A Oltre Scrittura, Serena Derea Squanquerillo

 Blogger, poetessa, artista...

Un mondo il suo intriso di poesia, arte, spirito e dedizione.

 

L’ospite di oggi è una donna amante della vita, dei viaggi sia fisici che spirituali. Ama esplorare il mondo e. tramite i suoi scatti, imprimerlo per l’eterno. È un’anima introspettiva che ricerca in sé, nel suo percorso esistenziale, nuove consapevolezze, nuovi modi di interagire con il suo “io” e il mondo che la circonda.

Dopo momenti difficili della sua vita ha trovato, tramite la scrittura, la forza per partire per un viaggio personale alla ricerca della sua coscienza. Per ritrovare quella luce che non si era mai spenta in lei, ma era celata dal dolore della perdita. Serena è riuscita così a rigenerarsi e tramite la sua penna ha riportato le sue emozioni trasmigrandole in versi, in pensieri, che costudisce nel suo blog: “Il blog di Derea: diario di una Coscienza alla scoperta di sé.

Serena ama esplorarsi, evocare immagini, trasmettere emozioni, “portare alla luce il bello di ciò che deve ancora arrivare che è custodito nell’ombra”.  

Un essere prepositivo, un’anima artistica, poliedrica, capace di cogliere il bello nelle sue molteplici attività che la vedono in prima linea nella divulgazione culturale e artistica. 

Lo scrittore Paul Auster diceva: Ogni uomo ha in sé diversi uomini, e la maggior parte di noi rimbalza da un’identità all’altra senza nemmeno sapere chi è”. E l’ospite di oggi nella sua ricerca personale lo avrà scoperto? Chiediamoglielo.

 

Innanzitutto grazie di essere qui, “Derea è il nome della mia anima!”. Affermi. E ti chiedo, qual è il tuo rapporto con la spiritualità?

Grazie a te per l’ospitalità, Monica. Il mio rapporto con la spiritualità è nel quotidiano. Come dico spesso, cammino con un piede nella materia e uno nello spirito, consapevole di esserne il punto d’incontro e sintesi. Ho iniziato un percorso spirituale, profondo, nel 2015 e da quel momento ci sono stati cambiamenti importanti nella mia vita: venivo fuori da un periodo problematico per la salute, un percorso oncologico; poi ho lasciato il lavoro, la mia azienda, nel 2016, e nello stesso anno è morto improvvisamente mio padre. Mi sono presa tempo e spazio per dedicarmi alla scoperta della vera Serena, insieme ad altri compagni di viaggio, perché sentivo di non “esserci”. Finché ho trovato Serena Derea. Da qualche anno, ho aggiunto ‘Derea’ al mio nome di battesimo, che è un nome, un suono, sentito in me durante una meditazione e che sento mio. Vivo la spiritualità nella profondità di tutto ciò che faccio.  

 

Inizi a scrivere utilizzando la scrittura come terapia, aprendo nel 2019 un blog personale: “Il blog di Derea, diario di una Coscienza alla scoperta di sé”, in cui riporti il tuo sentire sottoforma di versi e riflessioni. Hai trovato giovamento in questo tuo viaggio interiore?   

Decisamente sì. Inizialmente, ero indecisa se aprire un blog o no, rendendo pubblico il mio mondo, ma poi ho sentito un male fisico alla gola, perché c’era l’urgenza che io mi esprimessi e ‘vomitassi’ quello che avevo dentro. Così, ho creato un contenitore di condivisione per stare bene. È stato davvero uno specchio liberatorio, che mi ha aiutata a conoscermi meglio e a prendere coscienza di chi io sia davvero. Inoltre, è risultato d’aiuto anche ad altre persone, che si sono riconosciute in ciò che scrivevo, nelle esperienze che ho vissuto. Il blog è stato il diario del viaggio alla scoperta di me stessa. Tutto questo mi ha motivata a portarlo avanti.

Nel 2021 pubblichi il tuo primo racconto “Mi chiamano Cancro” nell’antologia dal titolo Le Fenici. Storie di donne rinate, edita da Amazon.  Un argomento davvero delicato, quale era il messaggio racchiuso in questo tuo racconto?

L’esperienza che ho vissuto nel 2012, fortunatamente non è stata grave, ma è stata comunque pesante per tutto il percorso che ne è seguito, considerando che ho avuto diversi problemi di salute che si sono susseguiti e intrecciati negli anni, prima e dopo. Il sapere di avere il cancro mi ha messa di fronte a una presa di coscienza e a una scelta essenziale verso me stessa. Fino ad allora non mi ero voluta molto bene e non avevo avuto fiducia nelle mie capacità. A quel punto, o sceglievo di risalire o avrei continuato a scavare il fondo, soprattutto dal punto di vista psicologico. In quel racconto, ho voluto dare un messaggio di amore prima di tutto verso sé stessi e verso la vita, che ci dà la possibilità di crescere, consapevoli di quello che vogliamo essere e fare, per realizzarci e stare bene. Purtroppo nel 2021, la malattia è tornata, con una soluzione abbastanza invasiva. È stato un duro colpo perché non me l’aspettavo, ma ho raccolto le mie forze e, aiutata anche da un percorso di psicoterapia, sono diventata più propositiva di prima. Su consiglio della mia amica Daniela, editor e ideatrice del progetto, ho scritto il racconto dal punto di vista della malattia, personificandola. Il risultato è stato interessante, soprattutto per l’impatto su di me, rileggendo il testo. Il racconto breve è stato anche pubblicato su due portali di medici e psicologi ed il pdf è oggi disponibile gratuitamente sul mio blog, digitando il titolo, o contattandomi.

