A OLTRE SCRITTURA, VINCENZO FIORE.
Chi
conosce il valore della fatica
conosce
l’essenza della vita.
M.P
Oggi nel mio spazio arriva un uomo con vari interessi sia nel sociale che nel mondo artistico. Di lui mi colpisce la sua grande umiltà, il suo amore per la gente e per la terra.
Ama la
vita contadina, la natura, e non disdegna il lavoro agreste.
Unisce
le sue innumerevoli doti di comunicatore sia a livello politico, dove ha
rivestito cariche anche a livello nazionale, sia in campo giornalistico.
Lo
troviamo attivo come presentatore di eventi culturali e artistici, ama la
lettura ed è prefatore di alcune raccolte poetiche.
Molti lo
conoscono per le sue seguitissime interviste sul blog “ScrepMagazine” nella rubrica
“A tu per tu con…”, dove permette a
tanti artisti, e non solo, di esprimersi e farsi conoscere meglio al grande
pubblico.
Oltre ad
essere caparbio, costante, un buon lettore e soprattutto un buon ascoltatore,
ama scrivere poesie… da qui è scaturita la sua prima silloge “Inchiostro
d’anima” in cui trasmuta tutta la sua anima sensibile in versi.
A “Oltre Scrittura” ho il
piacere di ospitare, Vincenzo Fiore.
Innanzitutto
ti ringrazio di essere qui, e parto subito col chiederti quando inizi ad
interessarti al mondo politico?
Sono io che ringrazio te per aver aperto la porta di “Oltre Scrittura” e avermi dato ospitalità nel tuo salotto.
Il mio interesse per la politica?
Nasce dopo aver conseguito la maturità classica ed essermi iscritto alla facoltà di lettere dell’Università di Bari.
La colpa?
La mancanza dei più elementari servizi, come la rete fognante, nel mio piccolo borgo natio, Mariotto, frazione di Bitonto, e la voglia di mettere in campo nuove energie per “costringere” i responsabili della cosa pubblica a dare soluzioni alle vetuste e incancrenite problematiche e dignità di vita civile e sociale alla comunità mariottana. Una battaglia che dapprima ho condotto da responsabile della locale Azione Cattolica dalle colonne di un giornaletto ciclostilato, poi dai tipi del giornale “La voce delle Frazioni”, in seguito dall’amplificatore della militanza nel Partito Socialista Democratico Italiano, dopo aver conosciuto nel 1971 il vicepresidente della Regione Puglia, Michele Di Giesi, che mi volle accanto a sé nei periodi in cui rivestì gli incarichi di Ministro del Mezzogiorno, delle Poste e Telecomunicazioni, del Lavoro e della Marina Mercantile. Militanza partitica che mi ha portato per svariati anni ad essere eletto consigliere comunale e nominato assessore alla sanità, alla polizia municipale e turismo, alle finanze, partecipazione e comunicazione nella città di Bitonto. Bellissima l’esperienza con il Comitato Pro Mariotto nell’organizzare la Sagra dell’Uva da Vino di Mariotto per la valorizzazione e commercializzazione dei prodotti dell’agricoltura locale, come l’uva da vino.
Un tuo parere sulla situazione politica odierna nel nostro Paese.
L’attuale situazione politica nel nostro Paese soffre, e tanto, della distanza tra gli eletti e i bisogni reali della gente, sempre più priva di entusiasmo e di fiducia per la politica.Del resto i numeri parlano chiaro: alle elezioni politiche del 25 settembre scorso hanno votato 30,4 milioni di persone, come nel 1958, con la sostanziale differenza che allora gli aventi diritto erano 32,4 milioni, oggi 50,8. Esempio eclatante della fuga dal voto e dalla politica? Roma, dove Roberto Gualtieri è diventato sindaco con il consenso di 565 mila elettori su 2,3 milioni e oltre: un rosicato e povero 24 per cento.
Riflessioni
dei partiti o movimenti al riguardo?
Solo e
soltanto slogan e commenti propagandistici e fuorvianti… quindi zero!!!
E
l’elettorato che si allontana sempre più e si chiude a riccio nei confronti
della politica!
Invece servirebbe da parte di tutte le formazioni politiche, nessuna esclusa, una campagna di partecipazione attiva alla politica, una campagna per battere l’astensionismo e abbattere la sfiducia. La mia opinione però contrasta, e parecchio, con chi sostiene, la maggioranza, che il declino della partecipazione è fortemente desiderata dai vari leader e che addirittura è segno di funzionalità ed efficienza del sistema. E qui mi tornano alla mente le affermazioni fatte da Gianni Agnelli il 30 gennaio 1975, in una intervista concessa al Corriere della Sera: “Probabilmente avremo dei governi molto forti che siano in grado di fare rispettare i piani cui avranno contribuito altre forze oltre quelle rappresentate in parlamento; probabilmente il potere si sposterà dalle forze politiche tradizionali a quelle che gestiranno la macchina economica; probabilmente i regimi tecnocratici di domani ridurranno lo spazio delle libertà personali.” Pertanto mi auguro che quanto prima possa formarsi una classe politica partecipativa, adeguata, ricca di temi, capace di un nuovo orizzonte sociale ed economico affidabile e di una nuova visione di lungo futuro che abbatta il rancore di quella parte del Paese in difficoltà e la conduca ad esercitare attivamente il voto.
