Le mie Sensazioni... Claude Monet

Claude Monet, padre dell’impressionismo, fa i primi passi nel mondo artistico, nel periodo adolescenziale, disegnando a matita e carboncino le sue prime opere. Iscritto alla scuola d’arte, studia disegno, con l’aiuto del suo maestro Eugène Boudin ,dove impara: come ogni cosa dipinta sul posto abbia sempre una forza, un potere, una vivacità di tocco che non si ritrovano più all'interno dello studio.
Questa sua nuova consapevolezza lo indirizza alla pittura del paesaggio. Grazie all ‘opera d’insegnamento, Monet più avanti citerà queste parole “ I miei occhi finalmente si aprirono e compresi veramente la natura; imparai al tempo stesso ad amarla. L'analizzai con una matita nelle sue forme, la studiai nelle sue colorazioni. E da qui la mia assoluta decisione di diventare pittore !” ( fonte Wikipedia )

Le opere di questo artista, viste da profana, le definirei: ” Incanto per l’anima “ Osservando le sue tele non si può che restare rapiti, trasportati in dimensioni   in cui tutto fluisce a nuova visione. Mi soffermo su una delle opere , che amo di più di Claude Monet, i suoi “Giardini”
E’ quasi impossibile non perdersi nella vastità cromatica di quest’opera dalle delicate tonalità pastello. Vagare in quei giardini, vergini, esplorati solamente dall’ animo dell’ artista, mi conduce ad una pace interiore inestimabile e nel contempo dona all’animo un tripudio di bellezza indescrivibile. Ad ogni pennellata, Monet plasma “l’essenza” di questa tela. Celando dietro fronde e i Iris in fiore, chissà quali i misteri, quali tormenti, che spesso inducono l’essere umano a rifugiare le proprie paure e inquietudini proprio nell’ arte. Forse anche il grande maestro, in quei giardini immensi, ricercava la sua quiete, il suo bisogno, come essere umano, di rasserenare l’animo ritrovando la pace. Osservando quest’ opera, ho quasi sentore di quei fiori del loro fresco profumo. Quasi percepibile è il fruscio di quelle fronde scosse dalla leggera brezza delle acque circostanti. Monet sapeva creare qualcosa di unico. In quei frangenti, dove veniva rapito dalle sue osservazioni, proprio in quel preciso istante, i suoi occhi divenivano pennelli dell’ anima donando impronte indelebili del suo grande e indiscusso talento. Monica Pasero

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