HANNO INVASO LA SVIZZERA, IL NUOVO LIBRO DI MASSIMO BERNARDI
OLTRE SCRITTURA SEGNALA
HANNO INVASO LA SVIZZERA
DI MASSIMO BERNARDI
Introdotta da tre pagine scritte da nientedimeno che Dino
Buzzati, questa singolare raccolta di racconti si divide in due parti:
"The bright side of the moon" e "The dark side of the
moon", rispettivamente il lato luminoso e quello oscuro della luna.
L'autore si lascia andare, avvolto dalla luce della luna, a racconti onirici in
cui regnano il nonsense e l'assenza di nessi logici. Riflette poi sui modi
assurdi con cui le persone possono sparire senza lasciare tracce e sulla
presunta casualità con cui la vita ci pone davanti a strani simboli, segnali o
coincidenze. Il lato buio della luna, invece, porta l'autore ad abbandonarsi
all'introspezione, lasciandosi sfuggire impressioni fugaci o abbagli,
allucinazioni e urla silenziose, in un dialogo interiore intenso e confuso.
PRESENTAZIONE DI"HANNO INVASO LA SVIZZERA"
Il libro è suddiviso in due parti, a loro volta divise in
sezioni. Nella prima parte, il cosiddetto "lato luminoso della luna"
-parafrasando un noto album dei Pink Floyd- abbiamo una lunga serie di
"sogni d'oro", storie oniriche senza capo né coda che potrebbero
essere altrettanti sogni che si fanno di notte. A seguire storie di gente che
scompare all'improvviso, volutamente o no, senza lasciare traccia di sé. Infine
storie su come il caso a volte possa giocarci strani scherzi, coincidenze che
fanno riflettere sul mistero della vita. Tutte narrazioni dove la fantasia è
protagonista assoluta, declinata in mille maniere diverse. Nei racconti ho
volutamente ripetuto oggetti, personaggi e situazioni, come a richiamare
indietro il lettore a cose già lette prima e a suggerirgli una specie di
continuità tra le diverse storie. Ed ecco allora che i palloncini colorati, le
bambine con le trecce, le spiagge normanne dello sbarco, le ciminiere fumanti
delle fabbriche -solo per citarne alcune- ritornano a più riprese. In
particolare sono proprio le fabbriche del passato (e quindi tutto
l'armamentario di archeologia industriale: villaggi operai e antiche filande,
allevamenti di bachi da seta, macchine per la cardatura e la follatura della
lana, scuole e giardini per i figli degli operai voluti dalla lungimiranza
paternalistica dei padroni, e via dicendo) ad affiorare quasi in ogni pagina,
come un leit-motiv volutamente
ossessivo. Aleggia comunque in tutta questa prima parte -insieme ai
momenti introspettivi e malinconici- uno spirito di leggerezza, di pacata
ironia che sfocia a volte nel divertimento.
Nel "lato oscuro della luna", ovvero la seconda
parte, le atmosfere virano decise verso l'arcano, il mistero e l'inquietudine.
È un ulteriore passo verso i territori profondi dell'inconscio sempre più
inesplorati. Non più la scrittura lineare, colloquiale, comprensibile della
prima parte ma una scrittura ardita, sempre più rarefatta e ripiegata in sé
stessa come una spirale, come serpente che si mangia la coda in cerchi sempre
più stretti. E allora ecco non più racconti compiuti ma visioni crepuscolari
appena abbozzate, apparizioni nella nebbia, abbagli nel buio della notte dove è
facile smarrirsi. Fino a quell'esplosione finale di piccoli fuochi d'artificio
lanciati in orbita, "parole nello spazio" che paiono brevissimi
messaggi cosmici, ardite stele di Rosetta da far decifrare a ipotetiche creature
siderali.
BIOGRAFIA AUTORE
Massimo Bernardi è nato a Modena, dove tuttora vive, nel
1970. È laureato in Biologia ma le sue passioni sono sempre state la scrittura
e la fotografia.
Ha pubblicato cinque libri di narrativa: Hanno invaso la
Svizzera (Ensemble 2018), Mandala (Sensoinverso, 2016), Appuntamento alla
fortezza (Zerounoundici, 2013), Letturista per caso (Zerounoundici, 2012) e
Onjrica (Oppure, 2001). Alcuni suoi racconti sono usciti su riviste e
antologie. Ha collaborato per alcuni anni con il Laboratorio di Poesia di
Modena in qualità di redattore e autore di testi per la rivista di poesia
Steve. È autore di alcune sceneggiature per cortometraggi e lungometraggi (tra
le quali Il regalo più bello, menzione speciale al Busto Arsizio Film Festival
2004). Utilizza tecniche miste per elaborare immagini fotografiche,
e compone sequenze di immagini insieme a testi poetici. Ha esposto le sue foto
in numerose mostre personali e collettive, tra cui il Museo a Cielo Aperto a
Camo (CN) (2013), la rassegna Phot'out a Torino (2014) e tre edizioni di
Fotografia Europea a Reggio Emilia (2011, 2013 e 2015). Si interessa anche di arte.
pagina Instagram: massimo.bernardi
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