A Oltre Scrittura Giovanni Fortunato
L’immediatezza
del giungere,
uno scatto
una pennelata
e tutto prende
vita…
Tra tutte le
arti conosciute, forse è proprio l’arte fotografica quella più immediata che
riporta in pochi secondi l’appena avvenuto. Ogni attimo della nostra vita è già
passato, ma in una fotografia permane nel tempo, come ricordo indelebile e ci
resta quella sensazione che tutto può essere vissuto eternamente. Per giungere
a tutto questo, però, gioca il fattore bravura, professionalità e aggiungerei,
anche, il ” talento” di chi ha tra le
mani l’obbiettivo. Nel mio spazio oggi
un artista che sa cogliere l’attimo perfetto, dando vita eterna all’immagine da
lui catturata. Oltre a scattare foto di grande eleganza e impatto, l’ospite di
oggi sviscera la sua passione artistica anche nella pittura, tramite il poetico mondo degli acquerelli,
regalando alla carta, istintività e
tecnica con pennellate delicate e spontanee che in pochi attimi “creano”. Fotografia e pittura due arti spontanee, completano la vita di
questo artista tutto da scoprire.
Dall’affascinante
borgo antico fiorentino, giunge l’ospite di oggi: uomo d’indole curiosa con
una spiccata sensibilità, amante del
bello e della ricercatezza storica. A Oltre Scrittura ho il grande piacere di
ospitare il fotografo e pittore Giovanni
Fortunato.
Giovanni,
innanzitutto ti ringrazio di essere qui, e ti chiedo subito: cosa ti ha spinto
a diventare fotografo? Realtà pratica o
passione vera e propria.
È la passione, per il bello, l’intelligenza, il
creato e il costruito, la forza del pensiero, del progetto. La macchina
fotografica è solo uno strumento, il pennello del fotografo, che ti consente di
registrare attimi irripetibili, unici.
Come già
accennato, vivi a Firenze, città che profuma di storia e arte in ogni angolo,
quanto a tuo parere è importante ricordare e tutelare i beni artistici e
storici delle nostre città?
Ho sempre paragonato una città/una cultura ad un
albero, dove le radici sono importanti per l’equilibrio e da dove i nuovi rami
e le nuove foglie succhiano nutrimento. Dimenticarsi delle radici e della sua
cultura è un uccidere l’albero stesso. L’arte, l’architettura, la letteratura
sono prove di cosa può fare l’uomo, sotto la spinta della passione e dei
sentimenti. Sono un connubio di razionalità, cuore e abilità manuali, tutti
all’unisono per creare una forma d’amore, perché così è un’ opera d’arte
Come la
fotografia anche la pittura ad acquerello, ricerca immediatezza. Per dare il
meglio in queste due arti, la sicurezza delle proprie capacità, la fiducia in
se stessi sono basilari?
Sì, anche se l’ “eccesso” di sicurezza è un’ arma
letale che ti si rivolta contro. Il considerarsi “arrivati” o “io sono bravo,
so tutto” è un rimanere indietro, è un fermarsi. Si deve mantenere sempre una
certa dose d’insicurezza che ti fa chiedere: “ma ci può essere qualcosa di
meglio di quello che faccio? Esiste un modo migliore per scattare questa
fotografia o per dipingere questo dato soggetto?” Si deve sempre rimettersi in
gioco e rivedere le proprie certezze.. Il mondo, le persone, la luce cambiano
di continuo, dobbiamo essere un po’ come gli uccelli che adattano il proprio
volo e le proprie ali alle variazioni del vento e delle correnti d’aria.
Come si coglie
lo scatto perfetto? Esperienza o solo istintività?
È un insieme delle due cose, l’esperienza ti
consente di realizzare tecnicamente in modo perfetto l’immagine ed enfatizzare
quel momento, quell’attimo. Mai frase
come il “Carpe diem” descrive invece l’istinto. Mai pensare di tornare domani a
fare una foto, non sarà mai la stessa cosa.È quel momento lì e basta. Non sai quante frenate
a secco ho fatto con la mia bici, (rischiando anche qualcosa), per fermarmi e
fare una fotografia. Sono molto istintivo nei ritratti, se vedo un bel volto,
una bella persona, la fotografo e basta. Ho già il mio schema luci e so cosa
voglio da quel volto. A volte le persone che ritraggo, rimangono sorprese per
l’esiguità dei mezzi e dei pochi scatti (al massimo una decina), ma so già
quello che voglio.