 “La Magica Danza Delle Parole" è la tua prima opera monografica. Una raccolta di tutte le tue poesie e rifles-sie, ossia ibridi di versi e prosa in cui sono tradotte le tue esperienze e il tuo percorso di autoconsapevolezza, destinato ad incoraggiare il lettore ad amare sé stesso e la vita.  Come si torna ad amare la vita quando ci ha ferito così tanto?

Nel mio caso, è da quelle ferite che è uscita la luce che mi ha fatto sentire viva, dopo esser crollata più volte. Ho anche strisciato. Ho aperto gli occhi e mi sono resa conto di quante opportunità avessi per rendere bella la mia vita. Mi sono vista per la prima volta ‘grazie’ all’esperienza del cancro. Come ho scritto in una poesia presente nella raccolta da te citata, quella cicatrice - sia fisica sia psicologica – rappresenta per me una frattura tra due identità, chi ero prima e chi sono stata da quel momento in poi. Ho aperto una porticina da cui è stata liberata la Serena autentica: “Fratture tra un prima e un dopo. Salto tra due identità. Trasformazione. Le cicatrici sono interferenze che portano con sé una tinta diversa, testimone di un cambiamento. (…)”

La figura di tuo padre è ricorrente nei tuoi scritti.  Un legame profondo il vostro. Un insegnamento che ti ha lasciato e ti accompagna ogni giorno?

Io e mio padre, molto simili, non abbiamo avuto un rapporto facile, ma ci amavamo molto. Quando è morto improvvisamente, nel 2016, è stato un colpo durissimo e mi manca, anche se lo sento vicino e vivo dentro di me. Lo sento quando suono il basso elettrico che è stato suo ed è un po’ come se lo facessimo insieme. L’insegnamento più profondo e importante che mi ha lasciato con l’esempio, e che mi impegno a rispettare nel quotidiano, è: avere la volontà e il coraggio di essere me stessa e difendere la mia verità, intesa come ciò che è compreso nella mia consapevolezza, sempre e a qualsiasi costo, senza lasciarmi avvelenare troppo da tutto ciò che non mi appartiene. L’essere fedele a me stessa, insomma. E poi, mi ha mostrato l’importanza di onorare e agire i miei talenti, concretizzando i miei sogni e dandogli anche una seconda possibilità in caso di rinuncia. Mi è successo proprio con la musica, che ho ripreso a studiare dopo averla abbandonata quindici anni fa. Non importa l’età. Lui si è laureato in astrofisica, sua passione fin da quando era piccolo, a cinquant’anni, dopo aver fatto tutt’altro lavoro.

Nel 2022 pubblichi la raccolta “Quadri dell’Anima”, in cui sono inserite poesie e appunti di vita corredati da fotografie da te scattate durante i tuoi viaggi in Italia e all’estero. Qual è stato il viaggio che ti ha emozionato di più?

Sono viaggi fisici a cui è corrisposto un viaggio interiore. Tra quelli presenti nella raccolta, sicuramente quello che mi ha colpito di più e che custodisco nel cuore è quello a Bled, in Slovenia. Mi riferisco in particolare al famoso isolotto al centro del lago. Era l’inverno dicembrino del 2017, per il ponte dell’Immacolata. C’era la neve, faceva freddo, ma il sole scaldava e i colori ‘urlavano’ la bellezza e la magia di quel luogo, tanto erano vivi e intensi. C’era un silenzio profondo, che proveniva persino dall’acqua. Io me ne stavo seduta sulle scalette dell’isolotto dedicato proprio all’Immacolata, a cui si arriva con le pletne (barche tipiche). Ero vicino alla riva ed ero in uno stato di contemplazione. Sentivo d’essere in un’altra dimensione, al di fuori del tempo e dello spazio. Mi sembrava di essere seduta su un trono. Vorrei tanto tornarci.

Ami unire la poetica all’ arte figurativa.  È più l’immagine a influire sui tuoi versi o viceversa?

Dipende dal momento e dalla causa dell’ispirazione. A volte osservo un dipinto o una scena di vita e sento l’urgenza di scrivere, altre volte sento parole danzarmi intorno e cerco un’immagine che le rappresenti, che poi appare nella mia mente oppure la trovo in un dettaglio, in una scena nella realtà fisica. Mi è capitato in più occasioni di scrivere versi per alcuni dipinti in occasione di mostre d’arte, compresi poi in cataloghi. C’è stato poi il periodo in cui io stessa ho sperimentato con la pittura acrilica e ho dipinto anche partendo da miei versi. Alcune volte versi e dipinto sono nati insieme.

