A OLTRE SCRITTURA L'ARTISTA LUCA VALLONE. INTERVISTA A CURA DI MONICA PASERO
L’arte comunica al mondo
ciò
che di bello, ancora non conosce.
Monica
Pasero
Riempi
la vita di attimi che ti ubriacano l’anima
e
fanno sfiorare le nuvole.
Luca
Vallone
Osservando le opere dell’artista di oggi, mi
viene da pensare quanto la creatività umana non conosca confini, ogni opera
racchiude in sé unicità, energie diverse che confluiscono da mano di anime
diverse.
Non v’è artista che non porti il suo essere nelle
sue opere ed è per questo che l’arte non avrà mai fine: essa rinasce
perennemente ogni qual volta che l’essere umano s’apre al dono della creazione.
Nelle opere dell’ospite di oggi, la primissima
cosa che mi colpisce è la sua ecletticità; le sue raffigurazioni
stupiscono proprio per il repentino cambiamento del soggetto.
Molte sue opere le definirei interpretazioni di
paure e sogni umani in cui l’amore è sempre
presente; l’artista lascia quasi una doppia firma nei suoi
lavori: un cuore raffigurato in diversi stili ma che ci rammenta
che, in ogni situazione della nostra vita, il cuore deve sempre
farne parte. A Oltre scrittura oggi ho il piacere di ospitare l’artista Luca
Vallone.
Luca,
innanzi tutto, ti ringrazio di essere qui, ci siamo conosciuti per caso
sul Social e mi ha colpito subito la tua grande comunicatività artistica e il
tuo messaggio sull'importanza del sogno e parto subito col chiederti:
quanto sognare ti abbia aiutato nella realizzazione di questo tuo percorso
artistico?
Grazie a te Monica, per l'opportunità.
I sogni fanno parte di noi stessi, come il
respiro e il battito del cuore. Tutti nasciamo sognatori. Da piccoli facciamo incredibili
voli pindarici tra galassie e vuoti interspaziali. La nostra fantasia viaggia
senza limiti ma crescendo questa capacità di vedere oltre si assottiglia, si
scontra con il crudele cinismo della vita che vuole vederci come delle macchine
che producono e consumano, mettendo da parte qualunque forma di creatività. I
colori diventano sempre più piatti. La maggior parte dei sogni vengono chiusi
in un cassetto e finisce che ci accontentiamo di pezzi di vita, per non
sentirci troppo diversi.
Ci omologhiamo alla mediocrità solo perché
abbiamo bisogno di sicurezza. E le nostre fragilità sono sempre lì, pronte a
farci sentire sbagliati a farci perdere tempo in mille pensieri. Quando ho
capito che mi stavo facendo fregare la vita, mi sono ribellato! Ho ripreso in
mano i miei desideri per rinascere e ritrovarmi a scoprire quanto sia bello
sognare.
Ho scoperto che quando
smetti di avere paura di ciò che sei, di ciò che senti inizi a conoscere il tuo
vero potere.
Opere tue ne ho viste tante
ma tra tutte voglio soffermarmi su “Adrenalina” il suo impatto
visivo è forte e in qualche modo anche cruento; quel cuore rosso circondato da
siringhe mi ha fatto pensare alla dipendenza nel senso ampio del termine.
Dipendenza dal cibo, dalla droga, dagli antidepressivi ma anche dall’amore,
dalle paure. Tutti noi abbiamo una dipendenza e tutti noi abbiamo bisogno di
una dose per sopravvivere. Un messaggio ai nostri lettori, affinché quel cuore
non sia più circondato ma voli libero.
Per volare bisogna liberarsi dai pesi. Spesso il
passato complica le persone, perché non sanno cosa mettere via e cosa, invece,
portare con sé. Credo che crescendo bisogna esercitarsi a buttare via le cose
che ci rendono pesanti. Esercitarsi a rimanere leggeri, a non farsi appesantire
dalla vita, dalle abitudini, dai vizi, a lasciare spazio dentro di noi a cose
nuove ad emozioni travolgenti ma anche a piccoli attimi inaspettati.
