Viaggiatore senza biglietto di Massimo De Tommaso, recensione a cura di Monica Pasero
Tra queste pagine scorre un’anima delicata. Scopro con piacere che l’animo maschile sa ancor sorprendere.
Ci imbatteremo in liriche in cui si manifesta la forza
del sentimento, quella forza che permane negli occhi di chi ama e scruta con
dovizia ogni dettaglio del suo amore.
Se l’amor si potesse definire, non basterebbero tutti i
versi, né le metafore del mondo a coglier l’interezza di questo sentimento.
Eppure De Tommaso ci va vicino e sprigiona nei suoi versi
tutta la sua voglia di amare, ricercare quella donna che si trova al centro dei
suoi pensieri; intorno a lui il mare, le albe, i tramonti, i giorni che passano
e quella magia che resta in un cuore innamorato, tutto lo circonda, ma lei ne è
il regno.
Viaggiatore senza biglietto mi induce a pensare ad un
viaggio melanconico nel cuore di un uomo che, in queste pagine, si spoglia di
ogni freno e narra il suo amore per la donna che ha accanto, che ha perso o
forse brama…
Una donna che gli invade anima, cuore e corpo e lui la racconta
con delicate descrizioni ricche di metafore.
Versi curati nei minimi dettagli; si nota una
ricercatezza del linguaggio, non indifferente, e si avverte una penna sensibile
che dialoga al cuore.
Un viaggio nel sentimento, in quel tormentato mondo fatto
di attese, di ricordi, d'illusioni e delusioni, ove ogni uomo si ritrova;
complice uno sguardo che sa incantare… E l’amore, si sa, non ha ragione né la
cerca. Viaggia proprio come un viaggiatore senza biglietto, senza regole da
seguire, con quel timore d’essere scoperto, ma impavido continua il suo
viaggio, proprio come l’amore e il desiderio che si
rincorrono in questi versi sfumati di quel romantico poetare che appare oggi perduto,
ma che riscopro con piacere in questa delicata raccolta poetica.
Lettura consigliata
Monica Pasero
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