VERSI LIBERATI DI NUCCIO CASTELLINO. Recensione a cura di Monica Pasero




Pensieri che vivono fantasticando, bramando risposte alle mille celate domande di un uomo che racconta, tramite la sua penna, dubbi, paure, passioni e speranze sull'amore a lui caro, atteso, bramato, vissuto e perso. 
Liriche in cui l’amore diviene  protagonista in tutte le sue innumerevoli sfaccettature.  

I versi del poeta scorrono liberi  su  queste pagine, ognuno con il suo giusto tempo. Sono come un fluir di acque, in certi versi calmi  in altre impetuosi e forti. Castellino ricama d’estro ogni  sua  parola, regalandoci colorati pensieri. L’autore  con la  sua  fantasia disarmante ci trascina in versi  ricchi di particolari che rendono l’immaginario, così reale,  descrivendo  con cura e minuzia ogni passaggio che,  seppur nella sua  sintesi, ci rende partecipi  di  ciò che il poeta, nel suo inconscio, vede e racconta. 
La raccolta è suddivisa in quattro parti dedicate alle quattro stagioni.

PRIMAVERA

“Che nome mi daresti se non lo conoscessi quello di un vento o quello di un golfo? Lo cercheresti lungo i banchi di una scuola o nei sorrisi bianco e nero di una foto nel viso lungo e stanco di tuo padre o nel profilo del tuo primo amore?” 
 Versi liberati Nuccio Castellino

L’ho vissuta come un lento ricordar la prima stagione della nostra vita, ove l’insicurezza di un uomo, nel sentimento, è ancor forte e cede il passo alle mille domande, al bisogno di comprendere, scoprire, vivere l’amore e sentirsi amato da esso.

ESTATE

Ti spinsi dentro un covone e il fascio di spighe legate insieme ci fece riparo mentre aprivo i tuoi seni e chiudesti gli occhi lasciandomi fare Un suono improvviso lacerò il cielo ali di ferro nascosero il sole oscurando i campi felici Lingue di fuoco sopra i covoni mentre ti amavo e bevevo i tuoi umori e allora la tua bocca mi diede l’ultimo succo di more
Versi liberati Nuccio Castellino

Nei versi di Castellino si ha davvero la sensazione della bella stagione: calda, profumata e viva,  proprio come le sue liriche che mutano, lasciano l’insicurezza della prima parte e forti, forse della calura estiva, aprono alle emozioni di un uomo che, con ritrovata  fiducia, s’inerpica  in versi decisi, forti e passionali.


AUTUNNO E INVERNO

Ma perché adesso mi assale un’immensa tristezza? Quell’oscura tristezza che nutre ogni felicità che si leva dal mio letto camminando a piedi nudi solleva i bianchi seni bagnati ancora dei miei baci solleva i rossi capelli fiumi impetuosi sulle spalle deliziata di avermi posseduto.
Nuccio Castellino  Versi liberati

Le ultime  due parti  della raccolta: Autunno e Inverno ci  propongono versi più melanconici;  rammentano, rimpiangono, spesso, il non vissuto… Versi nostalgici, a volte, che  alternano delicate parole  alle  forti bramosie umane, donando completezza al pensiero umano  fatto sì, di malinconie e dolcezza ma anche di brama e carne.

Fuori stagione Ti amo di quell’inquietudine
di cui vivono i fiori nati fuori stagione incerti
se godere o temere il regalo imprevisto della natura
Nuccio Castellino Versi liberati

Versi liberati sprigiona  su carta  i pensieri, le debolezze, le paure, le passioni e le voglie di un uomo, fino ad ora celate; che si animano, ribellandosi ai falsi cliché esistenziali; portandoci a scoprire il bisogno del poeta di emergere dai suoi silenzi, che col tempo lo stavano annientando, trasformandoli così in liriche, dove percepiremo le emozioni che imprigionava in sé.
Ed è  solo grazie all'irruenza della sua indole narratrice  che Castellino  giunge  a crear versi  intrisi  d’amore, quell'amore che solo i poeti trasmigrano dall'anima alla carta.

Monica Pasero





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