A OLTRESCRITTURA LOREDANA ZINO ( Intervista a cura di Monica Pasero)

L’arte intesa come viaggio introspettivo

 alla ricerca del sé dormiente 

 

  

Leggendo la sua biografia, mi sento di dire che ci troviamo innanzi ad una donna che ha sviscerato il suo animo elaborando, creando, spingendosi oltre alle sue conoscenze, eliminando ogni barriera mentale; aprendosi al nuovo, all’inesplorato, rivoluzionando la sua vita per concepire una vita sì ricca di ostacoli, ma di grande levatura esistenziale. 

Nel suo percorso artistico si evidenzia la sua voglia di conoscenza, la sua curiosa indole la spinge a mettersi in gioco in più settori, spronando il suo talento, la sua perspicacia; e mi sento dire in primis: la sua anima ad elevarsi, ricercando in strade impervie, spesso non battute dai comuni mortali, quelle risposte, quelle piccole rivelazioni che solitamente sono così palesi, ma solo per chi è pronto ad accoglierle.

La consapevolezza del suo percorso artistico è nutrito dall’amore per l’arte, per la scrittura, per la recitazione, la musica, che amalgama nella sua quotidianità.

Attiva in diversi campi artistici, promotrice di eventi apprezzabili e innovatiti, l’ospite di oggi oltre un carisma immediato che mi ha spinta a chiedere la sua presenza sul mio Blog, è un’ eccellente professionista che con forza è riuscita ad aprire un varco esistenziale, non indifferente, studiando, e soprattutto ascoltando la sua parte più intima: il sé che, come un fedele complice, l’ha portata a riempire la sua vita di letteratura, opere teatrali, e riflessioni profonde sul vero senso della vita.

La sua voglia di sapere, il suo ardito, passionario spirito l’ha condotta oltre la materialità che, in questo caso, fa solo da tramite nella sua vita per una missione ben più grande: aprire all’ ignoto, alle tante anime ancor dormienti e la Zino lo fa utilizzando il suo tempo, la sua vita stessa, nella creazione di opere cariche di quell’ energia pulita, rigenerante che scorre nelle vene di un’anima elevata, quanto la sua.

A Oltre scrittura ho il piacere di ospitare la scrittrice, sceneggiatrice, regista, produttrice e molto altro ancora, Loredana Zino.

 

Innanzitutto, ti ringrazio di aver accettato il mio invito e parto subito col chiederti: Quando hai sentito dentro di te l’esigenza di aprirti a questa strada artistica?

 
Da bambina scrivevo moltissimo. Crescendo ho provato a pubblicare, riuscendoci una volta soltanto, nel 1992, poi per tanto tempo più nulla. Delusa dal mondo dell'editoria, ho accantonato la scrittura in favore di una maggiore interscambiabilità che mi veniva offerta dal teatro. Due anni e mezzo fa ho voluto concludere il ciclo teatrale e sono tornata al primo amore, pubblicando altri due libri.
 

Nel 1996 nasce a Genova, da una tua idea, la compagnia teatrale “Le Pleiadi”: un ritrovo di narratori e poeti, ispirata ai Mardis (Martedì) letterari del poeta simbolista Stephane Mallarmé. Mallarmé vedeva la poesia come uno strumento di conversione, dove i versi potevano aprire alle menti e ai cuori, allo scopo di realizzare un mondo ideale; il suo concetto era quello di comporre versi che non descrivessero né il mistero, né la quotidianità, ma creassero strade nuove per accedere intimamente all’inesplorato. Diceva: “Definire è uccidere, suggerire è creare.” Nella tua esperienza di comunicazione, quanto è difficile mediare il tuo concetto di vita, senza imporlo, ma in qualche modo consigliarlo?
 
Una apparente soluzione, una via che mi sono data, è quella del romanzo.
Non credo sia ancora il tempo, per me, di scrivere saggistica.
Ho troppe esperienze biografiche ed autobiografiche da condividere, ed allo stesso tempo, messaggi da trasmettere. Il romanzo attualmente mi sembra congeniale. Anche per raccontare che in una vita passata ero la sorella del mio adorato Mallarmè.
 

