INTERVISTA AL MUSICISTA DANIELE BALZANO


 Nel mio spazio, un artista che con la sua sensibilità, il suo modo di vivere la vita, le sue emozioni,
i suoi ricordi passati e sogni futuri ha creato il suo mondo fatto di note e parole, così tra le sue dita e il suo cuore sgorgano canzoni e nuove melodie.
Un ragazzo come tanti, un lavoro, una famiglia, ma nel sangue scorre la forte passione per la musica, che lo accompagna in ogni momento della giornata, condividendo nei suoi pensieri nuove tracce, nuove parole che poi metterà su carta, componendo così nuove emozionanti  brani che io ho avuto il piacere di ascoltare. A Oltre Scrittura il musicista, cantante e compositore Daniele Balzano


Ringraziandoti di essere qui,  inizio subito col chiederti: le tue primissime canzoni nascono come una necessità tua personale di elaborare certi sentimenti, sfogando il tuo bisogno di esprimerti attraverso la musica; questo tuo comporre, a quanto leggo, avrebbe dovuto rimanere rinchiuso nella tua sfera privata, ma poi qualcosa ti  ha spinto a voler condividere le tue creazioni, qual è stata la molla?

Innanzitutto Monica, sono molto felice di essere qui a rispondere alle tue domande, per me questa intervista è preziosa. Iniziai a comporre nel  2001   un periodo molto difficile per la mia vita privata, ero disperato, e creare canzoni per me divenne un toccasana per l'anima. Quindi tutto ebbe inizio con delle frasi scritte su un vecchio diario, che misi immediatamente in musica con la necessità solitaria di poterle riascoltare ogni volta che ne avevo bisogno. Mediante due software, una tastiera e una
chitarra realizzai il mio primo cd dal titolo "Stasera non ci sto...". All'epoca mi vergognavo della mia voce, delle mie frasi e anche delle mie capacità, quindi cercavo di camuffare il tutto con degli effetti di riverbero sulle strofe e distorsione sui ritornelli. Passarono gli anni e nel 2004 feci ascoltare la mia demo "Distorta 2004" alla mia migliore amica Giulia, e lei ne rimase estasiata, e mi disse che questo lavoro non sarebbe mai dovuto rimanere nel mio computer, e che lei avrebbe fatto di tutto per farlo uscire al di fuori. Anche questa volta non fui d'accordo con questo discorso, sempre per gli stessi motivi, ritenendo la mia musica inferiore agli "standard" di mercato, ma Giulia era convintissima e decisa, così in seguito divenne la prima batterista della mia band i "Neropaco", che prende il nome dall'ultima canzone "Neropaco" presente in questa demo. 

Esordisci come musicista nel 2004 con la tua band, come  già hai accennato sopra, i Neropaco, che ricordo ai nostri lettori che si è  fatta notare anche da diversi produttori di prestigio. Sogni e delusioni di quel periodo ?

I Neropaco mi hanno dato tanto, mi hanno dato l'occasione di vivere quegli anni intensamente e di potermi mettere in gioco di fronte a grandi produttori italiani, suonando dal vivo. Eravamo 4 ragazzi
come tanti : Daniele, Valerio, Pinuccio e Simone, suonavamo in cantina e per noi era tutto nuovo. I sogni erano quelli di riuscire a ottenere un contratto discografico con la Sony-BMG, cosa che non si è realizzata per pochissimo, ma che non è dipesa da noi in quanto band, bensì dalla crisi che ha intaccato anche il mercato discografico. Suonammo a Faenza a Sanremo Rock edizione 2007, davanti a Giampaolo Rosselli (Sony-BMG), Walter Sacripanti (batterista turnista professionista) e Andrea Rosatelli (all'epoca bassista di Nek), fummo notati proprio da Giampaolo Rosselli perchè, (questo ce lo disse in un secondo momento) eravamo noi stessi quando ci esibivamo dal vivo. Tenemmo due audizioni proprio alla Sony-BMG, e per me questo fu un sogno a occhi aperti. Anni dopo però la band si sciolse e rimasi da solo, e questa, per me, fu una grandissima delusione, grande a tal punto che per lungo tempo non riuscii più  a suonare la mia chitarra. Dopo anni ripresi questa mia avventura musicale da solo, e oggi sono orgoglioso di quanto ho fatto e di quanto sto facendo, perché scrivere un disco è un viaggio che ti coinvolge nel cuore, nell'anima.


Quale genere di musica prediligi ?

