A OLTRE SCRITTURA L'ARTISTA LUCA VALLONE. INTERVISTA A CURA DI MONICA PASERO


 L’arte comunica al mondo
 ciò che di bello, ancora non conosce.
Monica Pasero


Riempi la vita di attimi che ti ubriacano l’anima
e fanno sfiorare le nuvole.
Luca Vallone

Osservando le opere dell’artista di oggi, mi viene da pensare quanto la creatività umana non conosca confini, ogni opera racchiude in sé unicità, energie diverse che confluiscono da mano di anime diverse.
Non v’è artista che non porti il suo essere nelle sue opere ed è per questo che l’arte non avrà mai fine: essa rinasce perennemente ogni qual volta che l’essere umano s’apre al dono della creazione.
Nelle opere dell’ospite di oggi, la primissima cosa che mi colpisce è la sua ecletticità;  le sue raffigurazioni stupiscono proprio per il repentino cambiamento del soggetto.
Ci sono paesaggisti, ritrattisti, pittori che amano rimanere sulle stesse tematiche, anche nell’ utilizzo cromatico, solitamente le opere sono simili e molto spesso povere di personalità. In questo caso, invece, emerge una grande personalità che l’artista ha e lo dimostra spiazzandoci con soggetti semplici, apparentemente nemmeno riproducibili, eppure in quel soggetto di uso quotidiano come può essere la colla Vinavil,  l’ovetto kinder, un dispenser di caramelle o un detersivo per i piatti, l’artista  riesce ad esaltarne il suo contributo al mondo. Posso dire che riesce a creare da soggetti semplici, di poco interesse pubblico, qualcosa di unico nel suo genere. Egli auto celebra la semplicità e mi fa pensare che ogni cosa anche la più piccola merita attenzione e rispetto.
Nelle sue sculture, invece, si alternano: volti, parti anatomiche: come il cuore, le mani, i piedi e spesso le sue raffigurazioni sono simboliche quasi  empiriche e, a mio parere, lanciano un messaggio per tutti diverso e unico. Se nelle sculture ho notato spesso durezza nel soggetto e voglia di smuovere, destare le coscienze, nei suoi ritratti e dipinti  ho avvertito dolcezza: i soggetti sono spesso legati all’infanzia;  la durezza dello scalpello cede posto alla morbida matita che cambia visione, carattere e realizza scene di  tenerezza. Impossibile non soffermarcisi: il nostro sguardo viene rapito e per un attimo si diviene parte  di quelle rappresentazioni serene e calme, dove la parte bella dell’umano emerge nell’amore e nel sentimento.
Molte sue opere le definirei interpretazioni di paure e sogni umani in cui l’amore è sempre presente;   l’artista lascia quasi una doppia firma nei suoi lavori:  un cuore raffigurato in diversi stili ma che ci rammenta che, in ogni situazione della nostra vita,  il cuore deve sempre farne parte. A Oltre scrittura oggi ho il piacere di ospitare l’artista Luca Vallone.
  
Luca, innanzi  tutto, ti ringrazio di essere qui, ci siamo conosciuti per caso sul Social e mi ha colpito subito la tua grande comunicatività artistica e il tuo messaggio sull'importanza del sogno e parto subito col chiederti: quanto sognare ti abbia aiutato nella realizzazione di questo tuo percorso artistico?
     Grazie a te Monica, per l'opportunità.

I sogni fanno parte di noi stessi, come il respiro e il battito del cuore. Tutti nasciamo sognatori. Da piccoli facciamo incredibili voli pindarici tra galassie e vuoti interspaziali. La nostra fantasia viaggia senza limiti ma crescendo questa capacità di vedere oltre si assottiglia, si scontra con il crudele cinismo della vita che vuole vederci come delle macchine che producono e consumano, mettendo da parte qualunque forma di creatività. I colori diventano sempre più piatti. La maggior parte dei sogni vengono chiusi in un cassetto e finisce che ci accontentiamo di pezzi di vita, per non sentirci troppo diversi.
 Ci omologhiamo alla mediocrità solo perché abbiamo bisogno di sicurezza. E le nostre fragilità sono sempre lì, pronte a farci sentire sbagliati a farci perdere tempo in mille pensieri. Quando ho capito che mi stavo facendo fregare la vita, mi sono ribellato! Ho ripreso in mano i miei desideri per rinascere e ritrovarmi a scoprire quanto sia bello sognare.
Ho scoperto che quando smetti di avere paura di ciò che sei, di ciò che senti inizi a conoscere il tuo vero potere. 

