A OLTRE SCRITTURA LA SCRITTRICE E POETESSA PAOLA GIUSTI ( Intervista a cura di Monica Pasero)

 

 


Non ti prometto che la tua vita sarà facile,

ma potrebbe essere meravigliosa.

 Cit.

Jim Abbott diceva: “Non è la disabilità che ti definisce, ma il modo in cui affronti le sfide che la disabilità ti presenta.” Con questa frase voglio introdurre l’ospite di oggi, una donna che, nonostante il suo handicap, è riuscita ad avere una vita piena e ricca di emozioni; la malattia non l’ha certo fermata!

Oggi Paola ha molto da raccontare di sé. Di anni ne sono passati da quando, appena sedicenne, a causa di meningomielite, la sua vita cambiò radicalmente, modificandone i suoi sogni.

Ma Paola, ex sportiva, dopo un periodo di fermo e consapevolezza di sé, ha ripreso in mano le redini della sua vita, che l’hanno portata a viaggiare per il mondo, a conoscere realtà diverse e a donare il suo entusiasmo e il suo amore per la vita al prossimo. L’artista di oggi mi piace definirla una “Vincente”, che ha saputo far della sua malattia invalidante la sua forza. Una testimonianza di speranza, di come ogni essere umano possa far della sua vita un successo, nonostante le difficoltà. A Oltre Scrittura ho il piacere di ospitare un esempio di resilienza: la scrittrice Paola Giusti.

 

INTERVISTA 

Innanzitutto ti ringrazio di essere qui. La malattia ha cambiato radicalmente i tuoi sogni adolescenziali. Oggi, col senno di poi, hai dei rimpianti o sei felice del cambiamento di rotta che il destino ha voluto darti?

Ho il rimpianto di non aver potuto più ballare, né correre, però sono felice di come ho affrontato il mio destino da handicappata motoria, senza piangermi addosso, bensì realizzando le mete che potevo raggiungere.

 Hai vissuto per molti anni in Germania, dove oltre a speaker radiofonica per la Radio Nazionale, sei stata anche insegnante per i figli degli immigrati.  Un aneddoto di quel periodo che conservi nel cuore?

Conservo nel cuore la soddisfazione di aver condotto per 16 anni la trasmissione settimanale della "Posta" con l'indice di ascolto più alto fra le 14 Redazioni Straniere della Radio Nazionale Tedesca ( Deutschlandfunk ) e come insegnante quella di aver evitato la "Sonderschule" ( scuola speciale ) ad alcuni scolaretti italiani, i quali, per carenza di lingua tedesca, rischiavano di esservi trasferiti, perché considerati un po' “scemi”. Feci capire molte volte che necessitavano di più tempo per imparare l'idioma della Germania.

Oltre ai bambini, rientrata in Italia, hai insegnato anche nelle carceri; una scelta sicuramente coraggiosa, cosa ti ha lasciato questa esperienza?

L'esperienza di aver fatto scuola nelle carceri italiane, da me fortemente voluta, mi ha lasciato la sensazione paradossale che ogni detenuto si considera innocente.

Dalla tua biografia si evince la tua grande voglia di vivere ed esplorare, la tua passione per i viaggi e per la vita. Di tutte le tue tappe quale oggi ami ricordare di più?

Delle mie tantissime tappe nel mondo, amo quella che ricordo con grande stupore, in Bali, la cremazione pubblica dei morti: spettacolo con bimbi che corrono, nessuno piange, musica dal vivo, donne che cucinano per tutti, poiché credono nella reincarnazione.

Poi un giorno decidi di mettere su carta il tuo cammino di vita e nel 2013 pubblichi la tua biografia, che ha tutte le caratteristiche di un romanzo; “Io, vivace invalida senza frontiere” Editore Zona.  Vuoi raccontarci qualcosa di questa tua opera?

