A OLTRE SCRITTURA LA SCRITTRICE FIORELLA CARCERERI INTERVISTA A CURA DI MONICA PASERO



“Ed allora capirai che un cuore ferito
non può guarire nell'umida galera della solitudine,
ma solo svincolandosi dalle catene della paura,
librandosi in spazi aperti,
alla ricerca di nuovi orizzonti.”
Fiorella Carcereri

L’autrice di oggi fa i suoi primi passi nel mondo letterario in un modo al quanto singolare, quasi fosse lei stessa protagonista di una bella favola moderna. Veronese di nascita, per destino o caso si ritroverà a rispondere alle tante lettere che ancor oggi arrivano da tutto il mondo all’eroina shakespeariana più amata, Giulietta Capuleti,  simbolo dell’ amore per eccellenza. Questa esperienza la porterà a comprendere l’innato amore per la scrittura e sarà da sprono per la sua carriera letteraria. E come in una bella favola moderna i suoi romantici sogni diventeranno pagine di libro. A Oltre scrittura ho il piacere di ospitare la scrittrice e poetessa Fiorella Carcereri.


Innanzi tutto ti ringrazio di essere qui. Esordisci, nel mondo letterario, con la raccolta poetica  “Senza rete”  Edizioni Ensemble Roma, tra l’altro vincitrice del “Premio Matteo Blasi 2012” indetto appunto dalla stessa Ensemble. Vuoi raccontarci come nasce questa raccolta e perché proprio Senza rete?

La raccolta "SENZA RETE" raccoglie pensieri, emozioni, paure, tutto quello che fino a quel momento nella mia vita non avevo mai osato affidare alla carta, tutto ciò che era rimasto gelosamente custodito nel mio intimo. Il titolo della silloge non è stato studiato ma mi è venuto così di getto per lanciare al lettore un messaggio della serie "quello che leggerete in questa raccolta è espresso senza filtri, senza freni, senza pudori, senza...rete di salvataggio".


Nel 2013 nasce il tuo primo romanzo: “Amore latitante” pubblicato da Edizioni Arpeggio Libero; due parole su questa tua opera?

Sono molto affezionata ad "AMORE LATITANTE", il mio primo romanzo. Poterlo pubblicare, e soprattutto poterlo pubblicare con Edizioni Arpeggio Libero di Lodi,  ha rappresentato per me una grande emozione e soddisfazione. Il libro è narrato in prima persona da una donna sulla cinquantina che passa in rassegna la propria vita sentimentale partendo dalla prima adolescenza. Contiene l'essenza pura e la sintesi di quelle che sono state le sue emozioni, le sue gioie, le sue paure, i suoi errori, il tutto raccontato in chiave autoironica ma mai superficiale, anzi sempre in chiave molto introspettiva e con forte spirito di autocritica.


“Con le spalle al  muro” Edizioni Sensoinverso, giungi al tuo terzo lavoro letterario in cui evidenzi la crudezza del sognare, in una società che poco a che fare con la magia del sogno. Una storia nata, a quanto leggo,  dopo un tuo trascorso al quanto doloroso.  Due parole su quest’opera.


“CON LE SPALLE AL MURO" pubblicato con Edizioni Sensoinverso nel 2014 è il mio secondo romanzo. Prendendo spunto dai tragici fatti di quegli anni che hanno visto protagonisti
molti piccoli imprenditori soprattutto del Nord, incapaci di liberarsi dalla morsa di una crisi economica sempre più grave e senza via d'uscita, nel libro ho raccontato la storia di una famiglia e della crisi della loro azienda. Una famiglia che vive momenti drammatici e disperati ma che riesce alla fine a riscattarsi e a riemergere. 



 Il ruolo della sognatrice è lo scherzo più crudele
che la natura possa ordire ai danni
di un essere umano.”
 Un mondo diverso.
Colgo questo passaggio da una tua poesia che mi ha colpito davvero tanto e mi ha fatto dubitare, ma solo per un attimo, quanto sia bello sognare; un passaggio che può aprire varie considerazioni, e qui ti  chiedo: quanto è  stato ed è difficile essere una sognatrice nel tuo cammino?

Mi chiedi quanto è stato ed è difficile essere una sognatrice nel mio cammino.  Una domanda molto complessa che potrebbe magari essere il tema di un mio futuro libro, chissà... Convivere, ogni giorno, ora, minuto, con un mondo che ti sta stretto, che fa a pugni col tuo intimo sentire, a fianco di soggetti che non conoscono neppure il significato della parola "sensibilità", è davvero un'impresa. Con l'avanzare dell'età, tuttavia, ed è forse brutto da dover ammettere ed accettare, si rinuncia al sogno e si affronta la dura realtà. Ogni tanto, il sogno ricompare, ma ci si affretta a relegarlo in quell'angolo da dove dubito riuscirà ancora a liberarsi. Per sopravvivere senza soffrire più.