Opere tue ne ho viste tante ma tra tutte voglio soffermarmi su “Adrenalina”  il suo impatto visivo è forte e in qualche modo anche cruento; quel cuore rosso circondato da siringhe mi ha fatto pensare alla dipendenza nel senso ampio del termine. Dipendenza dal cibo, dalla droga, dagli antidepressivi ma anche dall’amore, dalle paure. Tutti noi abbiamo una dipendenza e tutti noi abbiamo bisogno di una dose per sopravvivere. Un messaggio ai nostri lettori, affinché quel cuore non sia più circondato ma voli libero.


Per volare bisogna liberarsi dai pesi. Spesso il passato complica le persone, perché non sanno cosa mettere via e cosa, invece, portare con sé. Credo che crescendo bisogna esercitarsi a buttare via le cose che ci rendono pesanti. Esercitarsi a rimanere leggeri, a non farsi appesantire dalla vita, dalle abitudini, dai vizi, a lasciare spazio dentro di noi a cose nuove  ad emozioni travolgenti ma anche a piccoli attimi inaspettati. In una società, dove tutto viene messo in discussione, dove la semplicità è diventata una merce rara, la più  grande dipendenza è quella di sentirsi accettati per quello che si è. Cerchiamo continuamente l’approvazione degli altri. Bramiamo amore, sputandoci addosso veleno.
Cosa dovremmo fare? Imparare ad amarci di più.
Come? Trovando il coraggio di guardarci dentro con onestà, accettando il nostro passato, le nostre paure e i nostri limiti spostandoli un po’ più in là.
Da quest’accettazione nascerà una nuova consapevolezza, la paura di essere giudicati lascerà spazio a una autenticità che solo chi può permettersi di essere se stesso, fino in fondo, conosce.

C'è davvero un forte abisso dalle tue sculture alla tua parte ritrattistica;  due mondi diversi creati dalla stessa mano: la solidità della materia che porta a imprimere la parte più dura della vita e il tratto sfumato della matita che rappresenta la parte più dolce  e fluida del vivere; c’è un motivo per questa tua scelta?
Diciamo che le mie opere seguono spesso lo stato d’animo. Quando sono giù preferisco scolpire, sento un senso di liberazione nel farlo: ad ogni colpo di scalpello ho la sensazione di togliermi di dosso tutto il superfluo che mi tiene legato con il suo peso a terra. Mentre nella pittura o nel disegno ho l’esigenza inversa e cerco di riempire con i colori quei vuoti che il tempo ha scavato nello stomaco.

 Leonardo da Vinci citava: “Tra la pittura e la scultura non trovo altra differenza, se nonché lo scultore conduce le sue opere con maggior fatica di corpo che il pittore, ed il pittore conduce le opere sue con maggior fatica di mente. Un tuo pensiero è proprio così?
Dietro una scultura ci sono tante ore di lavoro e sudore. È un lavoro molto fisico ma anche mentale e di concentrazione: un colpo sbagliato e non si può più tornare indietro. Mentre nella pittura è un puro esercizio della mente che, per quanto mi riguarda, è molto più faticoso di quello fisico.


Nelle tue raffigurazioni a matita rappresenti spesso neonati e scene legate all’  infanzia e qui ti chiedo: che rapporto hai con il bambino che è in te?
 Lo cerco continuamente dentro di me e dentro gli altri. È la parte migliore di ognuno di noi. È la parte più vera e autentica che dovremmo liberare spesso.

Come già detto, nell’introduzione, utilizzi spesso soggetti, quasi insignificanti, elevandoli e rendendoli protagonisti. Cosa ti ha spinto a rappresentare questi oggetti che sinceramente non avevo mai visto riprodotti, forse appunto per la loro poca importanza?
 


Nel tempo libero amo "crogiolarmi" nei ricordi d'infanzia andando alla ricerca di oggetti che sono "prova" di quei ricordi.
La nostra vita è circondata da cose che involontariamente diventano spettatori della nostra esistenza, che evocano immediatamente persone, luoghi, situazioni, momenti felici o tristi. Oggetti di uso comune che fanno ricordare, ridere, piangere, pensare e ripensare.Ci sono cose che ci fanno fare un tuffo nel tempo e ci rimandano ai giorni vissuti dalle generazioni precedenti. Cose che scandiscono il tempo e segnano la nostra giornata; che siano film, canzoni, spot pubblicitari, sigle di cartoni animati, fumetti, oggetti di uso comune, quello che cerco di fare è concentrare l’attenzione su quei piccoli dettagli, apparentemente insignificanti ma spettatori delle nostre emozioni, mettendoli al centro, facendoli così diventare protagonisti della storia. L’idea è di rifar rivivere quel momento impresso nella mente di cui si ricorda tutto e il gioco è cercare di catturare lo sguardo del bambino pieno di meraviglia che è nascosto in ognuno di noi.



