle storie solitamente vengono realizzate
solo per
fantastiche letture e il libro,
che ho appena terminato, posso confermare che lo è!
Zorba e la gabbianella Fortunata insegnano che le
differenze, quando ci si vuole bene, non
esistono e che la solidarietà è un vento buono che spazza via ogni incomprensione
e diffidenza.
Questa non è semplicemente la storia di un
volo questa è la storia di come amarsi senza preconcetti, porta tutti noi a
volare.
Monica
Pasero
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