IL VARCO FRA I DUE MONDI DI MONICA PASERO
Prefazione
Non siamo forse stanchi di una vita fatta di
corse e ricorse, indifferente alla voce del cuore? Non viviamo, quali tristi
protagonisti, un “tempo cattivo” in cui, attimo dopo attimo, siamo tirati per
la giacca verso direzioni improbabili generatrici del nulla? Non stiamo, forse,
perdendo i veri valori della vita umana? Ebbene, se in queste semplici e
scontate affermazioni, c’è un barlume di verità, fermiamoci un momento e
cerchiamo di respirare e non di essere respirati, consumati come una dannosa
sigaretta. Forse è arrivato il tempo di dedicarsi la gioia che solo le parole
cariche d’amore possono dare. Monica Pasero ci fa dono di un fantasy ricco di
emozioni. È un testo che irrompe con la forza di una freccia scagliata lungo
l’asse della storia. Sono parole che appartengono a mondi e luoghi diversi.
Sono destini che entrano in scene appartenenti a palcoscenici dai più ampi
risvolti temporali. Sono vite che non conoscono l’orrore della fine e che si
reincarnano e danno luogo a nuove e mai scontate esistenze. Tutta la bella
fantasia dell’autrice si concentra su una presenza sovraumana molto sentita;
una regia che non può che appartenere a un Dio banditore di amori eterni in
grado di vincere le barriere del tempo. Quella di Monica è una narrazione
sospesa tra due mondi: il mondo materiale e quello spirituale. I presunti e
invalicabili confini sembrano scandire i limiti che appartengono alle diverse
esistenze: il corpo e lo spirito, ognuno nel proprio essere e divenire, sono in
fondo manchevoli di elementi appaganti nella totalità. Ed è proprio qui, nella
certezza del difetto (oserei dire “genetico”), che entra in gioco la
travolgente fantasia dell’autrice. C’è qualcosa che può aprire questo varco
esistenziale? Qualcosa che possa far comprendere la bellezza della materia e la
ricchezza dello spirito? Quel qualcosa può avere un solo, indiscutibile nome:
AMORE! Sarà propria questa semplice, apparentemente abusata, ma immensa parola
a favorire, nell’elegante e fine fantasia, l’apertura di quel varco
immaginario. È con il cuore che si possono capire anche le cose più lontane
dalla nostra comprensione. È con il cuore che possono ricongiungersi quei
mondi, ora non più isolati, e superare le barriere del tempo, riportando
l’amore al suo originario compito: quello di unire, nel bene, le esistenze.
Tuffiamoci nelle parole di Monica. Permettiamo alle nostre vite frenetiche di
prendersi una pausa con il destino. Per un momento, proviamo a metterci da
parte e allunghiamo i nostri passi incerti verso il sentiero del sogno.
Scopriremo un dolce incedere, prezioso giovamento per le nostre anime.
Stefano
Carnicelli
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