È un diario, che inizia con la mia meningomielite esplosa durante una gita in Sicilia a 16 anni. Prosegue onestamente e sinceramente con tutti i momenti belli e brutti vissuti, compreso il pensiero del suicidio a 21 anni, quando non accettavo di restare disabile tutta la vita. Racconto i successi professionali, gli amori, le avventure, le disillusioni, i lutti dolorosi, gli inebrianti viaggi in 4 continenti, le crociere, il matrimonio su una spiaggia dei Caraibi ed il rapido divorzio da un coniuge di 24 anni più giovane, insomma … nelle pagine di "Io, vivace invalida senza frontiere" c'è di tutto, alternato a citazioni ad hoc, qualche poesia della mamma e testi di canzoni, in un susseguirsi di alcuni episodi esilaranti ed altri commoventi, una lettura che non annoia mai, anzi, appassiona e non si vede l'ora di "sapere cosa viene dopo", come si legge in alcune recensioni pubblicate su amazon.it e su ibs.it.



“Come disabile, lascia che la mia vita rifletta l'infinita quantità di abilità che esiste in ognuno di noi” in questa citazione di Robert M. Hensel ti ci rivedi?  Quante abilità inaspettate hanno creato oggi la donna che sei?

Sì, certamente la disabilità può creare abilità inaspettate; basti pensare ai campioni paraolimpici. In me ha creato grinta, determinazione, coraggio e ...più voglia di vivere.




So che scrivi anche poesie, ti va di lasciarci qualche verso a te caro?

Vita sicuramente è tra le mie più amate.

 VITA

Ti amo tanto, VITA! 

Eppure a 16 anni volevo eliminarti,

il dubbio era solo come farlo:

rivoltella del babbo? o rotaie di un treno?

 

Trionfò l’amore per gli anziani genitori

ed il caro fratello,

che non avrebbero retto tale dolore.

Scelsi te, VITA, imprevedibile,

da spendere intensamente, curiosamente, coraggiosamente,  con determinazione.

 

Ci sono riuscita? Si… Si… Si!

Bello a 77 anni voltarsi indietro, 

ricordare amori, fugaci o lunghi,

successi e soddisfazioni, imprevisti e gioie,

lotte, vittorie, sconforto, disillusioni..

 

Mi hai dato molto, VITA, non ricchezze o fama,

ma viaggi, crociere, amicizie,

piaceri, esperienze, avventure,

malgrado l’invalidità motoria permanente,

contratta proprio a 16 anni, quando credevo

che non avrei sopportato di rinunciare al ballo, al pattinaggio,

al correre,  insomma…che non avrei accettato di vivere a metà.

 

Invece sto a pieno agio nella mia leggera

e pieghevole sedia a rotelle,


così come con le stampelle colorate;

orgogliosa di me, della vitalità immutata

e della voglia di sperimentare ancora il nuovo.

 

Ti amo intensamente, VITA, pur con alcune

realtà dolorose, che fortificano.

 

Le tue stagioni sono : infanzia, giovinezza, maturità, anzianità.

Io sono in quest’ultima, serena e appagata..

GRAZIE, VITA MIA, dopo quei lontani 16 anni,

segnati da una grave paralisi,

ti ho amato ancora di più.

 

Un messaggio per tutte le persone che stanno affrontando la malattia.

Non intristirsi sentendosi vittime.

Se dovessi definirti in una sola parola quale sarebbe e perché?

Mi definirei "lottatrice" perché in effetti ho prevalentemente lottato, per i miei diritti,

E giungo alla mia ultima domanda, di rito per Oltre Scrittura, quanto è importante nella tua vita il sogno?

Non sogno, solitamente ho più desideri che sogni. Da qualche tempo però ne ho uno:  che un produttore (o regista) trasformi in film il mio libro, come mi è stato più volte detto/suggerito da tante e tante e tante persone. Io non ci avevo pensato, tuttavia credo che lancerebbe un messaggio positivo in questo periodo di crisi.

 Ringraziando Paola per questa interessante intervista, ricordo agli amici lettori il suo libro che potete trovare cliccando a questo LINK 


 “La vita è un viaggio e viaggiare è vita”

Paola Giusti

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