 Nella tua ultima raccolta: “Diari di donne in panchina” edita da Edizioni Arpeggio Libero, ci porti  nel mondo delle donne e nella loro ricerca spasmodica dell’ amore,  in  cui  evidenzi  la  figura maschile; protagonisti di queste tue storie uomini molto diversi fra loro eppur, in certe situazioni, si ritrovano a  reagire sempre allo stesso modo e qui  la domanda, che noi donne spesso ci facciamo,  ma questi uomini non cambieranno mai? 

“DIARI DI DONNE IN PANCHINA", Edizioni Arpeggio Libero, il mio ultimo romanzo, contiene cinque storie vissute da cinque donne diverse che incontrano sul loro cammino soggetti maschili inadatti, per usare un eufemismo. Donne e uomini. Troppo diversi per stare insieme, troppo complementari per non cercarsi. Forse, come dici tu, gli uomini non cambieranno mai, almeno fino a quando non cambieranno le donne. Fino a quando le donne permetteranno loro, guidate da dosi massicce di masochismo,  
di comportarsi in un certo modo, i conflitti e i dispiaceri persisteranno. Concediamo almeno questo sogno, che un giorno ci si possa incontrare a metà strada e capirsi, amandosi davvero, al di là di ripicche, tradimenti, delusioni, prevaricazioni.

Se dovessi definir la tua essenza, da come scrivi, utilizzeresti questi versi della poetessa Wislawa Szymborska: “Se non sono mai tornata è perché non sono mai partita. Il mio continuo viaggiare è stato un eterno restare qua, dove non sono stata mai”. E questo mi fa pensare che sono di fronte ad uno spirito libero pronto a sviscerare nel suo intimo quella sua parte mai del tutto esplorata. Un essere in continuo movimento tra pensieri e sogni. È così?

È  proprio così. Posso definirmi, come magistralmente hai sottolineato tu, "un essere in continuo movimento tra pensieri e sogni".

Quanto conta il messaggio per te nei tuoi scritti? E se esiste, qual è il tuo?

Sì, il messaggio conta molto nei miei scritti,  è un messaggio implicito che forse non tutti i lettori potranno cogliere ma solo le anime affini alla mia. In fondo, quando leggiamo un libro, è questo che andiamo a cercare. Almeno, a me capita così.

Se dovessi descriverti con una sola parola quale sarebbe e perché?

Caos. Perché sento di esserlo. Perché combatto strenuamente per trovare il bandolo della matassa che quasi mai trovo, con una doppia personalità che è un bel fardello da portare avanti.


Da dove trovi la tua massima ispirazione?

 Non c'è un luogo, un momento, un tema dai quali tragga ispirazione. Scrivo quando ho qualcosa da dire, o da urlare al mondo. Se non ho niente da dire, taccio.

Se potessi viaggiare nel tempo e conoscere un narratore o poeta dei secoli scorsi chi cercheresti e cosa gli chiederesti?

Cercherei Emily Dickinson. Le chiederei di concedermi qualche ora del suo tempo per aiutarmi a capire perché chi ha tanto cuore è destinato a soffrire tanto.

Oltre ad essere una scrittrice, chi è Fiorella Carcereri nella vita di tutti i giorni?

Nella vita di tutti i giorni Fiorella Carcereri è una, nessuna, centomila, come direbbe l'amico Pirandello.

Se dovessi dare un consiglio ad un autore che muove i primi passi in questo mondo pieno di trappole ed illusioni quale sarebbe?

Ad un esordiente consiglierei per prima cosa di essere umile e di non illudersi mai. Gli consiglierei di scrivere per dire qualcosa che sente veramente, e di farlo con sincerità e spontaneità. E di non temere le critiche, mai.

Progetti futuri?

Attualmente in stand-by, in attesa di avere, spero presto, ancora qualcosa da dire.


Ringraziando Fiorella per questa bellissima intervista, lascio agli amici che ci seguono i link dove potrete trovare le  sue opere.
PAGINAFACEBOOK 
DIARI DI DONNE IN PANCHINA
AMORE LATITANTE
CON LE SPALLE AL MURO 

Grazie a te Monica della bella intervista concessami.  
Fiorella Carcereri





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