La morte di Freddie Mercury nel 1991 ti ha spinto fino a Londra per scrivere “La Marcia della Regina Nera” un romanzo biografico legato appunto al leader dei Queen, edito da Kaos Gamma libri. Questo libro ha ispirato diversi spettacoli, come “guidata” dallo spirito di Freddie. Cosa ti ha dato questo artista tanto da volerlo celebrare e ricordare?





     Freddie Mercury è un personaggio che si avvia a diventare un mito, se non lo è già, per l'umanità che i suoi occhi sanno comunicare a dispetto di tutte le sue debolezze umane ed il ruolo di rock star gay e miliardaria che scelse. Io vedo attraverso i suoi occhi la bellezza del suo cuore. Lo definisco mio ispiratore, professionalmente parlando, per via della precisione maniacale, la cura della Visione, l'intraprendenza e l'amore per la maestosità. Strumenti che mi furono utili allestendo per ventitré anni spettacoli teatrali e dirigendo compagnie di attori. A livello sottile, sento da sempre, e con varie manifestazioni, il contatto con quest'anima trapassata.

Nel 2011 scrivi la prima stesura del “Manifesto Art-Fusion”, una sintesi in ventiquattro punti della tua visione delle arti come linguaggio multiforme e unico, e dell’artista come traduttore di una realtà trascendente. Vuoi spiegare ai lettori cosa intendi definendo l’artista: traduttore?
 
Mettersi disponibile a ricevere. Porsi in uno stato di totale abbandono e farsi strumento di
 canalizzazione del pulsare cosmico. La creatività viene da molto lontano e allo stesso tempo viene da dentro, un dentro che deve essere aperto e fluido, rinunciando al controllo della mente. L'artista, quello odierno più che mai, ha la responsabilità di traghettare le anime verso la sorgente della creatività, che è infinita, tanto quanto è infinito il piano divino. Non sarebbe male che ogni professionista, di ogni branca e di ogni ramo, si dedicasse ad essere anche un artista. Mi sentirei più tranquilla! Ma ci arriviamo.
 

 
Collabori alla stesura del lavoro drammaturgico “Gesù”, ispirato ai testi del Dott. James Hurtack (autore de Le Chiavi di Enoch, considerato un Profeta in Austria e in USA) Opera messa in scena nel 2006. E qui ti chiedo un tuo parere, prettamente personale, sulla figura di Gesù. Su come tu lo vedi e lo vivi.
 
Gesù è il Maestro dei Maestri, vivente e operante in tutti gli Universi infiniti. A livello mentale l'ho celebrato, con i miei spettacoli e i miei scritti; o piangendo lacrime di commozione davanti alle dozzine di film. Raramente la commozione andava oltre il limite superficiale della mente, ma quando succedeva, un tuffo al cuore mi confermava l'Amore che percepivo, che ha avuto bisogno di essere molto ripulito. Nel mio libro “Cammina nell'Anima – le nostre vite precedenti”, scritto in tandem con Pina De Murtas, descrivo la vita che mi dissero trascorsi in Galilea, confermando certi vividi sogni, come pellegrina seguace di Gesù, e amica intima della regina Erodiade. Quanti fatti della storia andrebbero rivisti, del resto non sono io la prima a dirlo...
 
Una parola che mi sento di associare alla tua persona è sperimentazione: leggendo la tua ricca biografia non posso che rimarcare il grande lavoro da te svolto, e le tue esperienze sempre ricche d’innovazione. Il tuo saper trascendere da ciò che si è appreso fino ad ora e aprire sempre allo sconosciuto, al diverso, sperimentando, appunto, tramite teatro, letteratura, musica e nuove vie: è un grande dono.  Spesso noi ristagniamo nei concetti inculcati dall’educazione ricevuta e fatichiamo ad aprirci a nuove possibili verità. Un consiglio per aprirsi al nuovo senza timore?
 
