Rubrica “PICCOLI POETI CRESCONO” Intervista al poeta, Fabio Petrilli
“PICCOLI POETI CRESCONO”
A OLTRE SCRITTURA FABIO PETRILLI UN GIOVANE POETA CHE GUARDA AL FUTURO CON UN SORRISO:
Il suo ’inedito
“I miei versi” ha vinto il Panorama Internazionale delle Arti nella categoria “
Youth Awards “ organizzato dalla Writers Capital International Foundation
Ti ho vista
lucente, sfavillante
regina incontrastata
di questo cielo
sconfinato.
Nel silenzio della notte
dove il tempo sembra
essersi fermato,
dove il cielo appare più
bello
perché osservo il tuo
tracciato. Ho scelto te.
In una società poco
propensa alla lettura, dove la poesia suscita sempre meno interesse nelle nuove
generazioni… è bello imbattersi, invece, in giovani che si distinguono,
proseguendo la cultura poetica e diffondendo l’amor per essa.
La poesia è un nutriente
dell’anima, che solitamente è colto e apprezzato dalle anime più sensibili,
come lo è Fabio.
Cosa ti ha spinto a comporre poesia?
Tutto è nato quando frequentavo il Liceo Scientifico E. Medi di San Bartolomeo in Galdo la città in cui vivo attualmente. Capii di possedere una passione ardente per le materie Umanistiche, in particolar modo Latino e Letteratura Italiana.
Ricordi la primissima
che hai scritto?
Certo, il primo componimento che ho scritto si
intitola “In riva al mare” e risale al 7 luglio 2020 quando ho iniziato il mio
percorso letterario e poetico .
Di seguito riporto i versi:
IN RIVA AL MARE
Sedendomi su questa spiaggia ammiro la tua bellezza, oh
mare!
La mia mente si concentra sui momenti
passati,
ritorna in me
nuovamente la voglia di ricominciare, di non guardare più indietro.
Sono rinato, rinato per davvero
rinato per iniziare una nuova vita con te
la cosa più bella che mi sia capitata.
Il cielo stasera è terso e cupo,
le onde agitano il mio animo e l’aria appare più secca
del solito.
Ma ci sei tu che con il calore
delle tue mani e dei tuoi abbracci mi rassereni, mi
dici: “Vieni qui, nessuno ci fermerà!”.
Il tuo poeta preferito?
Il mio poeta preferito è Giosuè
Carducci definito “il poeta della storia”. Mi rivedo nella sua poetica
impregnata dall’Amore per la natura, per il bello e dall’incondizionata visione
della vita nelle sue espressioni più pure e genuine. Apprezzo molto la
costruzione della poesia da parte del poeta, spesso impetuosa e drammatica,
espressa in una lingua ricercata senza risultare né sfarzosa né troppo
evidenziata.
Poesia contemporanea o
classica, quale preferisci?
Preferisco la poesia
contemporanea e in particolar modo la sua connessione con altre forme d’arte come
la musica, il cinema, la pittura. Bisogna comunque rivolgere sempre uno sguardo
verso la poesia classica in quanto portatrice di valori e principi universali, educatrice
nel senso del gusto (ideale di bellezza) e della morale.
I tuoi amici, coetanei,
ti spronano in questo tuo cammino letterario?
Durante il mio percorso
letterario ho incontrato diversi poeti coetanei come Marco Carrer, Roberto Collari,
Martina di Pardo, Ilaria Amodio giovanissimi come me. Con loro ho collaborato in
diversi progetti letterari e condiviso la mia passione. Anche la mia famiglia
mi sostiene in questo mio cammino e in particolar modo mio zio, Mincolelli
Michele, iscritto alla facoltà di Scienze della Comunicazione presso
l’Università degli studi del Molise. Con
lui pubblicizziamo al massimo i miei componimenti e numerosi eventi culturali e
artistici.
Per te cosa significa
fare poesia?
Per me la poesia è un indissolubile connubio tra emozioni e sentimenti che trova spazio nelle giuste parole mediante accostamenti fonici che solo il vero poeta sa esprimere. Il poeta non è un servo dei potenti ma un grande artiere, un fabbro (Faber), che lavora sulla sua incudine: la libertà, la bellezza e i sentimenti familiari. Fare poesia significa per me osservare la vita quotidianamente e immortalarla su un foglio.
Un libro nel cassetto?
Sicuramente tra i miei progetti futuri vi è la realizzazione di una mia silloge poetica. È il mio sogno e desidero realizzarlo al più presto.
Bellissima intervista!
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