In molte tue opere è presente il cuore, il perché di questa scelta?
Il cuore è il centro di ogni cosa. È il motore pulsante della vita, il centro delle emozioni. È la parte che più mi interessa.



Luca oltre ad essere un valido pittore e scultore, io vedo in te un grande comunicatore che oltre lo scalpello e la matita; usa benissimo la penna: comunichi sul social tramite video di grande contenuto e scritti che spronano al sogno al non arrendersi;  il tuo contributo  porta alla riflessione, apre alla speranza e qui ti chiedo: in una società, dove tutto è scontato, dove  il cinismo e la razionalità pervadono  il nostro vivere, come si fa ancora a credere nei sogni. Tu come fai?






C'è una quantità enorme di stupidità che ogni giorno appena usciamo di casa, ci piove addosso, dalla Tv, ai giornali, ai social... è un continuo bombardamento  di NO, di non si può fare. NO che ci trascinano verso il basso, verso la faccia mediocre di questo mondo. Figli della fretta e della superficialità passiamo più tempo a farci ispirare dalla stupidità che non dai nostri sogni. Così le nostre vite si sono piano piano abituate ad accontentarsi, scelte che non dico sia sbagliato, ma per quanto mi riguarda la vita è qualcosa di più. Ho sempre odiato omologarmi a questa società. Cerco di fuggire da ciò che mi schiaccia e non mi fa sognare. Credo si abbiano sempre due scelte: accettare le condizioni in cui viviamo o avere il coraggio di cambiare. Continuare a sognare è la nostra unica speranza per un mondo migliore.

In tuo video citi: “ Annulliamo le apparenze che ci dividono” e io aggiungo che essere se stessi nudi innanzi agli altri, senza maschere, oggi è quasi impossibile. Spesso le maschere sono una sorta di armatura per non ferirsi troppo ma se tutti la buttassimo giù questa maschera   saremo sulla strada per un futuro più equo e sereno, tu cosa ne pensi? Come possiamo ritornare a fidarci del prossimo?




Saremmo più liberi. Liberi di vivere a pieno le emozioni, la vita. Spesso il passato complica le persone. Siamo la somma delle nostre esperienze. Ci hanno insegnato a non fidarci degli altri. Siamo dei campioni a farci dei problemi. Ci facciamo schiacciare dalle nostre fragilità. Ci perdiamo nei dubbi e nei pensieri e restiamo a guardarci allo specchio come dei cretini, mentre ogni momento potrebbe essere buono per togliere quelle maschere che ci dividono e guadare negli occhi la nostra vera bellezza.

Se potessi tornare indietro nel tempo, quale artista vorresti conoscere e quale sarebbe la prima domanda che gli faresti?

Credo che tornerei nel Rinascimento... Da piccolo mi perdevo sempre tra le pagine illustrate dei libri di storia dell’arte, sognando un giorno di poter fare anch’io qualcosa di grande come la cappella sistina, la pietà, il David di Michelangelo. Se potessi incontrarlo più che fargli una domanda mi piacerebbe guardalo mentre sprigiona dal marmo le sue grandiose opere.

   Oltre ad essere un artista a tutto tondo chi è Luca Vallone nella vita di tutti i giorni?
Un semplice ragazzo a caccia di piccole emozioni.


 Descriviti in una sola parola e spiegaci perché.

Sognatore. Credo si sia già capito che ho i piedi incollati alle nuvole.

       Progetti futuri?

Vivo il presente, dove cerco ogni giorno di rubare un’emozione alla vita, un piccolo attimo perfetto. Al futuro ho smesso di pensarci, quando ho capito che non si può programmare nulla, se non quello che si sta facendo ora. 

Un consiglio per chi vuole intraprendere un cammino simile al tuo: Ricorda sempre… a te la parola.
Non arrendersi mai.
Per fare arte basta una penna Bic, per fare l'artista servono molti soldi, di tutto e di niente, chi vuol fare arte lo fa in qualsiasi situazione.
L’importante è sapere dove si vuole arrivare, puntare dritti verso l’obiettivo e ogni giorno fare qualcosa, anche una piccola cosa che ti faccia fare un passo verso quella direzione. Quando si seguono i propri sogni si è sempre sulla strada giusta.

Ringraziando Luca per questa illuminante intervista, ricordo che potete seguirlo qui:






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