In una società, dove tutto viene messo in discussione, dove la semplicità è
diventata una merce rara, la più grande dipendenza è quella di
sentirsi accettati per quello che si è. Cerchiamo continuamente l’approvazione
degli altri. Bramiamo amore, sputandoci addosso veleno.
Cosa dovremmo fare? Imparare ad amarci di più.
Come? Trovando il coraggio di guardarci dentro
con onestà, accettando il nostro passato, le nostre paure e i nostri limiti
spostandoli un po’ più in là.
Da quest’accettazione
nascerà una nuova consapevolezza, la paura di essere giudicati lascerà spazio a
una autenticità che solo chi può permettersi di essere se stesso, fino in
fondo, conosce.
C'è
davvero un forte abisso dalle tue sculture alla tua parte
ritrattistica; due mondi diversi creati dalla stessa mano: la
solidità della materia che porta a imprimere la parte più dura della vita e il
tratto sfumato della matita che rappresenta la parte più dolce e
fluida del vivere; c’è un motivo per questa tua scelta?
Diciamo
che le mie opere seguono spesso lo stato d’animo. Quando sono giù preferisco
scolpire, sento un senso di liberazione nel farlo: ad ogni colpo di scalpello
ho la sensazione di togliermi di dosso tutto il superfluo che mi tiene legato
con il suo peso a terra. Mentre nella pittura o nel disegno ho l’esigenza
inversa e cerco di riempire con i colori quei vuoti che il tempo ha scavato
nello stomaco.
Leonardo da Vinci citava:
“Tra la pittura e la scultura non trovo altra differenza, se nonché lo scultore
conduce le sue opere con maggior fatica di corpo che il pittore, ed il pittore
conduce le opere sue con maggior fatica di mente. Un tuo pensiero è proprio
così?
Dietro una scultura ci
sono tante ore di lavoro e sudore. È un lavoro molto fisico ma anche mentale e
di concentrazione: un colpo sbagliato e non si può più tornare indietro. Mentre
nella pittura è un puro esercizio della mente che, per quanto mi riguarda, è
molto più faticoso di quello fisico.
Nelle tue raffigurazioni a matita rappresenti spesso
neonati e scene legate all’ infanzia e qui ti chiedo: che rapporto
hai con il bambino che è in te?
Lo cerco continuamente dentro di me e dentro gli
altri. È la parte migliore di ognuno di noi. È la parte più vera e autentica
che dovremmo liberare spesso.
Come già detto, nell’introduzione, utilizzi spesso
soggetti, quasi insignificanti, elevandoli e rendendoli protagonisti. Cosa ti
ha spinto a rappresentare questi oggetti che sinceramente non avevo mai visto
riprodotti, forse appunto per la loro poca importanza?
Nel tempo libero
amo "crogiolarmi" nei ricordi d'infanzia andando alla ricerca di
oggetti che sono "prova" di quei ricordi.
La nostra vita è circondata da cose che
involontariamente diventano spettatori della nostra esistenza, che evocano
immediatamente persone, luoghi, situazioni, momenti felici o tristi. Oggetti di
uso comune che fanno ricordare, ridere, piangere, pensare e ripensare.Ci
sono cose che ci fanno fare un tuffo nel tempo e ci rimandano ai giorni vissuti
dalle generazioni precedenti. Cose che scandiscono il tempo e segnano la nostra
giornata; che siano film, canzoni, spot
pubblicitari, sigle di cartoni animati, fumetti, oggetti di uso comune, quello
che cerco di fare è concentrare l’attenzione su quei piccoli dettagli,
apparentemente insignificanti ma spettatori delle nostre emozioni, mettendoli
al centro, facendoli così diventare protagonisti della storia. L’idea è di
rifar rivivere quel momento impresso nella mente di cui si ricorda tutto e il
gioco è cercare di catturare lo sguardo del bambino pieno di meraviglia che è
nascosto in ognuno di noi.
In molte tue opere è presente il cuore, il perché di questa
scelta?
