LE MIE STAGIONI LA NUOVA RACCOLTA POETICA DI GUIDO GIANNINI
Giunto alla sua terza silloge, il poeta Giannini ci sorprende con una raccolta in cui si eleva ancora una volta la grande capacità comunicativa di un uomo che arriva al cuore dei suoi tanti lettori. Non è un segreto che l'autore abbia una spiccata sensibilità che manifesta in versi sinceri, genuini e onesti quanto lui. Le mie stagioni è la sua ultima raccolta poetica da un formato del tutto particolare, non consono alle classiche sillogi che siamo soliti a sfogliare. In questa raccolta sono appunto racchiuse le quattro stagioni della vita di Guido. Un libro bello da leggere e da vedere, impreziosito da una grafica delicata che porta ad ogni pagina un tocco di eleganza e arte. Una silloge davvero differente dal solito.
Consiglio caldamente la lettura di quest' opera . Potete acquistare direttamente dall' autore che non mancherà di dedicarvi qualche parola.
Per acquistare scrivete a guidoclaudiogiannini@gmail.com
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LE MIE STAGIONI DI GUIDO GIANNINI
Prefazione a cura di Monica Pasero
Le stagioni di un uomo sono simili a
quella della Terra; così è la sua vita ... temprata, nella sua primavera, dalla
fioritura dei sensi, da quell’inebriante profumo che lo pervade quando la natura
rinasce e porta in lui l’inesorabile bisogno di
sbocciare, di scoprire il mondo.
Forte, audace osa sfidarlo e tra le
batoste e le gioie ricevute giunge alla
sua Estate. Come il grano pronto alla raccolta, in lui avverte
la sicurezza di un anima rafforzata
dalle esperienze; ha ben chiaro ora cosa desidera e come
raggiungerlo. L’età matura gli dona vigore
e ritrovata bellezza.
Giunge così al suo autunno, dove il suo animo muta e lo porta
alla riflessione… è il tempo dei pensieri, di quel vago senso di malinconia che
lo accarezza, lo spinge a guardarsi indietro, ma i colori innanzi a lui
sanno ancora di magia, di vita che ritorna, di sogno… e tra alti e bassi va avanti fino al suo inverno, stagione da
lui temuta ma anche focolare di inizi, in cui l’amore per la famiglia, per i
ricordi e per il tempo ancor donato emana alte fiamme che ardono su ceppi accessi nelle
fredde giornate invernali. Tra una lacrima per ciò che è finito ed un sorriso
per ciò che rimane si va avanti … Ed è così che Guido si racconta.
Attraverseremo con lui le sue quattro
stagioni e pian piano vivremo la sua
mutevolezza, le sue passioni, il suo canto alla vita, alla natura, il suo saper
cogliere spensieratezza nei giorni difficili e
delle sue innumerevoli malinconie saperne carpire la
dolcezza, la speranza nel domani.
Liriche che profumano di donna, protagonista
indiscussa di queste poetiche che la raffigurano in tutta la sua bellezza. Guido in questa sua
nuova opera ci sorprende, ancora una volta, regalandoci versi in cui trapelano
tutte le emozioni umane: dall’
entusiasmo, alla goliardia per poi passare all’amore, al desiderio, alla famiglia, all’amicizia, al tempo dello sconforto, dei ricordi, a quello
del ritrovato coraggio e non per ultimo
alla passione per la vita, che
non manca mai nelle sue poesie; e seppur
vero che le stagioni della vita di un
uomo sono quattro, mi piace pensare che quelle di un poeta con i suoi versi rinascano sempre, perché la vita in fondo è
un continuo mutamento e dopo l’inverno arriverà sempre un’altra primavera.
Dalla postfazione a cura della critica letteraria Emilia Fragomeni
“Una cascata d’amore, bagnata da una spuma di dolore”, così mi piacerebbe definire la nuova silloge di Guido Giannini, “Le mie stagioni”, silloge in cui sembra che il poeta voglia fare il “bilancio di una vita percorsa” e disegnare il suo “vivere” su “un foglio bianco”, sul quale “scivola la penna senza inchiostro”, col desiderio di sentirsi “libero da paure”, “libero dalle cadute”, “libero dalle ricchezze”, “libero dalla miseria” “e trasparente nell’anima”. In questi pensieri e nell’ultimo verso che chiude la silloge, “A te l’augurio di pace”, c’è tutta la filosofia che permea il pensiero di Guido: le gocce di libertà e di pace possono alimentare la speranza in un mondo diverso e possono reinventare la vita, che il poeta descrive, a volte velandola e avvolgendola con un nembo, a volte disvelandola completamente, facendone un affresco di sentimenti, di emozioni e di descrizioni tenere, quasi sospese nel tempo, fuso col ricordo gioioso di ieri e col dolore delle mancanze di oggi. E il pensiero vaga “tra le pieghe del tempo”, che “corre inesorabilmente”, nel mare della nostalgia, con una caravella di ricordi,” variopinte corolle in gaia armonia”, nell’eco di una voce sempre attesa.
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