Nella nostra Italia, e sono assolutamente d’accordo con Massimo L. Salvadori, professore emerito all’Università di Torino, “si ha bisogno non di un partito della propaganda; ma di un partito della conoscenza, della cultura e della partecipazione, di un partito con l’attenzione rivolta soprattutto alle giovani generazioni”. Di un partito che sappia costruire il futuro e poggi saldamente sui principi dell’intransigente difesa delle libertà democratiche e civili.
È come chiedermi un 6 per vincere al Superenalotto! In ogni caso fuor di battuta un giovane per dedicarsi alla politica deve essere dotato di spirito di servizio nei confronti dell’altra persona e dall’ambizione non di occupare una poltrona, ma di cambiare il corso della società ad incominciare dal quartiere di sua residenza. Se non si hanno queste caratteristiche oggi più che mai non si può e non si deve entrare in politica.
Nella tua biografia evidenzi il tuo amore per la terra, la vita contadina. Questo tuo aspetto è legato alla tua infanzia?
È legato all’amore per la campagna che mi ha
trasmesso mio padre.
Sei un valido blogger, nelle tue interviste doni al lettore un quadro completo dell’artista, tuo ospite, ti chiedo: se potessi intervistare un personaggio del passato o contemporaneo chi sarebbe e cosa gli chiederesti?
Cosa gli chiederei?
Caro Lorenzo, cosa manca
oggi, settembre 2023, ai politici italiani?
Lorenzo il Magnifico: L’astuzia della
diplomazia e la voglia del fare.
Nella tua silloge “Inchiostro d’anima” metti a nudo un’altra tua peculiarità: la sensibilità. Come nasce questa raccolta? C’è un messaggio nei suoi versi?
“Inchiostro d’anima” è un insieme di pensieri raccontati, di sensazioni ed emozioni riflesse in parole, fissate sulla carta.
Il messaggio?
Eccolo,
riprendendo una frase de “L’isola del Tonal” di Carlos Castaneda “per me esiste
solo il cammino lungo sentieri che hanno un cuore, lungo qualsiasi sentiero che
abbia un cuore. Lungo questo io cammino e la sola prova che conta è attraversarlo
in tutta la sua lunghezza. E qui io cammino guardando, guardando senza fiato.”
“Amo stare tra la gente e con la gente, mi piace interpretare la realtà nelle sue profondità più nascoste”, In queste tue parole si rivela molto bene la tua indole. Quanto è importante secondo te riscoprire il contatto umano, soprattutto per i giovani, in questo mondo ormai sempre più mediatico?
È indubbio che il mondo digitale rappresenta solo una parte della realtà che ci circonda, una realtà che, a mio avviso, non dovrebbe essere inficiata dall’utilizzo continuo delle varie tecnologie digitali altrimenti si correrebbe il rischio di perdere il senso della bellezza e di farsi condizionare dai vari device.
Ecco
perché va preservato l’equilibrio tra il virtuale e il reale per non correre il
rischio di farsi assorbire e usare dalla rete e perdere il contatto umano che
per me costituisce un elisir di vita e di benessere.
Non si
può vivere, e a maggior ragione un giovane in crescita emotiva e spirituale,
senza una società reale con cui discutere, riflettere, litigare, fare pace e
senza amici da sostenere e da cui ricevere sostegno.
Il
giovane non può vivere con gli occhi fissi sullo schermo di uno smartphone,
come una monade isolata da tutto e da tutti e incapace di incrociare lo sguardo
dell’altro e parlargli per rompere le reciproche solitudini.
È il progresso?
Sì, hai
ragione… ma il progresso non è la distruzione e l’annullamento dell’umano, non
è l’azzeramento delle emozioni che si provano con un abbraccio, con una
carezza, non è smettere di essere i protagonisti del divenire e indossare
l’abito di utenti passivi del reale.
Se dovessi definirti con una sola parola, quale sarebbe e perché?
Comunicativo. Perché? Perché, per dirla alla Dell Hymes e anche grazie alla mia formazione umanistica e politica, riesco a “scegliere quando parlare, quando tacere, riguardo a che cosa parlare, a chi, dove e in che modo”.
Raccogliere
in un libro gli “a tu per tu con…” scritti
per ScrepMagazine, completare la seconda raccolta dei “pensieri” e ultimare il romanzo “Oltre l’orizzonte, verso l’infinito”.
E giungo alla mia ultima domanda di rito per “Oltre Scrittura”: quanto è stato ed è importante sognare nella tua vita?
Sono sempre stato dell’idea che la vita non può e non deve essere accettata supinamente e non può essere vissuta all’insegna del "tanto così vuole il destino!" Questa convinzione mi ha portato sinora a non accettare supinamente la mia esistenza ma a viverla sempre più con rinnovate energie e forti emozioni. Energie ed emozioni che costruiscono la mia felicità e trovano il grimaldello per il mio essere ancora giovane, nonostante i miei 75 anni, nei miei sogni. Ti sembrerà strano ma tutti i miei successi e tutta l’essenza della mia serenità sono il frutto dei miei sogni! Quando qualcosa mi va storto, sogno… e quel sogno mi aiuta a trovare la giusta rotta.Sempre. Non è importante tutto questo?
Bellissima questa intervista. A dimostrazione che alla base della vita di Vincenzo l'amore e la passione dominano imperterriti!. Grazie. 👏🏼👏🏼👍♥️
RispondiEliminaAdelia Rossi