Il cuore è il centro di
ogni cosa. È il motore pulsante della vita, il centro delle emozioni. È la
parte che più mi interessa.
Luca oltre ad essere un valido pittore e scultore, io vedo
in te un grande comunicatore che oltre lo scalpello e la matita; usa benissimo
la penna: comunichi sul social tramite video di grande contenuto e scritti che
spronano al sogno al non arrendersi; il tuo
contributo porta alla riflessione, apre alla speranza e qui ti
chiedo: in una società, dove tutto è scontato, dove il cinismo e la
razionalità pervadono il nostro vivere, come si fa ancora a credere
nei sogni. Tu come fai?
C'è una quantità enorme di stupidità che ogni
giorno appena usciamo di casa, ci piove addosso, dalla Tv, ai giornali, ai
social... è un continuo bombardamento di NO, di non si può fare. NO
che ci trascinano verso il basso, verso la faccia mediocre di questo mondo.
Figli della fretta e della superficialità passiamo più tempo a farci ispirare
dalla stupidità che non dai nostri sogni. Così le nostre vite si sono piano
piano abituate ad accontentarsi, scelte che non dico sia sbagliato, ma per
quanto mi riguarda la vita è qualcosa di più. Ho sempre odiato omologarmi a
questa società. Cerco di fuggire da ciò che mi schiaccia e non mi fa sognare.
Credo si abbiano sempre due scelte: accettare le condizioni in cui viviamo o
avere il coraggio di cambiare. Continuare a sognare è la nostra unica speranza
per un mondo migliore.
In tuo video citi: “
Annulliamo le apparenze che ci dividono” e io aggiungo che essere se stessi
nudi innanzi agli altri, senza maschere, oggi è quasi impossibile. Spesso le
maschere sono una sorta di armatura per non ferirsi troppo ma se tutti la
buttassimo giù questa maschera saremo sulla strada per un
futuro più equo e sereno, tu cosa ne pensi? Come possiamo ritornare a fidarci
del prossimo?
Saremmo più liberi.
Liberi di vivere a pieno le emozioni, la vita. Spesso il passato complica le
persone. Siamo la somma delle nostre esperienze. Ci hanno insegnato a non
fidarci degli altri. Siamo dei campioni a farci dei problemi. Ci facciamo
schiacciare dalle nostre fragilità. Ci perdiamo nei dubbi e nei pensieri e
restiamo a guardarci allo specchio come dei cretini, mentre ogni momento
potrebbe essere buono per togliere quelle maschere che ci dividono e guadare
negli occhi la nostra vera bellezza.
Se potessi tornare indietro nel tempo, quale artista
vorresti conoscere e quale sarebbe la prima domanda che gli faresti?
Credo che tornerei nel
Rinascimento... Da piccolo mi perdevo sempre tra le pagine illustrate dei libri
di storia dell’arte, sognando un giorno di poter fare anch’io qualcosa di
grande come la cappella sistina, la pietà, il David di Michelangelo. Se potessi
incontrarlo più che fargli una domanda mi piacerebbe guardalo mentre sprigiona
dal marmo le sue grandiose opere.
Oltre
ad essere un artista a tutto tondo chi è Luca Vallone nella vita di tutti i
giorni?
Un semplice ragazzo a
caccia di piccole emozioni.
Descriviti in una sola parola e spiegaci
perché.
Sognatore. Credo si sia
già capito che ho i piedi incollati alle nuvole.
Progetti
futuri?
Vivo il presente, dove
cerco ogni giorno di rubare un’emozione alla vita, un piccolo attimo perfetto.
Al futuro ho smesso di pensarci, quando ho capito che non si può programmare
nulla, se non quello che si sta facendo ora.
Un consiglio per chi vuole
intraprendere un cammino simile al tuo: Ricorda sempre… a te la parola.
Non arrendersi mai.
Per fare arte basta una penna Bic, per fare
l'artista servono molti soldi, di tutto e di niente, chi vuol fare arte lo fa
in qualsiasi situazione.
Ringraziando Luca per questa
illuminante intervista, ricordo che potete seguirlo qui:
Commenti
Posta un commento