Letto e recensito
MILLE BALENE
Fabio Fiorina
“Un viaggio tra mari e anime. Menti
annientate da mille deliri”.
Ci sono storie che raggiungono luoghi lontani, che portano i protagonisti a dover affondare nei loro deliri.
In questa narrazione Fiorina ci trasporta in un
viaggio oltre all’ avventura in sé.
Dal titolo appare una vicenda legata al mare, al
mondo dei cacciatori di balene, un romanzo marinaresco; ma questa è solo una
parte di questa storia che va molto più in profondità mettendo in campo il
travagliato animo umano.
Quei pensieri che ci rendono succubi della nostra
mente, che ci domina, riporta il ricordo, ci annienta nei suoi deliri e ci
conduce in schiavitù.
Schiavi degli eventi, del dolore e delle nostre
azioni.
Protagonista, Geremia, un giovane cresciuto troppo
presto, devastato dal disamore del padre che l’ha reso schiavo delle sue paure,
rassegnato ad un destino già scritto; devoto alla madre: quell’unica carezza,
quell’isola dove trovar ristoro nel naufragio di quei giorni tutti uguali, dove
odio, violenza laceravano la sua carne e anima…
Ma Dio apre sempre nuove porte verso terre o mari, e
Geremia salpa verso la sua rinascita. Una famiglia lo attende…
“Fratellanze uscite dal grembo ignoto del
destino”
Legami che si scelgono, destini differenti giunti ad
incontrarsi, anime sanguinanti pronte a soccorrersi a trovar forza nell’unione.
Compagni di un destino simile che li vede vittime e carnefici al tempo
stesso. Fratelli che gli insegneranno il
valore dell’amicizia, dell’aiuto reciproco e del perdono.
Da qui inizia il viaggio di questo giovane per
diventare uomo… Lascia la crudezza del suo presente e salpa verso nuovi lidi per
diventar, a sua volta, lui il Dio della vita altrui. Inconsapevole, però, che i propri demoni lo
seguiranno.
I primi arpioni che fendono la carne delle balene, quella
sensazione di potenza, di dominio e poi il dolore, il pentimento, quella lotta
tra due istinti: onnipotenza e umanità che combattano.
In questo libro Fiorina ci mette tutta la sua verve
più profonda; un’avventura in cui vivremo le storie di uomini di mare, la loro
fratellanza, e nel contempo affonderemo negli abissi dell’anima del giovane Geremia
che dovrà destreggiarsi, diventare uomo, maturare e convivere con il senso di
colpa: quell’oppressione dovuta al ricordo e alle nuove emozioni di un giovane
pronto alle beatitudini della vita.
È un viaggio nei fondali della sua anima. Dove i demoni gozzovigliano, si alimentano con le sue paure, ardono nei suoi terrori. E in questi suoi deliri, dove la veglia diviene nuova realtà, Geremia vive, ignaro d’esser lui il suo aguzzino, preda a quelle porte verso l’eterno, ingannevoli, che l’uomo usa per fuggire da se stesso, alcool, droghe, sesso usate come oasi, luoghi ristoratori, che assumono nel tempo sembianze diverse: miraggi di benessere che ci consumano proprio come un arpione affonda nella carne di una Balena, cosi fa l’eccesso, la lussuria, prima, complice ci appaga con visioni dolci poi come il peggior dei predatori apre le tombe ai nostri ricordi che come demoni ci avvolgono e ci portano a perire nei nostri rimorsi, rimpianti, paure e frustrazioni.
“Mangiammo con gusto, anche
se nessuno poteva mai immaginare quello che dimorava dentro di noi”.
Una narrazione tra prosa e poetica, accompagnata da
un linguaggio d’altri tempi che si fonde con le descrizioni. Un romanzo crudo,
che espone fatti drammatici e ci porta all’ evidenza la nostra precaria indole
umana: quanto l’istinto primordiale ci porta da vittime a trasformarci in
carnefici.
Consiglio
la lettura a anime temprate.
Monica Pasero
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