Quattro chiacchiere con...
Quattro Chiacchiere con l’autrice
del romanzo storico,
Giugno Bruciava
Giuditta, la protagonista, simboleggia la forza delle donne.
Non esiste un’epoca giusta per ribellarsi, ma esistono
donne di ogni epoca
tanto caparbie da averlo fatto!
Un
libro sicuramente da leggere.
Ne
parliamo insieme all’ autrice Maria Franzè
Conosciamola
meglio
edito
da Lfa Editore
Genere
Narrativa storica
Pagine
128
Disponibile
in formato cartaceo
Descrizione opera
Giugno 1867, in un paesino sperduto dell'entroterra
calabrese, simile a tanti altri sparsi
nell’ex Regno delle Due Sicilie, dopo cinque anni di assenza, Giuditta
ritorna al suo luogo natale: è una giovane donna e indossa abiti maschili. I
compaesani, intenti a lavorare nei campi, accolgono il suo arrivo con astio e
indignazione sussurrando mezze frasi circa il passato innominabile della donna. Chi è Giuditta? Qual è la sua colpa? Una
volta giunta in paese, Giuditta si svela lentamente attraverso gli incontri
ravvicinati con le donne esonerate dai lavori di campagna, perché troppo
anziane o perché di salute malferma. Dialoghi, racconti di vita, ritratti
impietosi, che alzano il sipario, mostrando una realtà di miseria, di ignoranza
e di avversione del popolo contro la politica repressiva del nuovo regno
d'Italia, di prepotenza ed esosità dei proprietari terrieri. Ma perché Giuditta
ritorna? Se lo chiedono tutti. Giuditta non sapendo più che significato dare alla propria
esistenza, la donna affronta il suo passato, con il quale non ha ancora del
tutto fatto pace e con cui ha un conto in sospeso.
Nata
in una famiglia poverissima, Giuditta, dopo la morte del padre si ritrova a
vivere con la sorella mentalmente disturbata, Nuzza, che sembra mal tollerare
la sua presenza e con la madre, una donna che si arrende alla vita dopo la
morte del marito. Smarrita e senza punti di riferimento, Giuditta
affronta il matrimonio che le viene imposto dalle leggi della società. Tiberio,
un marito mai amato, violento, che la spinge alla ribellione. Subisce ma non si
piega, non si fa trascinare dalla corrente: è consapevole dell'ingiustizia in
cui è costretta a vivere.
La tragica morte della sorella la spingerà alla fuga con
Peppe, un carbonaio ed ex garibaldino. Un uomo dal grande carisma, amorevole e
attento. Unirsi a Peppe è per lei una sorta di liberazione, così come vestirsi
con abiti maschili e decidere autonomamente del proprio futuro. Nei gesti di
Giuditta c’è tutta quella voglia di riscatto sociale che è anche alla base del
fenomeno del brigantaggio nel periodo postunitario.
La ribellione della donna si compirà in un atto
violento e definitivo.
Intervista
Da chi si è fatta ispirare per creare la sua protagonista, Giuditta?
Cosa l’affascina di quel particolare periodo
storico?
Il XIX
secolo è il secolo in cui nascono le idee portanti della società contemporanea.
Il liberalismo, con i suoi tanti volti. Il pensiero democratico. Il socialismo
e il comunismo, variamente intesi. Il pensiero reazionario; quello
nazionalista; le teorie razziste. Non si può comprendere l’età contemporanea
senza conoscere le visioni politiche,
sociali e culturali dell’Ottocento.
Tratta tematiche importanti come la violenza
delle donne, la netta disparità tra uomo e donna, ma porta in alto il valore
della ribellione. Giuditta testimonia tutto questo. Quale sarà la battaglia più
dura che dovrà affrontare?
La battaglia
più dura la dovrà combattere con sé stessa per non affondare in un contesto
fatto di violenza, inganni, ipocrisie e soprusi.
Tra queste pagine l’amore vince?
Forse in un certo senso sì, perché è l'amore
che muove le azioni di Giuditta in bene e in male.
C’è un messaggio che vuole che arrivi forte e
chiaro ai suoi lettori?
La voglia di riscatto
che porta sempre alla liberazione dalle catene imposte dalla società (nel caso
della protagonista di Giugno bruciava) o da noi stessi.
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