Sono cresciuto da bambino con mia madre che mi addormentava sulle sue gambe con i dischi di Mina, di Battisti, di Gabriella Ferri, di De Gregori. Amo Vasco Rossi, i The Cure, i Novembre, gli Opeth, i Katatonia, i primi album di Gianluca Grignani. In vita mia ho ascoltato di tutto, e trovo tutt'oggi il piacere nel continuare a scoprire artisti e bands valide quali i Mono o gli Alcest.

La prima volta che hai avuto tra le mani il tuo cd; sensazioni di quell’ attimo.
La tua domanda mi lusinga e per un'artista è una delle domande più belle alle quali si possa
rispondere. Non scorderò mai quando nel 2001 finalizzai "Stasera non ci sto...", il piacere di mettere sul piatto del cd, dello stereo, il mio primo disco, fu un'emozione indescrivibile. Ascoltare la propria
 musica  e sapere che ogni nota che suona dalle casse è la tua.  Si entra in un mondo elitario, è quasi un atto di autocompiacimento, di appagamento totale che estingue ogni sofferenza, ogni ora passata in studio senza dormire, ogni vibrazione sonora, è il tuo tempo che sta suonando per te in quel momento.

Hai scritto diverse canzoni sia per te che per altri artisti quale, a tuo parere, è quella che  ami di più e perché?
Nel 2005 scrissi la canzone "Il bambino e la scatola", brano di punta dei Neropaco : questa canzone fu il biglietto da visita per essere notati. Ma ciò che importa è che  questa canzone parlava di me, della mia nascita, sfiorando il tema di "quella scatola" che mi fu donata dai miei genitori adottivi, che amo tantissimo, ma che non avevano molto tempo da dedicarmi  quando ero piccolo, per via del lavoro. Una canzone che  mi tocca nel profondo della mia anima. Il testo non è chiarissimo e lascia intendere tante cose, perché all'epoca amavo giocare con la nostra lingua con aneddoti del tipo "non mi ricordo più, non me lo scordo più" oppure "quella scatola io l'ho nascosta nel volto", frasi poco chiare, ma che su me stesso hanno un impatto così tagliente nel cuore che mi emozionano ogni volta.

 La  poca apertura nella discografia italiana porta molti musicisti a arrendersi; è ancora valido il detto il talento paga?

Purtroppo questo detto non è più valido Viviamo in un paese dove oramai l'artista musicale deve riuscire a costruirsi da solo il proprio giro, deve riuscire a coinvolgere gli altri, a stuzzicare l'interesse delle persone, l'artista deve riuscire a cavarsela da solo: perché senza grandi conoscenze, senza X-Factor, senza pagare moltissimi soldi è impossibile o quasi riuscire a emergere; questo fa parte delle mie delusioni, che ho scoperto strada facendo. Dopo tanti anni ho capito una cosa: che è possibile tramite internet crearsi il proprio pubblico e ufficializzare i propri dischi, promuoverli. Sono contento quindi di poterlo continuare a fare anche a quasi 40 anni, utilizzando Facebook, Reverbenation e gruppi musicali che pubblicano in continuazione videoclip, canzoni di tanti artisti emergenti.

  La musica è diventata televisione, senza televisione non sei nessuno. Per accedere alla televisione devi avere amici influenti. Un gruppo o un artista di spiccato talento ma "troppo originale" non ha spazio in un paese come il nostro, perché i produttori devono andare sul sicuro e devono fare soldi con la tua musica, quindi investono su progetti simili a progetti che hanno funzionato in precedenza. Ricordo che all'epoca dei Neropaco andavano di moda i Negramaro, e tutte le band per avere almeno una speranza di essere pubblicate tramite mini cd dovevano necessariamente cambiare sound e renderlo simile a tale band. La musica in Italia è un prodotto, e come andare al supermercato a comprare la pasta, il latte, le scatolette per il cane, è la stessa cosa, dico questo per dare l'idea di dove siamo arrivati e di dove arriveremo: in un paese che un tempo  era la patria della poesia, della scienza, della musica e dell'arte.

Dieci anni sono passati dal tuo debutto nel mondo musicale, se potessi tornare indietro cosa cambieresti nel tuo percorso?