I tuoi scatti,
per esigenza professionale, variano dai ritratti a foto d’interni ai matrimoni
feste e tant’altro. Qual è stato lo
scatto che ti ha sorpreso di più?
Ma in particolare è una foto ritratto di qualche
anno fa, fatto ad una mia amica. È stato immediato, fulmineo. Eravamo perfettamente sintonizzati,
pochi scatti ma perfetti. Non era stato nemmeno progettato.
Amante del
bello, senza dubbio, questo s’intravede nella ricercatezza della luce, delle pose,
negli effetti bianco e nero dei tuoi scatti, nei volti e nell’espressioni e nei
particolari che tu cogli, ma per
Giovanni, che cosa è la vera
bellezza?
Artisticamente parlando, non è solo un fatto
esteriore, ma tutto quello che è stato prima di arrivare a tale bellezza.
Quando guardo la cupola del Duomo, qui a Firenze, mi immagino la quantità di
persone che ci hanno lavorato. Ogni singolo millimetro di quell’opera è stato
toccato da mani piene di esperienza, di cultura. Dagli scalpellini al
Brunelleschi. Se poi penso che praticamente è stato fatto con il
pallottoliere...La capacità di pensare di progettare di realizzare un’idea. Di renderla materiale e soprattutto
fatta per gli altri.
“Umanamente” parlando, molti si fermano alla
bellezza esteriore, la vera bellezza è la capacità di dare, di amare, di
partecipare affinché il mondo vada sempre meglio. I sorrisi, gli abbracci i “sono tuo complice” questa è la vera
bellezza.
Gli acquerelli
sono magici fluidi e lasciano all’ opera
quella sensazione di sfumato, di etereo che personalmente amo, cosa ti
appassiona di più di questa tecnica?
Sicuramente l’immediatezza! A volte poche
pennellate creano atmosfere, sensazioni.. uniche in ogni dipinto. Mentre con l’olio e gli acrilici
si possono fare delle copie quasi veritiere degli originali (esistono i noti
“falsi d’autore”), con l’acquerello questo è impossibile perchè ogni pennellata
è una storia a sè irripetibile. E poi non devi sbagliare, dare colpi sicuri, progettare
prima quello che farai perché indietro con l’acquerello non si torna, non si
può correggere. Per certi versi lo trovo molto vicino alla fotografia perché,
come lei, è veloce, immediato e gli acquerelli, proprio come una macchina
fotografica, puoi averli sempre a portata di mano perché prendono poco spazio.
Se potessi fare
un viaggio nel tempo e avere un incontro con un artista del passato chi sarebbe
e perché?
Sicuramente il Caravaggio per la forza e
l’energia di certi suoi dipinti e per la luce e il taglio che riusciva a
dargli. Fosse vissuto ora sarebbe sicuramente un grande fotografo.
Quali sono i
soggetti che prediligi per le tue opere?
Con gli acquerelli amo fare paesaggi o scorci
di paesi di campagna, dove solo si intuisce la presenza dell’uomo. A olio, più
materico, amo fare ritratti. È più forte, più intenso. Con la fotografia...amo Firenze, la sua luce,
la sua storia, poi ritratti di donne di ragazze.
C’è uno scatto che ti sfugge?
No, sia mai! Non me ne deve sfuggire uno!
Giovanni, oltre
a essere un eccellente artista dell’immagine, chi è nella vita di tutti i
giorni?
Sono un normalissimo fotografo, praticamente
vivo dodici ore al giorno nel mio negozio, dove posso incontrare il mondo. È
sito nel centro di Firenze e qui ci sono passati tutti. Forse mi mancano gli eschimesi
e, per fortuna, i cannibali dell’Amazzonia. Nel lavoro purtroppo non posso
occuparmi sempre di arte, ma le commissioni sono di ogni genere e natura, dal
restauro di una vecchia foto di famiglia alla chiazza di umido sulla parete per
l’assicurazione della casa.
Ultima domanda,
di rito per il mio blog, quanto è importante nella tua vita il sogno?
Il sogno è importantissimo, come la fiducia
per raggiungerlo. Come ho letto in un social:”sognate ma non dormite”....fate
di tutto per raggiungerlo, non aspettate che “avvenga”.. Perchè anche se non
riuscirete nell’intento avrete comunque la soddisfazione di averci provato.
Ringraziandoti
per la tua interessante intervista, ricordo ai nostri lettori il tuo sito
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