Lo Specchio di Derea è la raccolta in cui unisci oltre alla tua poetica i tuoi primi dipinti figurativi e astratti in acrilico? A quali soggetti ti sei ispirata?

Ho pubblicato la raccolta nel 2022, includendo i miei esperimenti con la pittura acrilica iniziati nel periodo dei vari lockdown. Alcuni dei lavori sono abbinati a poesie nate insieme a loro. I soggetti a cui mi sono ispirata sono paesaggi, figure umane, animali e ho sperimentato anche con l’astratto. Sono molto personali, ma, come è successo con il blog, più di qualcuno ci si è ritrovato e mi ha chiesto una copia dipinta. L’ho fatto, una volta, per una persona a me vicina, ma è venuto fuori qualcosa di diverso, che la persona ha amato e sentito suo. Quelli a cui sono più legata e che mi rappresentano di più, sono “La Porta delle Rose”, “Il dolore”, L’Isola di Bled”, “La testimonianza di Icaro” i “Koala abbracciati” che ho anche stampato su maglietta. Lo specchio presente sulla copertina è un pezzo unico fatto per me dall’artista veliterno Alessio Mariani, per il quale ho scritto poesie abbinate a suoi dipinti, in occasione di una sua mostra personale.

Cosa simboleggia per te lo specchio?

Uno strumento che riflette e misura il mio livello di consapevolezza, un Maestro, che mi mostra anche quello di cui ho bisogno in quel momento.

Dal 2023, il tuo blog cambia nome “Il blog di Derea: Racconti d’Arti”, che, da diario di appunti personali di viaggio è diventato mezzo di diffusione e condivisione artistica e culturale, e un omaggio ai talenti.  Conta ancora in questa società che vive d’apparenza e superficialità, avere talento?

Grazie per questa domanda, perché questa è una tematica a cui tengo molto. Personalmente, sono certa che è proprio per questa situazione che ci si debba impegnare di più, mettersi più in gioco, per dare alla luce le proprie capacità e talenti proprio come forma di ‘resistenza’. C’è bisogno di Bellezza, e credo sia importante, anzi necessario che ognuno contribuisca al meglio delle proprie possibilità. Al di là di titoli di studio e professioni, se si sa fare, i risultati ci sono e le sfumature d’espressione sono tante. Sono fermamente convinta che ci sia posto per tutti e che ognuno di noi abbia un suo ruolo. Il mio obiettivo principale è contribuire a rieducare prima di tutto me stessa verso la curiosità e l’amore per la cultura, la condivisione, il fare per costruire, in modo consapevole. Viviamo in una società dove viviamo come automi omologati, ipnotizzati e programmati per produrre, anzi siamo diventati noi stessi merce. Forse, molti hanno perso la speranza, ma io ho fiducia che portare alla luce l’Essere Umano vero che è in noi sia possibile. Intanto, ho iniziato da me.

Progetti futuri?

Da un anno e mezzo, collaboro con una testata giornalistica locale della mia città per prendere il tesserino da pubblicista. Anche lì curo soprattutto la sezione cultura, arte e spettacolo. Per quanto riguarda il blog, porto avanti la mia attività di divulgazione culturale, con articoli, segnalazioni e interviste, e continuo a collaborare in rete con altri operatori e alcuni uffici stampa. Inoltre, sto lavorando (con molta) calma, al mio sesto libro, dopo “Red lipstick photo”, che è una raccolta di fotografie con filtro rosso, frutto di un progetto durante un corso di fotografia che ho seguito. Il nuovo “figlio” si intitola “Il filo” e sarà, in un certo senso, la biografia del mio blog, con miei riferimenti autobiografici e sarà la prova dei mei riscatti personali. Non sarà un romanzo né un lavoro editoriale nel senso tecnico del termine. È, come del resto le altre mie raccolte, una testimonianza di vita, in cui ripercorro tutte le fasi di crescita, mia creativamente parlando, e del blog, con alcune fotografie relative agli eventi ed esperienze più importanti di questo percorso. Sarà un omaggio ai talenti, un mio dare come forma di riconoscenza per tutto ciò che di bello e costruttivo ho ricevuto, anche tante soddisfazioni personali, diciamolo! Non so quando il libro uscirà. Come per gli altri, mi occupo io di grafiche, impaginazione, avendolo fatto anche per lavoro, e di correzione, a maggior ragione ora che sto studiando correzione di bozze ed editing con un’editor molto in gamba. In poche parole, nei miei lavori convergono tutte le capacità e competenze che ho acquisito nel tempo, che uso come strumenti per veicolare i messaggi di cui parlavo, dando l’esempio di ciò che ‘predico’.



E giungo alla mia curiosità iniziale nel tuo viaggio di ricerca. Oggi hai compreso chi sei?

Direi di sì, ma sono sicura che domani ne saprò ancora di più! E ho scoperto di essere più Bella di quanto un tempo pensassi, ma continuerò ad approfondire la “faccenda”, perché voglio vedere meglio.


Ringraziando Serena per il tempo dedicatomi, vi invito a visitare il suo blog  

Il blog di Derea: Racconti d’Arti

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