I giovani artisti sono pieni di sentimenti positivi, di speranza, e fanno le cose perché ci credono, ma in modo genuino, onesto, spensierato. A me è successa la stessa cosa: ho iniziato in modo genuino, onesto, spensierato.   Spesso i migliori brani  escono fuori proprio quando non sei intaccato dalla consapevolezza di come vanno realmente le cose, in un mondo dove lanciare le proprie idee potrebbe essere sinonimo di un lauto pasto per gli squali dei soldi, dove un "no" ingiustificato da parte di un produttore discografico potrebbe essere sintomo di una sofferenza spropositata da parte di un vero artista. Del mio percorso sono molto soddisfatto, sto lavorando sul mio ottavo album in studio dal nome "Pianeta Terra", in questi giorni sono dedito al missaggio del singolo dal nome "Pianeta". Il mio disco precedente dal titolo "Va bene qui", del 2011, sta andando molto bene su Reverbenation, essendo online da molte settimane, rimane piazzato al 10 posto nel Lazio e 43 a livello nazionale. Dal punto di vista musicale sto cambiando approccio, oggi suono molto piu' soft, utilizzando solamente sintetizzatori e voce, cercando di creare un viaggio caldo e avvolgente. Per ogni mio disco ho sempre cercato di innovare le atmosfere, le sensazioni, se potessi arrangerei i miei vecchi lavori con le nuove tecnologie e con l’ esperienza odierna. Approfitto per salutare il mio insegnante di computer music, fonia, effettistica e composizione Fabio Armani, che nel 2003 mi portò su questa strada.

La tua maturazione ti ha portato a scelte importanti in cui si evince il tuo grande amore per la musica; decidi che la tua musica non sarà commerciale, ma sarà dono di chiunque abbia voglia di ascoltarti. Il perché  di questa tua decisione ?

Per anni sono stato regolarmente iscritto in SIAE, depositando ogni mio brano musicale. Dopo tanto tempo, di fronte all'ennesima ingiustizia di plagio subita dai giovani artisti, includendo me stesso e altri amici musicisti, ho deciso di esentarmi dall'esserne iscritto, data la mancata tutela. Credo che il mercato musicale sia saturo, che non ci sia speranza reale per i giovani che provano ad affacciarsi all' "industria", quindi, passatemi il termine, per "protesta" a questi tediosi meccanismi, ho preso la
decisione di divulgare gratuitamente la mia musica e  il mio nuovo album "Pianeta Terra" appena sarà pronto. Credo fortemente che il "mercato dei potenti" è un mercato elitario fatto per pochi, a volte con indubbie capacità, si possa smembrare partendo proprio dal basso. Se la musica emergente divenisse gratuita per tutti, se i giovani artisti iniziassero a divulgare gratis ogni opera e a crearsi la propria cerchia di fans, eludendo le case discografiche e i mangiasoldi che indicano fantomatici concorsi a pagamento, associazioni che sfruttano il talento dei giovani per i propri fini, questo sistema potrebbe potenzialmente iniziare a barcollare. Oggi ritengo che questo sia l'unico modo valido per riprenderci ciò che ci è dovuto, la nostra ARTE.

  So che hai nuovi progetti ce ne vuoi parlare ?

 Dopo tanti anni vorrei proprio realizzare un videoclip per il mio nuovo singolo "Pianeta". Nel mio studio privato B22 proseguo con i lavori per altri artisti, e io e Roberto Gombia abbiamo in cantiere un disco che stiamo realizzando con tempi dilatati; in più, proprio con lui, abbiamo in serbo dei live in acustico.

Quanto è importante il sogno nel tuo percorso artistico?
Il sogno è una componente fondamentale, creando musica sono sito nel mio mondo fatto di sogni. Stare con i piedi per terra è essenziale ma, la vita interiore il sogno è un toccasana per l'anima. Il mio sogno sarebbe quello di far provare emozioni a chi ascolta una mia canzone, un po' come quando tu Monica in anteprima hai ascoltato "Pianeta" e ti sei emozionata   questa è la ricompensa più bella per un artista.

 SE VOLETE CONOSCERE MEGLIO DANIELE E LA SUA MUSICA VI CONSIGLIO DI VISITARE QUESTE PAGINE 

  

  Intervista a cura di Monica Pasero.

Commenti

  1. Intervista molto interessante, senza reticenze: l'artista deve imparare a cavarsela da solo, perché senza grandi conoscenze e senza moltissimi soldi in questo mondo di squali è impossibile emergere...è così anche per gli scrittori, ed è molto triste... Auguro a Daniele tanto successo, che le sue fatiche e le sue capacità siano premiate anche senza gli squali. Carmen

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  2. come dal titolo del blog...anche questa intervista arricchisce l'anima. Complimenti a Monica e a Daniele.

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