OLTRE SCRITTURA SEGNALA IL LIBRO, "TI HO PRESO PER MANO" DI RICCARDO CALLORI (Edizioni Mille)

 

 OLTRE SCRITTURA SEGNALA IL LIBRO, 

"TI HO PRESO PER MANO"

Amare vuol dire anche lasciar andare

 DI RICCARDO CALLORI 

 (Edizioni Mille)

 

 


L’autore attinge alla sua esperienza umana oltre che professionale per affrontare il tema del rapporto tra fratelli, specificamente quello tra due che sono nati a molta distanza di molti anni l’uno dall’altro. Non solo la  superiore età impone al maggiore una responsabilità quasi paterna nei confronti del minore, ma in  questo romanzo la vita stessa di questi scaturisce da una ferma determinazione del primo. 
Il meccanismo che genera questa situazione si attua in una famiglia nella quale il marito è un affarista senza tanti scrupoli e nessun altro interesse che per il guadagno, la moglie vanta nobili origini ma ne ha perso le tracce se non in una ostinata ansia di sentirsi superiore al  resto del genere umano. Procreano un bambino, Riccardo, destinato a non  godere dell’affetto genitoriale ma anzi a essere irreggimentato in un isolamento dai coetanei, condito da radicali divieti al godimento delle piacevolezze della vita. 
Il giovane protagonista tuttavia innesta una variante a un  percorso che lo condannerebbe a rimanere solo e infelice: è l’annunciazione, così la definisce  l’Autore, dell’arrivo di un fratello. Sarà Giorgio Paolo, al quale si schiude un’esistenza di successi grazie alla protezione affettuosa del maggiore il quale gli spianerà la strada dei giochi,  dell’amicizia, degli studi fino ad accompagnarlo al futuro professionale che si profila per lui  radioso. 
Anche Riccardo – con determinazione – percorre la sua strada. Dopo la laurea in Medicina,  guadagna stima in proporzione alle sue capacità diagnostiche e terapeutiche, apprezzate da  colleghi e malati, nonché dai responsabili sanitari. Sarà un giovane medico che affianca i luminari  delle cliniche e degli ospedali della sua città, Torino, fino a diventare il loro naturale erede sia in corsi sia nell’insegnamento universitario, sia sulla poltrona da direttore. Un meritato  successo nonostante i colpi bassi di anime invidiose. 
Successo professionale, molto denaro che proviene lecitamente dagli incarichi e anche, inaspettatamente, da un’eredità. Ma - come ha imparato da piccolo – non sono queste le cose che  riempiono il cuore. Al medico chiamato ai grandi congressi internazionali occorre un affetto  semplice, che inseguirà frequentando Giorgio, una donna, un allievo meritevole. 
Il Riccardo che scrive “Ti ho preso per mano” ha una minuziosa memoria di dialoghi, di eventi,  di persone che offrono al lettore una presa diretta dentro una famiglia dell’alta borghesia torinese  del Secondo dopoguerra, fino ai giorni nostri. Insieme con questo sguardo quasi investigativo  nell’intimità di una casa che si trasforma ma resta sempre uguale, si aprono molti spiragli di  comprensione di ciò che è la carriera professionale di un medico in un sistema ad altissima  competitività. 

BIO AUTORE
L’autore si firma con lo pseudonimo di Riccardo Callori (senza riferimenti ad eventuali persone omonime) ed è stato docente alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Torino. Oltre a ricerca ed insegnamento, ha diretto un reparto di assistenza e terapia. Autore di trattati di Medicina e saggi scientifici, si è dedicato a studi storici, dopo la quiescenza.

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