LA LAMA, di Meri Lolini. Libeccio Edizioni.( Ctl Livorno)

 


Tutto parte dal ritrovamento di un uomo colpito a morte con un fendente al cuore.

Da un biglietto ritrovato vicino alla vittima, apparirebbe una vendetta. Le parole scritte su quel pezzo di carta aprono agli inquirenti un vasto giro di ipotesi, tutte però senza un possibile fondamento visto che la vittima sembrerebbe uno dei tanti uomini d’affari abbienti della zona: una moglie, due figli, una vita apparentemente senza macchia. Dedita al lavoro e alla famiglia. Nulla che può ricondurlo a quella frase scritta accanto al suo corpo.

Forse uno scambio di persona potrebbe essere la risposta?

Le ricerche vanno avanti a rilento, frenate dall’avvento della Pandemia. Dopo varie testimonianze e analisi più approfondite vengono alla luce nuovi elementi.  Ne affiora un quadro raccapricciante che conduce il lettore a riflettere su una piaga sociale, ahimè, ancora molto diffusa nel mondo. Non ne entro in merito per non togliere al lettore il gusto della scoperta.

L’autrice oltre ad una accurata descrizione dei fatti sia di matrice investigativa che psicologica, mette in luce anche gli aspetti più umani dei protagonisti.

Partendo dal Commissario, preposto alle indagini, ne delinea un uomo legato fortemente alla sua famiglia. Un padre e marito amorevole che ritrova nella sua casa, nei suoi affetti, le forze e le energie per andare avanti con il suo lavoro, sempre più difficile anche a causa della nuova emergenza sanitaria.

Anna, la vedova della vittima, rispecchia la figura della buona madre di famiglia che soffre in silenzio per proteggere i suoi figli. Un silenzio che però urla agli occhi dei due ragazzi, Andrea e Matilde, e in qualche modo condiziona le loro scelte di vita.

La vittima unisce i due lati della medaglia di un’esistenza: ciò che appare e ciò che realmente è.

Tutti i protagonisti di questa storia ci portano a riflettere su quanto sia importante l’amore dei genitori verso i figli e quanto la sua mancanza influisca sul loro futuro.

Uno spaccato di una realtà familiare ancor diffusa dove il benessere cozza con le vere necessità. I beni materiali non bastano a sopperire le reali carenze. L’amore non si compra… E non si vende!

E tra le tante domande che sorgono durante la lettura ci si chiede chi sia veramente la vittima e il carnefice in questa vicenda.  Ma per saperlo dovrete arrivare all’ ultima pagina.

Buona lettura.

Recensione a cura di Monica Pasero

 

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