  È difficile dare un consiglio agli esseri che non vogliono aprirsi. Le parole di fatto restano parole. Io ho cercato, attraverso le docenze nei miei laboratori a Genova, all'inizio di scrittura creativa dove fui la prima a proporre la Scrittura Zen, e in seguito insegnando recitazione, a diffondere l'idea che la creatività sia una fonte inesauribile, e uno strumento di benessere; ed anche il concetto di Eros legato all'energia creativa, vitale, antiaccademica. Con mio marito Maury Vassallo, che ha portato a Genova il movimento pittorico Art Fusion, mi sono dedicata ad estendere scrittura e teatro al mondo del colore, fino a mostrare come il teatro sia un po' la sintesi di tutte le arti. Non so, forse trasmettendo questa assenza di separazione fra le discipline creative, potremo lentamente sciogliere i cuori più pavidi.
 
  Il tuo percorso artistico è davvero ricco, tra letteratura, teatro e molto altro, ma ho avvertito tra le righe una grande esigenza di rinascita e qui ti chiedo: quanto l’arte, il creare hanno influito sul tuo benessere fisico e spirituale?

Qui bisogna fare un distinguo: l'arte contribuisce al benessere spirituale, e di conseguenza fisico, se è fatta con criteri di ricerca e non si limita ad un soddisfacimento dell'ego. Per me che ho sofferto di attacchi di panico per lunghi decenni, fare teatro tanto per portare a casa l'applauso era come versare benzina sul fuoco. Mi ci sono voluti molti esperimenti e sofferenze, per capire come creare situazioni più confacenti alla mia anima, e di conseguenza attrarre giusti collaboratori e giusti contesti.


Se potessi viaggiare nel tempo e parlare ad un artista del passato chi sarebbe, e soprattutto cosa gli chiederesti?
 
Lo faccio regolarmente!!! Nel libro che sto per pubblicare, sulle mie memorie teatrali, sono in un dialogo continuo con l'amato Freddie.
 
Ma chi è Loredana Zino nella vita di tutti i giorni?
 
Una casalinga, una contadina, una blogger. Cartomante, floriterapeuta. Vita sociale, poca. Sto bene sul monte, nella mia casupola, con pochi affetti e i gatti, nostri maestri zen, per parafrasare Tolle.
 
Progetti futuri?
 
Troppi libri! Tutti quelli che ho lasciato indietro durante la mia digressione teatrale durata ventitré anni. Le memorie cui accennavo prima; un romanzo storico su Massimiliano D'Asburgo; un secondo libro su Freddie Mercury. E altri.
 
Michelangelo diceva: “Scavando ben a fondo nella nostra personalità rischiamo d’imbatterci in uno sconosciuto.” E tu l’hai trovato in questo tuo percorso di ricerca quello sconosciuto?
 
Quello che i mistici chiamano “l'osservatore”. Percepii la sua presenza durante uno spettacolo, mentre mi trovavo già in scena, sul palco davanti al pubblico. Un'esperienza che mi ha formata e che descriverò in un libro, dal titolo provvisorio “Una Sciamana mi disse”.
 
 
 E arriviamo all’ ultima domanda di rito per gli ospiti di Oltre Scrittura, quanto conta il sogno nella tua vita?
 
Il Sogno è la Visione. Di fondamentale importanza, ma non è tutto. Quando avrò esaudito tutti i sogni di libri da divulgare, tanto o poco non importa, penso mi dedicherò alla ricerca spirituale a tempo pieno, con la meditazione (che già pratico), la scrittura automatica (che già pratico), alla ricerca delle nostre vere origini.
Grazie Monica Pasero per il tuo generoso apprezzamento e la profondità delle domande, che mi ha dato modo di colloquiare con la mia e la tua Anima.
Grazie per questa intervista anticonvenzionale!

E io ringrazio Loredana Zino  per essere stata ospite del mio blog.

Consiglio a tutti i lettori di visitare il suo Blog cliccando qui e la sua pagina Facebook cliccando qui


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Commenti

  1. Fantastica intervista fuori dagli schemi, come piace a me. Grazie Monica!

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    1. Grazie a te Loredana! È stato un vero piacere conoscere la tua professione e un po' di te...

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